I risultati dell'indagine Caritas

Volontariato è al Nord la spesa più alta secondo l'indagine della Caritas

«Obiettivo dell’indagine è far compiere al nostro Paese passi in avanti sul piano del riconoscimento delle competenze trasversali, in ambito scolastico e lavorativo, di chi opera nel Terzo settore, realizzando quanto già disposto dal Codice d’ambito» spiega Caritas.

Volontariato è al Nord la spesa più alta secondo l'indagine della Caritas
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Volontariato al Nord è la spesa più alta secondo l'indagine di Caritas: in Piemonte e Lombardia i dati migliori.

In Piemonte e Lombardia i dati di spesa più alti per il volontariato

Le attività di volontariato sono svolte soprattutto nelle regioni del Nord Italia: Lombardia (19,4%), Piemonte (10,8%) e poi Emilia-Romagna (10%) mentre la Liguria è tra i fanalini di coda con il 2,9%. E’ il dato che emerge da «Noi+. Valorizza te stesso, valorizza il volontariato», la ricerca promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Roma Tre, che indaga le competenze agite durante le esperienze di volontariato e le motivazioni individuali che spingono all’impegno solidale. «Obiettivo dell’indagine è far compiere al nostro Paese passi in avanti sul piano del riconoscimento delle competenze trasversali, in ambito scolastico e lavorativo, di chi opera nel Terzo settore, realizzando quanto già disposto dal Codice d’ambito» spiega Caritas. La ricerca ha coinvolto circa 10mila volontari in tutta Italia. Oltre il 50% dei rispondenti mette in campo, spesso o sempre nelle proprie attività di volontariato, le 11 tipologie di competenze trasversali indicate.

Le competenze sociali le più agite

Le competenze più agite sono quelle sociali (92,5%), che attengono all’empatia, alla capacità di comunicare in modo efficace e collaborare, seguite con l’86,9% dalla competenza di “apprendere ad apprendere” (intesa come capacità di imparare e sviluppare pensiero critico durante tutte le fasi della vita) e dalle competenze personali (come la capacità di gestire le proprie emozioni e di affrontare i cambiamenti) all’85%. Supera l’80% anche la competenza di cittadinanza, ovvero la capacità di agire da cittadini responsabili e partecipare pienamente alla vita civica e sociale. Di contro, le meno agite sono quelle manageriali e di leadership con il 43,4% del campione che ha risposto di utilizzarle qualche volta o mai, la competenza imprenditoriale al 42% e le competenze legate alla gestione del cambiamento con il 39,3%.

Divario di genere rilevato

«Noi+» rileva un divario di genere: in 9 tipologie di competenze su 11 sono le donne a prevalere, con una differenza che supera i dieci punti percentuali nelle competenze interculturali (+12,4% rispetto agli uomini) e in materia di consapevolezza ed espressione culturali (+10,7%). Fanno eccezione le competenze manageriali e di leadership e la competenza digitale.
Per quanto riguarda la distribuzione per età, le competenze personali e sociali sono più presenti nei volontari tra i 18 e i 30 anni, mentre la capacità di apprendere è tipicamente associata ai 30-45enni. Le competenze di cittadinanza sono invece più riconosciute tra i 45-65enni.

Il focus sulle motivazioni

In merito alle motivazioni che spingono i rispondenti a svolgere attività di volontariato emerge, oltre al contributo alla comunità (87,6%), altre motivazioni che includono l’arricchimento professionale (32,1%), la fede nella causa del gruppo (31,7%) e la volontà di rispondere ai bisogni urgenti della società (26,7%). Oltre la metà dei volontari (53,8%) ritiene che il proprio impegno abbia un forte impatto nel modificare la realtà, a esempio rendendo migliori la cultura, gli stili relazionali, i modelli sociali e anche l’organizzazione dei servizi. Inoltre, più del 75% afferma che fare volontariato ha cambiato profondamente il proprio modo di pensare, specialmente tra i giovani adulti.

Tra i giovani volontari con età fino a 30 anni, assumono valori molto maggiori la possibilità di esplorare i propri punti di forza e mettersi alla prova (+18,2%) e l’opportunità di arricchimento professionale (+17,4%), mentre è percepita con meno intensità l’urgenza di far fronte ai bisogni (-10,6%). I giovani volontari, inoltre, sono maggiormente convinti, rispetto alla media, che fare volontariato contribuisca a cambiare la realtà (+6,5%) e che il volontariato cambi il loro modo di pensare (+4,6%).

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