Medicina

Sclerosi multipla e il virus di Epstein Barr: lo studio che coinvolge il Piemonte

La recente dimostrazione di un nesso causale fra virus di Epstein Barr e sclerosi multipla ha aperto nuove prospettive non solo per curare ma anche per prevenire questa malattia.

Sclerosi multipla e il virus di Epstein Barr: lo studio che coinvolge il Piemonte
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Uno studio che coinvolge il Piemonte è stato pubblicato e riguarda le correlazioni tra la sclerosi multipla e il virus di Epstein Barr.

Sclerosi multipla ed Epstein Barr: lo studio che coinvolge il Piemonte

La recente dimostrazione di un nesso causale fra virus di Epstein Barr e sclerosi multipla ha aperto nuove prospettive non solo per curare ma anche per prevenire questa malattia. Soprattutto per quanto riguarda la prevenzione, un vaccino contro l’Ebv rappresenta l’approccio più logico. Tuttavia, poiché il virus infetta “naturalmente” – e senza particolari conseguenze – più del 90% della popolazione adulta, vaccinare “a tappeto” può non essere semplice, anche per problematiche di accettazione, come la recente pandemia ha insegnato. Dopo diversi anni di lavoro, una possibile soluzione potrebbe arrivare da uno studio internazionale coordinato dal Centro Sclerosi Multipla dell’Università Sapienza – Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, a cui ha partecipato anche la professoressa Sandra D’Alfonso, ordinaria di Genetica medica al dipartimento di Scienze della salute dell’Università del Piemonte Orientale.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences

Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, mostra che alcune varianti del virus “dialogano” con i geni che predispongono alla sclerosi multipla in un modo che le rende più a rischio di provocare la malattia. «Si tratta di risultati molto importanti e innovativi, che ci forniscono una chiave per spiegare perché un’infezione diffusa nel 90-95% della popolazione mondiale possa favorire l’esordio della sclerosi multipla solo in una piccola porzione di individui – dichiara Paola Zaratin, direttore Ricerca scientifica Aism-Fism – Questi risultati forniranno utili informazioni sulla strategia dello sviluppo di vaccini personalizzati anti-Ebv».

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