Milano è in testa alla classifica delle Tech Cities per livelli retributivi
La classifica vede Milano e la sua provincia al primo posto per diversi capitoli.

Milano è in testa alla classifica nazionale, seguita da Roma, Torino e Bologna, delle “Tech Cities”, ossia città tecnologiche.
Milano guida la classifica delle Tech Cities per livelli retributivi
Il nome della classifica è lo stesso di un rapporto che ogni anno viene stilato da Experis, realtà facente parte di ManpowerGroup, per fare il punto della situazione sul settore dell’information technologies, soprattutto dopo l’avvento dell’intelligenza artificiale. La ricerca ha visto la raccolta di dati mediante indagini interne, condotte su oltre 100 recruiters specializzati nella ricerca e selezione di professionisti IT&Tech, oltre che analizzando i dati dei principali portali di impiego e social network professionali.
L'analisi spiega anche come è cambiato il mercato lavorativo del settore
Come è cambiato il mercato lavorativo del settore? E quali sono, se ci sono, le differenze tra le varie città? E nei territori del Nord Ovest com’è la situazione, rispetto al resto d’Italia? A Milano la richiesta di profili si allinea a quella nazionale, mentre a Roma e Torino le richieste di professionisti di dati rimangono superiori. In tutte le Tech Cities, comunque, il profilo dei java developer rimane quello più richiesto:
«Questo sicuramente – si legge nell’analisi - grazie alla longevità, la versatilità e l’affidabilità del linguaggio, supportato da un ecosistema maturo e applicabile in vari ambiti, utilizzato anche i settori critici come banche e assicurazioni, e dal back-end delle applicazioni Android».
L'indagine sulle offerte di lavoro in ambito IT
L’analisi del rapporto “Tech Cities” specifica anche la quota delle offerte di lavoro in ambito IT nelle “città tecnologiche”: «La provincia meneghina – si legge – ancora una volta occupa il primo posto con il 14% delle offerte, seguita dalla provincia romana (8%). Con un piccolo scarto Torino per la prima volta entra nella top 3 delle Tech Cities, scavalcando Bologna, entrambe con il 5% delle offerte».
La questione economica dà un'idea delle dimensioni di un fenomeno
Se si vuole osservare un fenomeno per rendersi conto delle sue reali dimensioni, un buon punto di osservazione è quello legato alla questione economica. E in questo senso è utile andare ad analizzare quali sono le Ral (Retribuzioni annuali lorde) nei singoli territori, in relazione ai profili con una esperienza media. Ancora una volta è il capoluogo lombardo a dominare la classifica, con una Ral media di 51.800 euro. Fanalino di coda della classifica rimane Catania, dove la Ral media si ferma a 39.100 euro. Ma c’è un “ma”:
«Nonostante tra Milano e Catania – scrivono gli esperti nel report – si osservi ancora un’ampia differenza, osserviamo un generale aumento delle retribuzioni per i profili IT&Technology, in tutte le “Tech Cities” e in particolare, a Milano, Padova, Udine e Verona».
E quali sono i profili meglio retribuiti?
Volendo, invece, rispondere alla curiosità su quali siano i profili professionali meglio retribuiti, rimane sempre la figura del chief technology officer quella più ricca, con una Ral media di 71mila euro. La città meneghina si conferma il posto dove le Ral sono più alte per tutti i profili. Così un sap manager/specialist a Milano ha una Ral media di 55mila euro, a Torino 45mila euro. Il divario tra i due centri del Nord Ovest aumenta per gli e-commerce manager: se a Milano la Ral è di 60mila euro, a Torino scende a 40mila euro. Un infrastructure manager a Milano guadagna 80mila euro, a Torino solo 55mila euro. Un cloud developer/architect a Milano ha una Ral di 50mila euro, a Torino di 48mila euro.
Di contro si registrano delle difficoltà nel reperire professionisti formati in materia:
«Il futuro dell’innovazione IT – scrive Salvatore Basile, direttore di Experis – dipenderà ancora dai profili altamente qualificati che saremo in grado di formare e far crescere. In Italia il talent shortage IT (ossia la carenza di lavoratori altamente qualificati nel settore, ndr) è un problema rilevante, che interessa il 77% delle aziende. Un elemento che nel corso dell’ultimo anno si è rivelato veramente interessante – continua Basile – è stato l’inserimento nel mondo IT di donne e giovani anche senza un background specifico, grazie alle numerose opportunità che la stessa tecnologia ci offre come, ad esempio, la programmazione low code o no code. Opportunità che, auspichiamo, potranno contribuire ad aumentare la percentuale di donne nel settore, che oggi in Italia è solo del 16%».