Tempo di gite in giornata, con al ripresa della scuola e del lavoro, per non dimenticare del tutto il piacere del viaggio e delle vacanze.
Le regioni del Nordovest sono ricche di città d’arte da scoprire, come Cremona e i suoi monumenti
La leggenda più conosciuta vuole che la città sia stata fondata da Ercole; in realtà fu da sempre un importante e vitale centro fortificato dai romani, con un anfiteatro per giochi ludici, un foro e monumentali bagni termali. Il primo punto in cui dirigersi è di certo la piazza del Comune dove si trova il Duomo di Santa Maria Assunta: un capolavoro romanico con affreschi rinascimentali che le hanno valso il soprannome di “Cappella Sistina della Pianura Padana”. La facciata principale in marmo bianco di Carrara e rosso di Verona ha un grande rosone centrale, una loggia a due piani e un protiro con le statue di Sant’Imerio, la Vergine Maria e Sant’Omobono. Alla base delle colonne del protiro ci sono due leoni. Nelle tre navate interne sono distribuiti alcuni capolavori d’arte e oreficeria: nel transetto settentrionale la Grande Croce da altare di 3 metri realizzata con l’argento e l’oro preso ai milanesi dopo la battaglia del 1213 a Castelleone; è formata da oltre mille pezzi, 160 statue grandi e piccole e innumerevoli 50 busti di santi. Sotto il presbiterio c’è una cripta a tre navate in cui è conservata l’Arca dei santi Marcellino e Pietro (1506).
Uno sguardo importante va al Battistero: ottagonale, con origini del 1167 e una cupola impressionante in laterizio.
Proprio accanto alla Cattedrale, invece, svetta il Torrazzo, la famosa torre campanaria alta 112 metri. Il suo aspetto attuale è il frutto della sovrapposizione di due strutture: una prima torre romanica del 1267 e una seconda torre a cuspide con pianta ottagonale. L’orologio astronomico della torre, in grado di indicare il moto degli astri e le fasi lunari, venne installato nel 1583. Il meccanismo è ancora quello originale, il quadrante attuale, invece, è stato ridipinto nel 1970. Nella cella campanaria sono racchiuse sette campane, ciascuna dedicata a un santo e una in particolare dedicata al patrono della città, Sant’Omobono. A fine 2018 è stato inaugurato il Museo Verticale del Torrazzo: nella Sala del Quadrante e nella Sala del Meccanismo è possibile ammirare tutte le caratteristiche del funzionamento dell’orologio, nella Sala della Misura del Tempo viene illustrata la storia della percezione umana del tempo, la Sala dell’Astronomia è dedicata allo studio dei corpi celesti. All’interno anche una installazione del Pendolo di Foucault; la sua oscillazione è la dimostrazione scientifica della rotazione della Terra.
A contrapporsi al marmo bianco del Duomo vi è la facciata in mattoni rossi del palazzo Comunale. Qui due grandi opere del Genovesino, uno dei protagonisti più originali e anche meno conosciuti della pittura del Seicento nel Nord d’Italia: la Moltiplicazione dei pani e dei pesci e l’Ultima cena, due tele di grandissimo formato nel Palazzo dal 1777, dopo che la chiesa di San Francesco a Cremona era stata trasformata in ospedale.
L’altro edificio civile della Piazza è la Loggia dei Militi, che prende il nome dalla funzione: qui si riunivano le Milizie cittadine. Costruito alla fine del 1200 ha un ampio porticato al piano terra e solo piano superiore illuminato da tre finestre ogivali sul lato lungo e una su quello corto. Sotto il porticato, il simbolo di Cremona: Ercole, che regge lo stemma della città.
Vi è poi un capolavoro nascosto fuori dal centro storico di Cremona: è il Monastero di San Giuseppe in San Sigismondo. L’interno nasconde uno dei cicli pittorici più belli del Manierismo lombardo, soprattutto di Camillo Boccaccino. L’unica navata è ricoperta di affreschi: si susseguono il Cristo in gloria con i quattro evangelisti nel catino absidale e alle pareti Cristo e l’adultera e la Resurrezione di Lazzaro alle pareti. Notevoli le decorazioni delle 12 cappelle, le pale d’altare, le cancellate in ferro battuto e ottone, il coro ligneo, la cantoria e l’organo. Adiacente alla chiesa è il chiostro dell’antico convento.
Da 5 secoli è capitale della liuteria
Non si può parlare di Cremona e non parlare di musica. La città è, da cinque secoli, capitale della liuteria. Al Museo del Violino è possibile scoprire storia e presente di quest’eccellenza alto artigianale, iscritta nel patrimonio immateriale Unesco, attraverso l’incontro diretto con i grandi Maestri e i loro capolavori, seguendo una traccia di creatività e tradizione, abilità e conoscenza, ininterrotta dal tardo rinascimento a oggi. Nello “scrigno dei tesori” e nella sala “friends of Stradivari” sono esposte opere di Amati, Stradivari, Guarneri: è una collezione unica al mondo. Solo qui, inoltre, si possono ammirare oltre 700 disegni, forme e attrezzi utilizzati da Stradivari nella propria bottega. Il Novecento è ripercorso attraverso gli strumenti vincitori della Mostra Concorso Nazionale del 1937 e del Concorso Triennale Internazionale, dal 1976 l’Olimpiade della Liuteria. Infine viene reso un significativo omaggio ai maestri cremonesi contemporanei. All’interno anche la bottega di un liutaio per scoprire come si costruisce uno strumento ad archi e ascoltare riproduzioni di grandi concerti.
Da non perdere il Museo Civico Ala Ponzone a Palazzo Affaitati che raccoglie circa 2mila opere tra quadri, sculture e strumenti musicali. In particolare sono noti un San Francesco in meditazione di Caravaggio e un Ortolano dell’Arcimboldo. C’è anche una Stanza della musica con gli strumenti a pizzico provenienti dalla collezione Carlo Alberto Carutti. Una curiosità: è presente la chitarra costruita dal liutaio francese Aubry-Maire, appartenuta al cantante spagnolo Lorenzo Pagans che è ritratto nell’atto di suonarla in un dipinto di Edgar Degas.
Al Museo archeologico San Lorenzo, invece, è ospitato quello che può essere ritenuto il cuore delle raccolte archeologiche di Cremona: oltre 500 oggetti in tre sezioni. Vi è lo spazio pubblico, dove spiccano i resti monumentali dell’edificio, forse da identificarsi col teatro; lo spazio privato, testimoniato dalle ricche domus del Labirinto da via Cadolini, del Ninfeo da piazza Marconi e di via Colletta, e le necropoli, con parti di monumenti e corredi funerari. Fino a fine ottobre, al Museo sarà attivo un progetto di sperimentazione scientifica in collaborazione con il Politecnico di Milano che coinvolgerà i visitatori che potranno contribuire a uno studio sulle emozioni che si vivono all’interno del Museo e gli effetti che le tecnologie immersive hanno durante e dopo la visita.