Pubblicato lo studio University Report 2024: quali sono gli atenei che fanno guadagnare di più?
Evidenziato che i laureati hanno stipendi più alti rispetto a chi non ha un titolo di studio universitario (mediamente 13mila euro lordi in più all’anno), il report evidenzia che non tutte le lauree sono uguali, così come non lo sono gli atenei in cui si studia.

Se hai frequentato il Politecnico di Milano e ti sei laureato in Ingegneria gestionale o informatica o meccanica è molto probabile che il tuo stipendio sarà mediamente più alto dei tuoi colleghi che si sono laureati in una facoltà umanistica e hanno frequentato un ateneo del Sud.
University report 2024: quali sono gli atenei che fanno guadagnare di più?
Se la notizia, diciamo la verità, non è una grossa novità, un’ulteriore conferma è arrivata dallo studio University report 2024 dell’Osservatorio JobPricing che analizza gli effetti dell’istruzione, in particolare quella universitaria, in termini di carriera e di retribuzione nel mercato del lavoro italiano. Evidenziato che i laureati hanno stipendi più alti rispetto a chi non ha un titolo di studio universitario (mediamente 13mila euro lordi in più all’anno), il report evidenzia che non tutte le lauree sono uguali, così come non lo sono gli atenei in cui si studia. «Differenze legate all’area disciplinare, alla tipologia di università e alla collocazione geografica - sottolinea il report - contribuiscono a determinare esiti occupazionali e retributivi fortemente disomogenei».
Quali sono le lauree che fanno guadagnare di più
L’University report 2024 prende in considerazione i lavoratori di età compresa tra i 25 e i 34 anni e stila la classifica delle retribuzioni nel 2023 in Italia relative alle diverse aree disciplinari. Le facoltà di Ingegneria non sembrano avere rivali per quanto riguarda la Ral (Retribuzione annua lorda) media più elevata: occupano le prime cinque posizioni, da Ingegneria chimica e dei materiali (36.275 euro) a Ingegneria nucleare (35.952), da Ingegneria meccanica, navale, aeronautica e aerospaziale (35.850 euro) e Ingegneria gestionale (35.819 euro) fino a Ingegneria informatica, elettronica e delle telecomunicazioni (35.675 euro).
Comunque, nella parte alta della graduatoria ci sono unicamente le facoltà STEM che comprendono corsi di laurea in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico. In fondo, al contrario, le facoltà umanistiche da Scienze storiche e filosofiche (30.798 euro) a Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche (31.329 euro) fino a Lingue e letterature straniere moderne (31.407euro).
Quali sono le università che fanno guadagnare di più i loro laureati
Come non tutti i titoli di studio generano lo stesso ritorno economico, così anche non tutte le università offrono le stesse prospettive retributive a parità di titolo. «Le migliori performance retributive – si legge nell’University report 2024 - si riscontrano in atenei altamente selettivi, con forte specializzazione disciplinare o con un orientamento internazionale e professionale marcato». Basta dare un’occhiata alla tabella in pagina, restando nel territorio del Nordovest, per averne conferma: la prospettiva offerta a uno studente che si laurea all’Università Bocconi di Milano non è la stessa che si riscontra per che si laurea all’Università di Bergamo o a quella di Brescia: se nel primo caso, a parità di titolo, può contare su una Retribuzione annua lorda superiore a 41mila euro (il 23% in più rispetto alla media nazionale), negli altri due non arriva a 34mila euro. Insomma, sulle differenze salariali tra laureati incide significativamente l’Università dove si studia. Infatti, un altro fattore che incide in modo significativo sulle differenze retributive tra i laureati è la natura giuridica dell’università frequentata, con gli atenei privati a fornire prospettive migliori, soprattutto all’inizio della carriera e in determinati settori di studio.
Comunque, questi dati suggeriscono che gli atenei che incrementano maggiormente la probabilità di un percorso di carriera più remunerativo sono quelli che combinano diversi elementi, da una forte specializzazione in ambiti ad alta domanda (STEM, economia, diritto, sanità privata) a un’offerta didattica mirata e selettiva, da una rete di relazioni con imprese e istituzioni che agevola il placement a una propensione alla mobilità dei laureati, sia geografica sia settoriale.