E' tutto pronto a Mantova per il Festivaletteratura, dal 3 al 7 settembre
L'appuntamento è uno dei più consolidati per condividere visioni e interpretazioni del mondo in cui viviamo.

Quest’anno è più forte che mai il desiderio di ritrovarsi per mettere a confronto le storie, lasciare spazio alle idee, trovare parole per leggere e affrontare quello che succede intorno.
Festivaletteratura si terrà a Mantova da mercoledì 3 a domenica 7 settembre
Impossibile oggi non sentire il mondo, e tenendo le piazze della città sempre aperte al dialogo e all’ascolto, il Festival, alla sua 29ª edizione, chiama scrittrici e scrittori dai territori sconvolti dai conflitti e dalle aree attraversate da silenziosi o più evidenti sommovimenti. Grazie a loro – e alle altre centinaia di ospiti attesi a Mantova – per cinque giorni Festivaletteratura proverà a portare lo sguardo là dove i nostri occhi normalmente non arrivano, a raccogliere voci che altrimenti non riuscirebbero a farsi udire, a restare vigili e in relazione, affidandosi alla letteratura.
Quella 2025 è un’edizione che non rinuncia a pensare al futuro e a tracciare strade per muoversi nei tempi che verranno. Lo farà come di consueto coinvolgendo prima di tutti giovani e giovanissimi: «sognare forte», la residenza poetica e comunitaria che impegnerà per due giorni ragazze e ragazzi al Forte di Pietole a immaginare nuovi mondi possibili, è solo l’ultimo degli spazi che il Festival ha aperto per permettere alle nuove generazioni di portare nel dibattito la propria energia e questioni, istanze, bisogni a volte trascurati o più spesso considerati secondo prospettive ormai logore.
L'anniversario di uno dei luoghi più importanti della città
Peraltro è un anno speciale per Mantova: 500 anni fa apriva il cantiere di Palazzo Te, la residenza gonzaghesca suburbana realizzata da Giulio Romano che per il Festival è stata ispirazione e sede di molti dei suoi eventi più originali. L’anniversario è una delle occasioni che Festivaletteratura coglie per cercare di rovesciare la prospettiva e tornare a lasciarsi stimolare da opere e autori del passato prossimo o dei secoli più remoti. Attraverso percorsi di ricerca che privilegiano punti d’osservazione inediti, il Festival riporterà l’attenzione sui libri che segnarono quel 1525, ma anche sull’attività creativa di Carlo Goldoni a Mantova, sui mille volti di Agatha Christie, sul Virgilio più misterico e notturno, in costante tensione con le domande e il sentimento del nostro tempo.
Il programma
Tracciare mappe che rendono comprensibili spazi altrimenti sconfinati: il Festival propone quest’anno una possibile cartografia per orientarsi nel panorama letterario del nostro tempo, attraversando continenti, generazioni e generi diversi, prendendo quattro autori come primi punti cardinali. Dalle periferie di Buenos Aires si presenta Mariana Enríquez, regina del nuovo gotico latino-americano, in cui orrore sociale e soprannaturale si fondono senza soluzione di continuità; dalla Scozia torna Ali Smith, maestra del romanzo europeo capace di tradurre in letteratura le ansie, le speranze e le contraddizioni del nostro tempo; dal Giappone Mieko Kawakami che con crudezza poetica racconta la condizione della donna in una società ancora profondamente patriarcale; dagli Stati Uniti giunge infine Ocean Vuong, poeta e romanziere di origine vietnamita, che fonde memoir e finzione in una potente visione della diaspora asiatica e dell'identità queer in America. Ma se le mappe servono anche per essere messe in discussione, a disegnare una cartografia eterodossa ci aiutano Jamaica Kincaid, esponente di punta della letteratura postcoloniale che ha esplorato i temi del colonialismo, dell'identità e della resistenza; Adania Shibli, scrittrice palestinese che narra la violenza dell'occupazione e le sue cicatrici; ed Elgas, giovane narratore e saggista senegalese, che con una prosa tagliente e ironica affronta questioni come il razzismo, il movimento decoloniale, l’identità e l'immigrazione.
Sfidare le convenzioni significa anche ridefinire i confini del genere e dell'identità, come dimostrano due scrittori di generazioni diverse, uniti dalla capacità di trasformare l’esperienza dei margini in materia letteraria universale: Armistead Maupin, autore di riferimento della letteratura americana degli ultimi decenni e leggendario cronista della San Francisco queer degli anni Settanta e Ottanta, e l’argentina Camila Sosa Villada, che nei suoi romanzi attinge dalle sue esperienze di donna transgender per trasformare episodi di vita vissuta in narrazioni universali. Sempre dal continente americano arrivano tre delle voci letterarie più attese di questa edizione: il premio Pulitzer Elizabeth Strout; il talentuoso Nathan Hill, considerato da John Irving “il miglior giovane scrittore della narrativa americana”; e il poeta e romanziere cileno Alejandro Zambra, uno degli autori più rappresentativi della letteratura latinoamericana contemporanea.
Il focus sarà "La scoperta dell'Olanda"
La mappa europea di questa edizione è complessa e stratificata, il focus sarà "La scoperta dell'Olanda", organizzato con il sostegno della Fondazione olandese, e porterà al Festival otto autori e autrici nederlandesi. Tra gli altri ospiti, anche Roberto Saviano, Cecilia Sala, Antonio Scurati, Guus Kuijer, Antonio Albanese, Vasco Brondi, Marija Stepanova, Armistead Maupin, Lydie Salvayre, Andrea Pennacchi, Teresa Ciabatti, Jan Brokken, Gad Lerner, Omar El Akkad, Jamaica Kincaid, Alejandro Zambra, Paul Murray, Beppe Severgnini, David Almond, Camila Sosa Villada, Melania G. Mazzucco, Didier Fassin.