Il punto

Quello del turismo religioso è un settore in crescita

«Per non essere solo turisti, ma viaggiatori con un senso più profondo».

Quello del turismo religioso è un settore in crescita
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Cresce la spiritualità e la motivazione che spinge le persone a intraprendere pellegrinaggi: il turismo religioso è un settore in crescita.

In crescita il turismo religioso ecco le mete più gettonate

Terra Santa, Roma e Santiago rappresentano le tre grandi mete dei pellegrinaggi cristiani. Santiago, in particolare, è divenuto una delle mete predilette dei Cammini e chi non si trova nelle condizioni adatte a percorrere gli 800 chilometri a piedi o in bici si può appoggiare a un itinerario mediato. Cosa significa? Avere prenotati gli alloggi per la notte, i bagagli trasportati da una tappa all’altra e un pulmino d’appoggio che può essere utilizzato in caso di necessità, senza perdere l’esperienza di percorrere le strade battute, incontrare gli altri pellegrini e vivere un’esperienza di spiritualità, di meditazione, di pausa dalla quotidianità. Una proposta che il gruppo Ovet Viaggi organizza, insieme a tante altre, sempre in un’ottica di viaggio capace di regalare un valore aggiunto.

La storia del gruppo Ovet Viaggi

«La nostra agenzia nasce nel 1972 e fa riferimento alla diocesi di Bergamo - spiega Paolo Morosini, responsabile vendite e gruppi OVET - inizialmente ci occupavamo di organizzare i pellegrinaggi delle parrocchie ora offriamo un servizio a 360º ma sempre con uno spirito valoriale specifico, che segna la differenza con le proposte puramente turistico-commerciali. Oggi siamo 19 persone e pensiamo a viaggi di gruppo, proposte giornaliere, viaggi di nozze, biglietteria, sempre mantenendo un focus privilegiato sui pellegrinaggi».

I pellegrinaggi sono un modo per viaggiare

Pellegrinaggi che si intendono come «modo di viaggiare» e quindi come turismo religioso. Oltre alle tre mete per eccellenza, si possono raggiungere i santuari mariani, ma vengono organizzati anche viaggi in Cina, India, Caucaso, Giappone, Thailandia, Giordania che non tralasciano le bellezze imperdibili e le tappe consuete ma che aggiungono visite e incontri con le comunità locali per valorizzare realtà e comprendere meglio i luoghi:

«Qualifichiamo la proposta con qualcosa che dia senso al viaggio - continua Morosini - che sia unico. In Giordania, per esempio, ad Amman, ci fermiamo nel ristorante di cucina italiana aperto da un sacerdote, dove lavorano i profughi siriani e visitiamo un laboratorio di abiti gestito da donne profughe. Conoscere e nello stesso tempo sostenere realtà solidali: questa è la cifra dei nostri viaggi».

"La fede si fa viva in maniera diversa"

In questo periodo storico sono diminuiti i viaggiatori che scelgono il pellegrinaggio “tradizionale”

«perchè la fede si vive in maniera diversa e chi era abituato ai pellegrinaggi mariani, soprattutto, ha un’età avanzata - dice il responsabile OVET - ora si prediligono i grandi viaggi, con un approccio più laico, ma con un valore in più. Purtroppo la Terra Santa, con il conflitto in corso, è una meta in sofferenza e questo significa non solo Israele e Palestina ma anche Egitto e Libano, con grande difficoltà per le popolazioni locali che vivono di turismo, per le strutture costrette a chiudere. Ugualmente il conflitto in Ucraina sta bloccando quella destinazione e insieme la Russia, l’Armenia e la Georgia; queste ultime non coinvolte direttamente ma inserite nel clima di instabilità. Con questo scenario, si ha una grande ripresa delle destinazioni europee: vanno molto bene la Francia e alla Spagna con le tappe più note, unite anche ai grandi monasteri, ai percorsi collegati alle vite dei santi. Notiamo che queste proposte, nelle parrocchie, vengono subito accolte e si raggiungono bei numeri».

Per ogni meta, i gruppi hanno un accompagnatore OVET Viaggi formato in maniera specifica, anche con corsi mirati, seguiti nelle località proposte, «sempre per non essere solo turisti - conclude Morosini - ma viaggiatori con un senso più profondo».