Universo Pensionati Piemonte, la ricerca pubblicata dalla Cisl
Non ci sono più i pensionati di una volta, si potrebbe dire. Di certo non si può più associare (come forse veniva spontaneo fino a meno di un decennio fa) il concetto “pensionato uguale anziano” e forse anche nonno. Ci sono meno nipoti per il calo demografico e si ha più voglia di curare i propri interessi.

Universo Pensionati Piemonte è il titolo della ricerca pubblicata dalla Cisl regionale che ha cercato di fare un quadro della situazione sul territorio.
Universo Pensionati Piemonte è il rapporto che spiega come sono cambiati gli anziani in Regione
Non ci sono più i pensionati di una volta, si potrebbe dire. Di certo non si può più associare (come forse veniva spontaneo fino a meno di un decennio fa) il concetto “pensionato uguale anziano” e forse anche nonno. Ci sono meno nipoti per il calo demografico e si ha più voglia di curare i propri interessi. Il tutto con la necessità di porre attenzione alle risorse economiche e alla propria salute: due fattori altamente condizionanti. A confermarlo è la ricerca «Universo Pensionati Piemonte» pubblicata da Cisl Piemonte che ha sottoposto un questionario diviso in quattro macro sezioni proprio ai pensionati e ha raccolto 2.263 questionari: 1.676 nelle sedi e 587 online. Il 52% di chi ha risposto è uomo, un terzo proviene dalla provincia di Torino; seguono Cuneo (18,3%), Alessandria (12%) e Novara (11,8%). Le indicazioni legate sia all’età sia al titolo di studio sia alla composizione familiare di chi ha risposto rispecchiano i dati complessivi piemontesi raccolti da Istat e il campione dell’indagine diviene quindi significativo.
Quasi i 2 terzi del campione hanno una pensione da 1000 a 2mila euro al mese
Una delle domande poste riguardava gli aspetti economici: quasi i due terzi del campione percepisce tra i 1mila e i 2mila euro di pensione al mese; il 16,5% ha una pensione inferiore a 1000 euro, il 16,7% gode di una pensione oltre i 2mila euro mensili e tra i laureati il 25% ha una pensione superiore a 2.500. Le differenze di genere sono particolarmente marcate nelle fasce più basse: il 24,9% delle donne ha una pensione inferiore a mille euro, a fronte dell’8,6% degli uomini. Eppure i pensionati aiutano, anche in modo abituale, i figli: sono il 60% del campione che sommato al 25,9% di chi dà aiuto solo in determinate circostanze (a esempio per l’acquisto di un’automobile o di un immobile), si arriva all’84,5%.
Lo scarso funzionamento dell'ascensore sociale
Chi ha una pensione inferiore a mille euro, tende ad aiutare più spesso anche nelle spese quotidiane (68,2%, quasi il 10% in più rispetto al dato generale) e questo può essere interpretato come un segno dello scarso funzionamento del cosiddetto “ascensore sociale”: chi cresce in un contesto più povero, sembra avere maggiori probabilità di avere bisogno di un aiuto costante. Con questo scenario, solo il 13,5% dichiara di risparmiare una parte consistente dei redditi; sono molti di più (il 43,8%) coloro che riescono a tenere da parte poche decine di euro. Più di un quarto del campione (27,3%) dichiara di non riuscire affatto a risparmiare e il 12,6% è costretto ad attingere ai propri risparmi per fare fronte alle spese.
Più di 3/4 del campione vive in una casa di proprietà
Più di tre quarti del campione dichiara di abitare in una casa di proprietà, sua o del/della partner. Solo il 17,9% vive in affitto: mentre la casa di proprietà è plebiscitaria per le persone sposate, la situazione è più variabile tra i single (la proprietà scende al 59,6%, mentre l’affitto sale al 34,7%) e i separati (57,5% in casa di proprietà, 35,9% in affitto).
«Conformemente con tutti i vari studi che collocano il Piemonte tra le Regioni in cui il benessere è abbastanza diffuso, per il 62,2% del campione è stato calcolato un indice di rischio di povertà pari a zero - si legge nelle pagine della ricerca - Guardando ai punteggi di rischio più elevati, però, è chiaro come questo rischio non sia affatto marginale. Più del 10% del campione presenta una situazione di rischio elevato, sommando coloro per i quali è stato calcolato un indice di rischio moderato, si sfiora un terzo del campione. Sarebbe sbagliato interpretarlo in modo allarmistico, dicendo che un terzo dei pensionati piemontesi vive in povertà ma non è sbagliato porre un accento sulla questione».