Cultura

Compie 10 anni il laboratorio milanese di cultura e filosofia Mechrí

«Con il consueto approccio transdisciplinare - spiega la presidente Florinda Cambria - le attività del 2025-2026 si concentrano su questa domanda, articolandosi su differenti livelli interconnessi. Ai due seminari permanenti, quello di Filosofia e quello delle Arti dinamiche, si affianca un vasto programma di Letture del mercoledì per dar voce ai lessici plurali di geografi e geografie, scientifiche e non. Tali percorsi fanno da sfondo e da cornice per il ciclo dei Linguaggi in transito, nel quale prendono parola esponenti della disciplina di riferimento. Corona il ciclo l’incontro con il professor Franco Farinelli, al quale poniamo una domanda molto diretta: Che ne è della geografia umanistica oggi?».

Compie 10 anni il laboratorio milanese di cultura e filosofia Mechrí

«Mechrí», laboratorio di filosofia e cultura milanese, compie 10 anni e fa il punto sulle traiettorie di pensiero percorse fino a qui interrogandosi sul tema «Geografie: scritture della terra».

Compie 10 anni il laboratorio di filosofia e cultura Mechrí

In che modo le direzioni e gli approdi, le intenzioni e i desideri lasciano traccia di sé, come anonime mappe mobili che orientano l’andirivieni di pratiche e aspirazioni condivise?

«Con il consueto approccio transdisciplinare – spiega la presidente Florinda Cambria – le attività del 2025-2026 si concentrano su questa domanda, articolandosi su differenti livelli interconnessi. Ai due seminari permanenti, quello di Filosofia e quello delle Arti dinamiche, si affianca un vasto programma di Letture del mercoledì per dar voce ai lessici plurali di geografi e geografie, scientifiche e non. Tali percorsi fanno da sfondo e da cornice per il ciclo dei Linguaggi in transito, nel quale prendono parola esponenti della disciplina di riferimento. Corona il ciclo l’incontro con il professor Franco Farinelli, al quale poniamo una domanda molto diretta: Che ne è della geografia umanistica oggi?».

Da 3 anni c’è anche Mechané per la costruzione di strumenti formativi

Prosegue anche il percorso di Mechané, il laboratorio interno a Mechrí che, da tre anni, sonda le operazioni soggiacenti alle pratiche di progettazione e costruzione di strumenti formativi. In chiusura dell’anno sociale si colloca invece un Crocevia dei linguaggi: occasione di confronto sui temi dell’anno, che coinvolge i soci di Mechrí, il Comitato scientifico e i coordinatori delle attività.
Il seminario di Filosofia, tenuto da Carlo Sini, ha come titolo «La scienza universale. Dalla geografia all’informatica e oltre»: nel primo ’800, tra Illuminismo e Romanticismo, nasce la Geografia moderna, soprattutto per l’opera straordinaria di Alexander von Humboldt. Nasce come scienza universale che unifica in sé descrizione, misura, figura e racconto. Saperi scientifici e saperi umanistici procedono in reciproca integrazione. Oggi la pretesa di una scienza universale, detentrice della scrittura della verità e della Terra, è avanzata dall’Informatica, sulla base della Fisica, della Matematica e dell’Ingegneria elettronica. Un modello che, per certi tratti, risale a Leonardo, quando però l’arte, il disegno, la scrittura non avevano ancora fatto divorzio.

Il seminario svolgerà questi tre momenti dell’idea di una scienza universale, di cui la Geografia è tuttora erede. Il seminario delle Arti dinamiche, a cura di da Florinda Cambria e Tommaso Di Dio, si dedica alle «Arti della terra, la conoscenza delle sabbie»: la geografia è anzitutto un’arte dell’orientamento e delle sue molteplici scritture, la disciplina di chi ha legato in un solo nodo operativo il sapere del corpo umano a quello del corpo terrestre. Eppure, non si dà scrittura che non sia montaggio di movimenti e così mappa e prescrizione di un mondo a venire. Nel suo millenario cammino, la geo-grafia si è disseminata in una molteplicità di supporti, che si offrono come crogiuolo dei desideri degli umani: manifesto, mediante proiezioni cartografiche, di plurime aspirazioni in un cammino non più solo terrestre, ma oggi interplanetario. Il seminario tenterà poi di costruire una mappa delle scritture della Terra, indagando alcune immagini e figurazioni artistiche per cogliere il desiderio geo-poietico e geo-mantico da cui esse muovono. Come ha scritto Henri Lefebvre, al fondo della geografia e di ogni mappa c’è una domanda, l’esigenza di «creare (produrre) lo spazio planetario come supporto sociale di una vita quotidiana trasformata».

Il 28 settembre l’inaugurazione al Teatro La Cucina – Olinda

Quali opere d’arte hanno tentato questa impresa? E qual è il punto di origine di tutte le pratiche geo-grafiche, il site-specific per eccellenza, l’origine danzante di ogni spazializzazione, la vertigine di sabbie in movimento nel cui fondamento mobile ogni scrittura prova a dire di sé e della Terra?
Il 28 settembre al Teatro La Cucina – Olinda l’inaugurazione del nuovo anno e la festa per il decennale. Alle 15 la presentazione dell’archivio digitale dell’Associazione, completamente rinnovato e riordinato e il lancio della neonata rivista «Magazzini Mechrí»; una pausa caffè e poi «Reading mechritico»: piccoli camei di parole, nate e cresciute a Mechrí, risuonano nella voce e si trasformano nella memoria di chi oggi le ricorda perché c’era, regalandole a chi non c’era e vorrà da qui in poi ricordarle. A seguire, «Legature» che nasce dall’immagine del meraviglioso ficus secolare di piazza Marina a Palermo, che evoca, per la sensibilità dei due musicisti, la complessità delle vite che scorrono, si intrecciano e gettano inattese radici a Mechrí. In linguaggio tecnico musicale, le legature sono essenziali per l’intreccio dei suoni, della tessitura, dell’ordito, per esprimere al meglio una frase, un concetto, una sfumatura. Sul filo di questi pensieri, inizia Franco Pavan suonando il liuto in re minore, musica francese del XVII secolo, alternando suoni e (poche) parole. Prosegue Margherita Anselmi con un racconto-ascolto e un montaggio di video musicali dedicati a Schumann. Si chiude con la proiezione del film «Carlo Sini», realizzato da Teatro Akropolis (Genova) nel 2021 per la regia di Clemente Tafuri e David Beronio. Il film appartiene al ciclo «La parte maledetta. Viaggio ai confini del teatro», confini che Sini ha reso porosi alla filosofia e che Mechrí continua ad attraversare.