Teatro

Teatro: la Fura dels Baus torna in Italia con una creazione ispirata all’Amleto di Shakespeare, a Milano

«Torna un classico della provocazione. Gli ossimori per la Fura sono necessari, la sua espressività artistica travalica l'idea di messa in scena e mette al centro la relazione tra attori e pubblico in una dimensione performativa totale che lo include fisicamente» commenta la direttrice Fabbrica del Vapore, Maria Fratelli.

Teatro: la Fura dels Baus torna in Italia con una creazione ispirata all’Amleto di Shakespeare, a Milano

La Fabbrica del Vapore di Milano ospiteranno la nuova creazione de La Fura dels Baus ispirata all’Amleto di Shakespeare.

La Fura dels Baus torna in Italia alla Fabbrica del Vapore di Milano

La Fura dels Baus torna in Italia con la nuova creazione immersiva «Sons: ser o no ser», ispirata all’Amleto di Shakespeare, che debutta il 28 novembre (poi fino al 14 dicembre), in esclusiva nazionale, alla Fabbrica del Vapore di Milano. Sotto la direzione artistica di Carlus Padrissa, storico regista e co-fondatore della compagnia, lo spettacolo unisce teatro fisico, video, scenografie digitali e suono surround, immergendo lo spettatore in un viaggio tra la vita e la morte, la ragione e la follia, la libertà e la responsabilità.

La de-costruzione dell’Amleto in cui il pubblico diventa parte della scena

L’opera si presenta come una de-costruzione dell’Amleto. In piedi all’interno di un ambiente a pianta aperta, il pubblico quindi non è più semplice osservatore ma diventa parte integrante della scena, interagendo con gli attori e vivendo da protagonista ogni momento dello spettacolo. La Fura rompe ancora una volta la “quarta parete” e spinge lo spettatore fuori dalla propria zona di comfort, con una proposta che mescola arte, tecnologia ed emozione. «Il nostro è un teatro che provoca e fa secernere adrenalina – afferma Padrissa – Con Sons vogliamo creare un cortocircuito sensoriale, una riflessione collettiva e fisica sul nostro tempo, attraverso uno dei testi più iconici della storia del teatro». La messinscena si distanzia dalle versioni classiche del testo per affrontare temi attuali come l’impatto del capitalismo, l’emergenza ambientale e la fragilità umana in un mondo iperconnesso. L’opera non mira a fornire risposte, ma a stimolare una riflessione sul mondo contemporaneo e sulla crisi di valori che lo attraversa.

La compagnia catalana e il dialogo continuo con il territorio

Come di consueto per la compagnia catalana, l’arrivo a Milano prevede un dialogo con il territorio: otto attori emergenti della scena locale saranno infatti coinvolti nel cast grazie a un laboratorio formativo realizzato in collaborazione a realtà artistiche milanesi.

«Torna un classico della provocazione. Gli ossimori per la Fura sono necessari, la sua espressività artistica travalica l’idea di messa in scena e mette al centro la relazione tra attori e pubblico in una dimensione performativa totale che lo include fisicamente» commenta la direttrice Fabbrica del Vapore, Maria Fratelli.
«Portare a Milano una compagnia come La Fura dels Baus è una scelta che rispecchia la nostra volontà di proporre al pubblico esperienze teatrali uniche, radicali e innovative – sottolinea Gianmario Longoni, direttore artistico di Show Bees – diamo vita a un evento che non è soltanto spettacolo, ma un rito collettivo, un incontro tra arte e tecnologia capace di scuotere coscienze e di trasformare profondamente il modo di vivere il teatro. Oggi più che mai è importante riscoprire il rapporto che il teatro sa rendere fisico fra le persone che è la chiave emotiva per ricordare di scoprire o riscoprire la natura profonda delle relazioni umane che sta alla base della società e della cultura».

La Fura dels Baus

Fondata a Barcellona nel 1979 da Marcel lí Antúnez Roca, Quico Palomar, Carlus Padrissa e Pere Tantinya, La Fura dels Baus è sinonimo di eccesso, innovazione, adattamento, ritmo, evoluzione e trasgressione. Questa essenza così propria e unica l’ha definita come pioniera nella riconcettualizzazione di due elementi fondamentali dell’arte drammatica: lo spazio teatrale e il pubblico. Ha infatti ridefinito lo spazio spostandolo in contesti non convenzionali, e ha trasformato il ruolo dello spettatore da passivo ad attivo, rompendo la “quarta parete”. La capacità di unire e adattare carnalità e misticismo, natura e artificio, rudezza e raffinatezza, primitivismo e tecnologia in ogni performance ha costruito il successo e il prestigio internazionale della compagnia. Inoltre, uno dei principi guida de La Fura è lavorare con persone del posto per creare sinergie nei territori in cui si esibisce, generando esperienze e connessioni con i partecipanti che vanno oltre lo spettacolo stesso.
Tra le curiosità: nel 1992 ha realizzato la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Barcellona. In Italia, l’allestimento di Tannhäuser di Wagner con Anja Harteros, Robert Dean Smith e la direzione di Zubin Mehta al Teatro alla Scala nel 2010.