Quanto pesano i prezzi record per le case sulle buste paga delle famiglie?
È stato calcolato che agli inizi degli anni ‘60 un operaio della Fiat avrebbe potuto acquistare, in 21 anni, un appartamento in un quartiere residenziale vicino al centro, impegnando solo il 50% del proprio stipendio; oggi ci vuole almeno il doppio e spesso molto di più.

Sogno o incubo? Oggi, nella mente degli italiani, cos’è diventata la casa, dolce casa che tutti vorrebbero avere? Perché sul mercato gli immobili non mancano: ma a che prezzo?
Case prezzi record e quanto pesano sulla busta paga delle famiglie
È stato calcolato che agli inizi degli anni ‘60 un operaio della Fiat avrebbe potuto acquistare, in 21 anni, un appartamento in un quartiere residenziale vicino al centro, impegnando solo il 50% del proprio stipendio; oggi ci vuole almeno il doppio e spesso molto di più. L’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, nel suo ultimo “Osservatorio congiunturale”, ne ha fatto un calcolo più approfondito: sostiene che, per le famiglie meno abbienti, l’acquisto della casa sia in media economicamente insostenibile. Infatti, dovrebbero spendere quasi il 40% del proprio reddito esclusivamente per il pagamento della rata del mutuo. Valori che salirebbero addirittura all’82,9% per una casa a Milano. Insomma, un vero miraggio. Valori più contenuti di questo indice si osservano, invece, in alcune aree del Piemonte: in ben 3 capoluoghi piemontesi, Alessandria, Biella e Vercelli, basterebbe il 19% del proprio reddito per pagare la rata del mutuo.
La ricerca sui costi al m²
Se cercate casa a Milano, secondo i dati di Immobiliare.it, in periferia ce la si può ancora cavare con 2.500-3.400 euro al m² in zone come Baggio o Ponte Lambro; ma più ci si avvicina al centro del capoluogo lombardo, più i prezzi salgono e ci vogliono dai 3.500 ai 5.500 al m² dei Navigli, dai 4.500 ai 7.000 euro al m² in zona Porta Romana, fino agli oltre diecimila euro al m² del centro. Nettamente più abbordabili i costi delle case a Torino: in zona Mirafiori si trovano case a 1.500-1.800 euro al m² e poco di più in zona Le Vallette (1.600-1.800 euro al m²), mentre nel centro possono chiedere anche 3.800 euro al m². A Genova, invece, si può pagare relativamente poco in periferia - a Bolzaneto, ad esempio, si possono trovare case a 1.400 euro al m² - ma sul mare, soprattutto in zona Quarto, Quinto e Sant’Ilario, si può arrivare a pagare oltre 6.000 euro al m², più che nel centro storico del capoluogo ligure.
La voglia di casa degli italiani
In ogni caso, il desiderio di un’abitazione di proprietà resta alto: per noi è ancora il segno di realizzazione personale, di una raggiunta stabilità economica. E poi continuiamo a pensare alla casa come a un rifugio sicuro, anche sotto l’aspetto economico. In un certo qual senso fa parte della nostra cultura, molto più che per altri paesi europei: secondo i dati Eurostat, nel 2023, il 75,2% delle famiglie italiane è proprietario dell’abitazione principale, quota ben più alta rispetto alle altre principali economie europee, come la Francia (63,1%) e la Germania (47,6%).
Le nuove esigenze delle famiglie
La nuova politica monetaria della Banca centrale europea e il calo dell’inflazione stanno risollevando il mercato immobiliare. Infatti, la riduzione dei tassi da parte della BCE ha avuto un impatto positivo sui mutui per l’acquisto della casa. Non a caso, nei primi nove mesi dello scorso anno, gli istituti bancari hanno erogato 30,6 miliardi di euro di prestiti ipotecari alle famiglie, con un boom di surroghe e sostituzioni di mutui che sono aumentate del 60% circa. E sono sempre di più le famiglie che, dopo l’esperienza del Covid, cercano di migliorare la propria situazione abitativa.
L'indagine multiscopo dell'Istat
Secondo l’indagine multiscopo effettuata dall’ISTAT sulle famiglie italiane, che rileva importanti informazioni in merito al grado di soddisfazione dei cittadini su molteplici aspetti della vita quotidiana, si osserva come nel 2023 oltre 2,2 milioni di famiglie (8,6% del totale) abbiano espresso la volontà di cambiare l’abitazione in cui vivono (si veda Tabella). E una buona parte (780mila famiglie) risiede nel Nord-ovest. Se poi si entra nel dettaglio delle ragioni che suscitano il desiderio di cambiamento, si scopre come le criticità riguardanti la casa non risiedono tanto negli spazi e nei servizi presenti all’interno, ma nel peso economico che il suo mantenimento comporta. Infatti, gli intervistati che dichiarano di risiedere in una abitazione troppo piccola sono il 12%. Di contro, la problematica legata alle spese per l’abitazione è decisamente più sentita: quasi sei famiglie su dieci manifestano difficoltà nel tenere il passo con i costi derivanti dalla manutenzione e dalle utenze, anche in virtù della crescita dei prezzi del gas e dell’energia elettrica
Universitari in difficoltà mentre crescono i B&B
Tra coloro che più stanno pagando i prezzi alti delle case ci sono sicuramente gli studenti universitari che cercano un “buco” dove dormire negli anni in cui frequentano. La “protesta delle tende”, ispirata meno di due anni fa da una studentessa bergamasca di 23 anni del corso di Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano, si era subito estesa a tutta Italia. E la situazione non è molto cambiata. Anzi, sotto diversi punti di vista il problema si è accentuato. Sempre più spesso, infatti, molti proprietari di appartamenti nelle città, anziché affittare a studenti o giovani lavoratori, preferiscono trasformare le loro proprietà in bed and breakfast, molto più redditizio. In alcune città, addirittura, i proprietari hanno mandato via gli inquilini per trasformare l’appartamento in una struttura ricettiva per guadagnare di più. Della serie, se prima acquistare la casa era un miraggio, oggi lo è anche affittarla.