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In viaggio tra le Oasi Wwf del Nord Ovest

Le Oasi WWF sono oltre 100, tutelano più di 27mila ettari di territorio, sono visitate da più di 350mila persone, e offrono lavoro a più di 150 persone tra dipendenti e giovani delle cooperative e possono essere una meta per una giornata alla scoperta della natura.

In viaggio tra le Oasi Wwf del Nord Ovest
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Le Oasi WWF sono oltre 100, tutelano più di 27mila ettari di territorio, sono visitate da più di 350mila persone, e offrono lavoro a più di 150 persone tra dipendenti e giovani delle cooperative e possono essere una meta per una giornata alla scoperta della natura.

In Liguria

A Villanova di Albenga, l’oasi di conservazione Valloni conta 10 ettari che fino agli anni ’70 del secolo scorso erano interessati da un’attività di cava per l’estrazione di argilla e sono andati incontro a un processo di ri naturalizzazione spontaneo con 210 specie di flora appartenenti a 54 famiglie, tra cui Campanula sabatia (specie prioritaria UE) e numerose specie di orchidee; numerose anche le specie di vertebrati e invertebrati.

Sulle pendici dell’Appennino Ligure occidentale, nel comune di Mele, 12 ettari appartengono all’oasi Torre dei Bravin: è un ideale punto di osservazione per interessanti specie migratorie come il biancone e la gru eurasiatica; la parte bassa è coltivata a terrazzamenti. Apertura l’ultimo sabato del mese.

In Piemonte

Dal 2007 l’azienda agricola Forteto della Luja è stata nominata Oasi affiliata: a Loazzolo (Asti) unisce antichi vigneti a boschi ricchi di biodoversità. Apertura e visite guidate tutti i giorni.
All’interno di una zona speciale di conservazione nel comune di Asti, 10 ettari di un bosco collinare di latifoglie e racchiude la più estesa e meglio conservata stazione di cisto femmina del basso Monferrato. L’Oasi offre un percorso didattico nel bosco, la visita allo stagno, all’apiario e all’orto didattico; inoltre è possibile, solo accompagnati, visitare la villa e il museo naturalistico. Per i ragazzi, anche campi estivi e per tutti eventi a tema.

In provincia di Biella, il Giardino botanico di Oropa, a 1.200 metri di quota, occupa una superficie di 10.700 metri quadrati e offre la possibilità di osservare fiori e piante delle montagne biellesi, alpine e di tutto il mondo in una sorta di Arca di Noè del mondo vegetale: al suo interno vengono coltivate circa 500 specie e varietà di piante. Aperta da maggio a settembre.

In Lombardia

L’ Oasi WWF di Valpredina è situata sulle Prealpi bergamasche nel comune di Cenate Sopra (BG). L’area si estende per circa 90 ettari, costituita in prevalenza di boschi misti con coste rocciose e coltivi, ed è percorsa dal torrente Predina, abitato dal gambero di fiume. Qui è è attivo il Cras con ambulatorio veterinario per il recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà. E’ visitabile tutto l’anno.

L’oasi del Bassone – Torbiere di Albate è una riserva naturale di 90 ettari situata nei comuni di Como, Senna Comasco e Casnate con Bernate, caratterizzata da tre ambienti: uno prativo, uno boschivo e uno palustre. Vi sono ormai 200 specie animali censite e può essere fruita attraverso un percorso natura con capanni d’osservazione sui laghetti e stagni.

Il Parco ex fornace dell’Adda è un’oasi urbana a Trezzo sull’Adda; qui era presente una delle quattro fornaci di mattoni rimaste attive fino agli anni 60/70. Una volta dismessa l’attività, le foppe (buche) sono diventate oggetto di sversamenti di rifiuti di vario genere. Dal 2000 la gestione a opera dell’associazione WWF Le Foppe l’ha riportata al suo naturale splendore: numerose sono le specie di fauna e flora degne di tutela. Gli stagni ospitano specie rare e protette, numerose le api e le farfalle. Visite libere e guidate.

