Cultura

L'indagine tra il bene e il male nelle scelte al centro della stagione '25/'26 del Teatro Regio di Torino

Ci saranno anche Muti e Bolle.

L'indagine tra il bene e il male nelle scelte al centro della stagione '25/'26 del Teatro Regio di Torino
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Rosso come la passione, l’amore e l’energia, ma anche come il tradimento, la gelosia, il dolore. E’ il colore tra i più significativi del pantone il tema della stagione 2025/26 del Teatro Regio di Torino, che tra nuove proposte e grandi classici offre un cartellone rivolto a tutti. Dieci titoli, quattro nuovi allestimenti, tre appuntamenti di danza e due novità.

Subito con i grandi nomi

I grandi nomi che fanno notizia sono Roberto Bolle in “Caravaggio” e Riccardo Muti nel “Macbeth” di Verdi, ma l’inaugurazione della prossima Stagione d’Opera e di Balletto sarà il 10 ottobre p con un nuovo allestimento di “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai, tratto dalla tragedia di Gabriele D’Annunzio, ispirata al celebre episodio dantesco del V Canto dell’Inferno, il dramma racconta l’amore proibito e travolgente tra Paolo e Francesca. In scena dall’8 al 16 novembre uno dei capolavori più vivaci, raffinati e sorprendenti di Wolfgang Amadeus Mozart: “Il ratto dal serraglio”, un intreccio fatto di disavventure, gelosie e bramosia all’insegna della bontà e del perdono. Dal 27 al 29 novembre il piemontese Roberto Bolle porta per la prima volta a Torino Caravaggio, la creazione coreografica di Mauro Bigonzetti. A dicembre, due balletti iconici: dal 5 al 14 torna il Balletto del Teatro Nazionale di Praga con “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev, nella coreografia di John Cranko, mentre dal 19 al 28 dicembre debutta al Teatro Regio il Balletto dell’Opera Nazionale di Riga con “Il lago dei cigni” di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

L'anno nuovo inizierà sotto il segno di Rossini e Verdi

“La Cenerentola” di Gioachino Rossini, in scena dal 20 al 27 gennaio aprirà il nuovo anno con produzione che promette leggerezza e incanto (regia di Manu Lalli e direzione di Antonino Foglian), mentre il rosso sangue del “Macbeth” di Giuseppe Verdi sarà portato dal maestro Riccardo Muti nell’allestimento firmato dalla figlia Chiara Muti. Il debutto a Torino sarà per i “Dialoghi delle carmelitane” di Poulenc, uno dei più grandi capolavori del Novecento (31 marzo - 12 aprile), mentre a chiudere la Stagione saranno due nuove produzioni dei “Puritani” e di “Tosca”, per la firma di Pierre-Emmanuel Rousseau e di Stefano Poda.

L'ottimismo del sindaco di Torino Stefano Lo Russo alla conferenza di presentazione

Alla presentazione della Stagione, ottimismo e fiducia da parte del sindaco di Torino e presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo, che ha commentato l’ottimo andamento dell’attività del Teatro che, «essendo un teatro lirico-sinfonico in Italia, non è cosa scontata». Gli abbonamenti sono cresciuti del 20% lo scorso anno, dopo la battuta di arresto post pandemia. Si torna alla normalità e alla progettualità, come hanno spiegato bene il sovrintendente Mathieu Jouvin, il direttore artistico Cristiano Sandri, il direttore musicale Andrea Battistoni illustrando i dettagli delle recite. «La nuova Stagione si addentra in quella “regione cruciale dell’anima in cui il Male assoluto si oppone alla fratellanza”, individuata dallo scrittore e intellettuale francese André Malraux, in cui ciascuno di noi è messo alla prova perché chiamato a discernere tra desiderio ed etica, tra potere e giustizia, infine tra male e bene - ha commentato Jouvin - E’ uno spazio interiore e rivelatore che il teatro lirico, attraverso la forza delle emozioni e l’universalità della musica, ci aiuta ad abitare e comprendere meglio della ragione. E’ lì che si gioca la battaglia decisiva dell’animo umano: la capacità di scegliere la virtù invece del male, e con essa il senso stesso della nostra esistenza. In questo cammino profondo e accidentato, il filo conduttore è Rosso, titolo che evoca ciò che pulsa sotto la superficie delle storie: è il sangue che scorre nelle vene, è energia primordiale che alimenta l’ardore o la violenza; è fuoco del desiderio e calore di chi lotta per un ideale, per amore, per la libertà; è simbolo di conflitto e tensione vitale. Nessuno esce illeso dal rosso: alcuni lo cercano, altri lo subiscono, ma tutti lo portano addosso. Quello che ci interessa raccontare non è il traguardo, ma il percorso: mutevole, irto di ostacoli, capace di rivelare la complessità dell’animo umano. E’ nel sottile confine tra desiderio e virtù che si avviluppano queste fortissime tensioni: è in questa regione cruciale che il teatro trova il suo senso più autentico».
Informazioni, biglietti e abbonamenti sul sito teatroregio.torino.it e alla biglietteria del Teatro, in piazza Castello 215 a Torino.

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