Sanità piemontese sotto i riflettori: bruciati i fondi anti liste d'attesa
L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha però confermato l’intenzione di ripartire in estate con le prestazioni aggiuntive.

Il Consiglio regionale torna a occuparsi della sanità piemontese e nello specifico nell'agenda politica della Regione sono finiti i fondi per le prestazioni aggiuntive, esauriti troppo in fretta.
Il Consiglio torna a occuparsi della sanità piemontese e della sua gestione
Gestione regionale della Sanità sotto accusa in maniera costante e ancora una volta in Consiglio regionale. In questa seduta, sotto i riflettori, ci sono i fondi destinati per le prestazioni aggiuntive, 20 milioni, che si sono esauriti troppo velocemente.
L'accusa del consigliere Domenico Rossi
«Polverizzati in due mesi o poco più - afferma il consigliere regionale Pd Domenico Rossi - Il portafoglio è vuoto mentre i tempi per un esame o una prestazione sono ancora lunghi, anzi lunghissimi. Basta dare un’occhiata ai siti delle aziende sanitarie dove sono riportati gli ultimi rilevamenti: alle Molinette 296 giorni di attesa per una prima visita cardiologica, 198 per una mammografia, 364 per una visita oculistica. Per rimanere su Torino un anno di attesa per una visita dermatologica, 255 giorni per una gastroenterologica e 302 giorni per una pneumologica al Regina Margherita, mentre sono 277 i giorni di coda per una mammografia al Sant’Anna. Se ci spostiamo a Novara, l’altro hub ospedaliero del Piemonte, i pazienti aspettano 470 giorni per una colonscopia, 312 per una mammografia, 190 per una visita cardiologica. Nel mezzo gli altri ospedali, ambulatori e presidi tutti in sofferenza e dove impressiona la lista di prestazioni nemmeno disponibili». Per ora sono in corso interlocuzioni con il ministero e con gli uffici del bilancio per individuare nuove risorse. «L’ennesimo provvedimento spot che conferma quanto il sistema sia sotto finanziato e non sia in grado di rispondere ai bisogni di salute. Per affrontare seriamente il problema delle liste di attesa in Piemonte non servono palliativi ma una strategia a medio e lungo termine. Soprattutto occorre mettere da parte la propaganda e riconoscere il problema e farsene carico in modo responsabile: lo chiediamo, inascoltati, da anni» ha aggiunto Rossi. L’accordo siglato con i sindacati prevedeva che, per sei mesi, le ore lavorate in più di medici e infermieri per normalizzare le performance dei servizi pubblici venissero pagate in straordinario 60 euro: «Un tentativo naufragato dopo soli due mesi in contrasto con la propaganda a cui Cirio e Riboldi ci sottopongono tutti i giorni su visite serali e nei week-end».
La risposta dell'assessore alla Sanità Federico Riboldi
L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha però confermato l’intenzione di ripartire in estate con le prestazioni aggiuntive, «partiamo dalle dieci prestazioni che registrano maggiori ritardi, con l’obiettivo di scendere da un anno a sei mesi di attesa. Lo facciamo con la contezza di numeri alla mano». Resta da capire come verranno reperite le risorse economiche.
Risorse necessarie anche in considerazione del rischio, del sistema sanitario piemontese, di un disavanzo di circa 700 milioni di euro per il 2025, con la conseguente possibilità di un piano di rientro forzato imposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, l’Agenas. «La direzione Sanità della Regione avrebbe recentemente chiesto alle Aziende sanitarie e ospedaliere di rivedere al ribasso le stime di spesa per il 2025, imponendo un ulteriore taglio di almeno 300 milioni di euro, necessario per evitare il rischio di commissariamento» ha affermato la consigliera Pd, Gianna Pentenero , chiedendone conto sempre all’assessore.
«La riduzione riguarda la spesa improduttiva non la spesa relativa alle prestazioni sanitarie - ha ribadito Riboldi - verranno sensibilmente ridotti i costi della distribuzione dei farmaci, con una organizzazione mirata di logistica sanitaria, così come gli sprechi di confezionamento e si presterà attenzione alle spese energetiche di ciascuna Azienda sanitaria. L’obiettivo ambizioso è quello di incidere in misura sostanziosa sul fenomeno della mobilità passiva, che verrà combattuta attraverso la costruzione dei nuovi Irccs: Centro trapianti presso la Città della salute di Torino, nefrologia e Centro di coordinamento delle malattie rare Asl di Torino, Ospedale Regina Margherita, San Luigi di Orbassano e Aou di Novara e Alessandria».
Per Pentenero sono necessari dati e cifre chiari: «In una situazione di forte sofferenza, non ne abbiamo ascoltate e vogliamo capire come sarà scongiurato il rischio del piano di rientro».
Intanto, è arrivato un parere di massima favorevole a maggioranza della quarta commissione sulla proposta di legge relativa all’attività privata dei medici intramoenia presentata da Luigi Icardi , Lega, per far sì che tutte le aziende sanitarie si comportino in modo omogeneo.