Le Foppe, invece, è una piccola zona speciale di conservazione nel comune di Trezzo sull’Adda (Milano); circondata dai campi coltivati, protegge un bosco caratterizzato dalla presenza di 9 pozze alimentate dalle precipitazioni meteoriche. Un sentiero ad anello si snoda tra prati incolti, boschi e pozze, intervallati da pannelli didattici e capanni di osservazione. Aperta tutto l’anno e sempre visitabile.

L’oasi della Martesana è un’area naturalistica di oltre 30 ettari, divisa fra i comuni di Pozzuolo Martesana e Melzo. L’area fu individuata per la creazione di una cava di sabbia e ghiaia per la realizzazione dell’autostrada poi rinaturalizzata, ospita un elevato numero di vegetali e animali, tra cui specie protette e di pregio. Possibilità di visite guidate.

Il Fosso del Ronchetto, sul pianalto delle Groane, è caratterizzato dalla presenza di un canalone naturale ed è fruibile liberamente. Per la tutela degli anfibi sono stati realizzati, o ampliati, diversi stagni. Presente una colonia di scoiattoli rossi.

L’oasi Il caloggio costituisce la punta sud del parco regionale delle Groane, dista una decina di km dal centro di Milano: ha un bosco di latifoglie, due antichi fontanili; importantissima la flora nemorale con stupende fioriture invernali-primaverili di bucaneve, campanellini scille, pervinche, ranuncoli e anemoni di bosco.

Il Bosco WWF di Vanzago ha anche un Centro recupero animali selvatici. La personale ed estesa riserva di caccia è stata lasciata in eredità dal commendator Ulisse Cantoni nel 1977. Il capriolo è il simbolo dell’oasi ed è presente con una popolazione di 50-60 esemplari. Di rilievo la presenza di Marsilea quadrifonia, una rara felce acquatica quasi del tutto scomparsa in Lombardia. Visitabile sempre tranne ad agosto.

L’oasi Levadina, di circa 12 ettari, è un’oasi urbana recintata di proprietà del comune di San Donato Milanese con ambienti ricchi d’acqua; un primo importante intervento di recupero naturalistico nel 2008 ha determinato la piantumazione di 8000 arbusti e alberi autoctoni. Aperta da dalla primavera all’autunno, si organizzano visite speciali per vedere le lucciole.

L’oasi del Municipio a San Giuliano Milanese è un’oasi urbana non recintata, frutto di un intervento di recupero naturalistico; istituita nel 1994, è composta da una zona a giardino e una a bosco dove vive il picchio verde. E’ sempre visitabile.

Il Parco Noci, si trova alla periferia ovest di Melegnano, ha anche un un laghetto e uno stagno didattico; sono presenti specie come lo sparviere, l’allocco e la volpe. Aperto dalla primavera all’autunno.

Le Bine è una zona umida di circa 20 ettari ai quali si aggiungono i circa 80 di area di rispetto, fra i comuni di Calvatone e Acquanegra sul Chiese (Mantova): grazie ai continui monitoraggi si è riusciti a osservare i nuovi arrivi come quello del capriolo e dello scoiattolo e le “incursioni” di lupo e istrice nonché l’insediamento della colonia di aironi cenerini, dalla prima coppia del 1955 alle circa 100 attuali. Visita libera tutto l’anno.

E ancora, il Bosco di Montorfano, si trova alla periferia di Melegnano, sempre fruibile: tappa di partenza del Sentiero dei Giganti, un percorso ciclo-pedonale che si estende fra Melegnano e San Giuliano Milanese, fra boschi, campi coltivati, cascine e castelli. Ha un’estensione di quattro ettari e mezzo e nasce per un intervento di recupero naturalistico, a partire dall’inizio degli anni ’90, della sponda destra del fiume Lambro e della roggia Vettabbia, alla confluenza dei due corsi d’acqua.

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