L'analisi

Spese sanitarie in Lombardia, l'intervento della CGIL di Bergamo

"Le dichiarazioni 2024 (per i redditi 2023) ci restituiscono un quadro preoccupante - ha dichiarato Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo - Il 67% delle dichiarazioni presentate vede al suo interno spese sanitarie (fatture per visite o esami in privato e ticket) e la media per dichiarazione è di 1.068 euro".

Spese sanitarie in Lombardia, l'intervento della CGIL di Bergamo
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L'analisi condotta dalla CGIL di Bergamo sull'incidenza delle spese sanitarie per visite ed esami nei bilanci delle famiglie.

Spese sanitarie per visite ed esami: quanto incidono nei bilanci familiari?

Quanto incidono i costi di visite ed esami sanitari, spesso eseguiti attraverso il canale privato, su stipendi e risparmi delle famiglie della provincia di Bergamo? Se lo sono chiesti alla Cgil bergamasca e per capirlo i sindacalisti si sono messi ad analizzare gli ultimi dati delle pratiche elaborate nella più recente campagna fiscale dai propri CAAF presenti sul territorio. I contribuenti che, nel presentare la dichiarazione dei redditi 2023 per la campagna 2024 attraverso gli sportelli della Cgil, hanno portato in detrazione spese per prestazioni specialistiche e pagamento di ticket sanitari (escluse le spese legate all’acquisto di farmaci o dispositivi medici) sono stati 39.554 (sui 59.130 totali). In media si tratta di 1.068 euro a dichiarazione, in crescita rispetto agli ultimi anni.

Il segretario generale CGIL Toscano: "Il quadro è preoccupante"

«Le dichiarazioni 2024 (per i redditi 2023) ci restituiscono un quadro preoccupante - ha dichiarato Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo - Il 67% delle dichiarazioni presentate vede al suo interno spese sanitarie (fatture per visite o esami in privato e ticket) e la media per dichiarazione è di 1.068 euro, in aumento rispetto allo scorso anno quando era di 973 euro e quello precedente di 965. Nell’ultima legge di bilancio il finanziamento alla sanità pubblica è al 6% del Pil e la previsione è che nei prossimi anni scenderà fino al 5,7. Non investire sul comparto determina esattamente questo: le persone per curarsi devono pagare sempre di più di tasca loro. Ovviamente questo vale per chi ha la possibilità di farlo».

E l'incidenza nella fascia sociale dei pensionati?

«La spesa sanitaria privata media relativa ai pensionati è superiore: parliamo di una cifra di 1.118 euro per dichiarazione - ha aggiunto Giacomo Pessina, segretario generale dello Spi-Cgil provinciale - Sono 73 euro in più rispetto all’anno precedente. Circa il 70% dei pensionati che fa la dichiarazione dei redditi ha spese sanitarie in detrazione (una parte non le detrae perché incapiente Irpef). Questi semplici numeri, meglio di grandi discorsi, ci dicono che quello alla salute è un diritto costituzionale non più garantito «Un dato, infine, che va sottolineato - concludono i due sindacalisti - è che, considerando sia i lavoratori che i pensionati, circa il 70% delle dichiarazioni prese in considerazioni (e che rispecchia la maggioranza delle persone che si rivolgono a noi) è nella fascia di reddito 0-30.000 euro. Non serve spiegare quanto una spesa sanitaria di più di mille euro costituisca una ‘tassa occulta’ che grava con particolare peso su questi redditi».

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