Procedure fallimentari di impresa, il record negativo per il 2024 è nel Nord Ovest
La Lombardia guida la classifica nazionale per incremento annuale di procedure.

Procedure fallimentari di impresa nel Nord Ovest il record nazionale per il 2024.
Nel Nord Ovest il record di procedure fallimentari di impresa nel 2024
Ecco un primato di cui il Nord Ovest non va particolarmente fiero e di cui farebbe volentieri a meno: è qui che si concentra il maggior numero delle procedure di fallimenti di impresa registrate nel corso del 2024. E nella classifica delle regioni quella dove ci sono stati più ricorsi alle procedure fallimentari è la Lombardia. I numeri del fenomeno sono decisamente emblematici: secondo un’analisi del Cerved, nel 2024 sono state in totale 9.194 le procedure nel Belpaese, e di queste il 30% si sono verificate nel Nord Ovest.
La Lombardia guida la classifica
In Lombardia le procedure di fallimento nel 2022 erano state 1.412, nel 2023 sono state 1.559 e lo scorso anno hanno raggiunto quota 1.945. Sul secondo gradino del podio è la regione Lazio: qui l’incremento delle procedure è passato dalle 1.028 del 2022 alle 1.126 del 2024. In terza posizione il Veneto, con un incremento che è passato dalle 604 del 2022 alle 786 del 2024.
Per tornare nei territori del Nord Ovest si deve scorrere la classifica fino alla 6ª posizione, dove c’è il Piemonte: qui nel 2022 i fallimenti erano stati 414, nel 2023 497 e nel 2024 sono saliti a quota 659. Per dare un’idea dell’incremento, l’anno precedente in tutta Italia le registrazioni di procedure di fallimento erano state 7.848.
Società di capitali e servizi i settori più colpiti
Secondo l’indagine degli esperti, l’aumento di fallimenti si registra principalmente «tra le società di capitali (82%) e nei servizi (35%). Tra i macro-comparti in forte crescita troviamo costruzioni (+25,7%) e industria (+21,2%), in particolare metalli (+48,4%) e sistema moda (+41,1%)».
Il ruolo giocato dall’introduzione del nuovo codice della crisi dell’impresa e dell’insolvenza
Una parte importante nell’aumento delle registrazioni dei fallimenti di impresa la si deve alla piena introduzione del nuovo codice della crisi dell’impresa, misura lanciata nel terzo trimestre del 2022 e finalizzata all’anticipazione della crisi dell’impresa in difficoltà, per evitarne l’uscita dal mercato. Questo strumento ha determinato un vero e proprio boom nell’uso delle nuove procedure attivate, per esempio quelle dei procedimenti unitari e le misure cautelari e protettive:
«La crescita - si legge nel report - è stata di oltre il 170% nel 2023, seguita da un ulteriore +37,4% nel 2024».
L’aumento delle procedure concorsuali gravi
Dalla fine del 2022 si è registrata anche una crescita delle procedure concorsuali gravi. Il fenomeno è dovuto, sempre secondo gli esperti di Cerved, come contraccolpo del punto di minimo del 2020, dovuto a una moratoria sui prestiti e il recupero dell’anno successivo, nel 2021.
«Nell’ultimo biennio – spiegano nel report gli analisti – si evidenzia una crescita di eventi fallimentari, come effetto del forte incremento dei costi, soprattutto energetici, e degli oneri sui debiti. Il peggioramento della congiuntura economica nel 2024, ha accelerato la dinamica di uscita delle imprese dal mercato». Il settore più colpito dai fallimenti è quello dei servizi: «Nel comparto dei servizi sono concentrate il 35% delle procedure concorsuali gravi; seguono i comparti della distribuzione (21,2%), delle costruzioni (18,7%) e dell’industria (12,6%)».