L'osservatorio

Turismo in Liguria il bilancio di giugno e luglio conta 24mila arrivi in più dell’anno precedente

Positivo il dato che riguardava gli arrivi, passati dai 624.483 del giugno 2024 ai 659.881 di quest’anno, con un incremento di oltre 35mila unità, pari al 5,67%. Anche su questo fronte, si era registrata una crescita sia degli arrivi dal territorio nazionale (+2,56%) che dall’estero (+9,06%).

Turismo in Liguria il bilancio di giugno e luglio conta 24mila arrivi in più dell’anno precedente

I primi dati raccolti per i mesi di giugno e luglio segnano un deciso incremento del turismo in Liguria per questa estate.

Turismo in Liguria giugno e luglio 24mila arrivi in più rispetto al 2024

In attesa dei dati di agosto, che dovrebbero evidenziare una buona ripresa dei flussi turistici – se confermate le indicazioni che davano sold out le strutture alberghiere quantomeno nella settimana di Ferragosto – la Liguria si consola con un primo bilancio dei mesi di giugno e luglio. Rispetto allo stesso bimestre del 2024 si sono registrati circa 24mila arrivi in più (pari all’1,72%) e un incremento di 68mila presenze, che valgono un aumento dell’1,5%.

Aumentano anche le presenze

Dall’Osservatorio turistico regionale della Liguria si sottolinea un incremento nei primi sette mesi dell’anno del 2,83% degli arrivi e un contenuto +0,6% di presenze. Questo dato è rapportato allo stesso periodo gennaio-luglio del 2024 e – come lo scorso anno – non tiene conto di case vacanza e similari, che invece dal prossimo anno rientreranno nel computo complessimo. La flessione di luglio era prevista ed è motivata – dai tecnici della regione – con le numerose allerte meteo rilasciate nell’arco del mese e delle conseguente “cattiva stampa” nazionale, che ha enfatizzato condizioni atmosferiche che nei fatti non si sono rilevate quasi mai attinenti alla realtà.

L’unico neo, le allerte meteo di luglio

Il calo di luglio è evidenziato soprattutto dall’importante risultato cristallizzato alla fine di giugno, quando lo stesso Osservatorio aveva rilevato un’impennata delle presenze turistiche nella nostra regione pari al 6,3 % rispetto allo stesso mese del 2024. Con un saldo positivo sia per quanto riguardava i turisti italiani (+1,6%) sia per gli stranieri (+12,19%).
Positivo anche il dato che riguardava gli arrivi, passati dai 624.483 del giugno 2024 ai 659.881 di quest’anno, con un incremento di oltre 35mila unità, pari al 5,67%. Anche su questo fronte, si era registrata una crescita sia degli arrivi dal territorio nazionale (+2,56%) che dall’estero (+9,06%).

«I dati consolidati di giugno confermano un andamento estremamente positivo per il turismo ligure, e smentiscono ogni narrazione di crisi – aveva commentato a suo tempo l’assessore al Turismo della Regione Liguria Luca Lombardi rispondendo alle voci critiche che si erano levate -: le presenze degli italiani sono cresciute rispetto al 2024 e quelle degli stranieri hanno registrato un incremento ancora più marcato. Non sono quindi opportune le polemiche, che non fanno altro che danneggiare un comparto strategico per la nostra economia. I numeri, infatti, dimostrano come la nostra regione continui ad essere sempre più attrattiva e amata, capace di accogliere e di soddisfare le esigenze di fette sempre più ampie di visitatori, grazie alla sua straordinaria varietà. Proprio per questo siamo intenzionati a continuare a investire in una promozione strategica che sta dando grandi risultati, proseguendo per esempio con la valorizzazione dei borghi e dell’entroterra, che stanno diventando un elemento distintivo e riconosciuto della nostra offerta. Nel 2024 – aveva concluso Lombardi – la Liguria si è posizionata al terzo posto in Italia per arrivi turistici in rapporto alla dimensione regionale con 5,2 milioni di arrivi, dietro soltanto a Veneto e Trentino-Alto Adige. Secondo i dati elaborati da Teha -The European House – Ambrosetti, se l’Italia avesse lo stesso flusso turistico della Liguria, il numero di turisti crescerebbe di 149,5 milioni, con un impatto sull’economia nazionale di 58 miliardi di euro, pari al 2,7% del PIL nazionale».