Povertà educativa in Piemonte e in Valle d’Aosta: secondo l’analisi di Teha Group, realizzata con Fondazione Crt e presentata a Cernobbio, ci sono dei margini di miglioramento.
Margini di miglioramento per uscire dalla povertà educativa in Piemonte e Valle d’Aosta
Di povertà educativa, ovvero la mancanza di accesso a opportunità di apprendimento e di sviluppo delle competenze nei giovani, tratta anche l’analisi Teha Group, realizzata con il contributo di Fondazione Crt, presentata al recente Forum di Cernobbio da Maria Chiara Carrozza, professore ordinario di Bioingegneria Industriale all’Università di Milano Bicocca e advisor scientifico dell’iniziativa. Lo studio evidenzia come la povertà educativa rappresenti una delle principali criticità per l’Italia: oltre 1,3 milioni di minori vivono in povertà assoluta, quasi un giovane su dieci abbandona prematuramente gli studi e il Paese registra uno dei più alti tassi di Neet (quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione) in Europa. Colmare questi divari significherebbe non solo garantire pari diritti, ma anche generare fino a 48 miliardi di euro di Pil aggiuntivo e ridurre di 2 milioni il numero di persone a rischio esclusione sociale. Da sottolineare come le competenze digitali risultano insufficienti: solo il 56% dei giovani italiani under-19 ne ha di base (contro il 73% della media UE), a fronte di un mercato del lavoro che già oggi richiede nel 41,5% dei casi competenze digitali avanzate.
Il dettaglio dei territori
Concentrando l’analisi su Piemonte e Valle d’Aosta emerge un quadro complessivamente più favorevole rispetto alla media nazionale, seppur con margini di miglioramento in diversi indicatori. Partendo dalla percentuale di persone a rischio povertà ed esclusione sociale in Piemonte e Valle d’Aosta, emerge che le due regioni hanno rispettivamente il 13,5% e il 10,7% di persone a rischio. Questi valori sono inferiori rispetto alla media nazionale ed europea e ben al di sotto dei peggiori performer a livello europeo, ovvero come evidenziato in precedenza le regioni del Mezzogiorno: Calabria (48,8%), Campania (43,5%) e Sicilia (40,9%). Considerando invece il rischio di povertà assoluta minorile, per quanto riguarda il Piemonte, si riscontrano dati pari al 15,9% e al di sotto della media nazionale del 27,7%. Il tasso di Neet, anch’esso al di sotto della media nazionale, mostra, per il Piemonte, un valore vicino al target europeo del 9% e pari al 9,8%, mentre per la Valle d’Aosta del 10,3%. In particolare, questi territori hanno registrato un trend positivo negli ultimi 10 anni, con il tasso di Neet in discesa e l’occupazione giovanile in aumento (al netto del rimbalzo in negativo registrato nel 2020-2021 e dovuto alla pandemia). Anche il tasso di abbandono prematuro degli studi il Piemonte registra un valore inferiore rispetto alla media nazionale e pari all’8,7% con un andamento in sostanziale stabilità negli ultimi anni e oscillazioni contenute che confermano la capacità del sistema formativo regionale di mantenere un livello di dispersione scolastica tra i più bassi d’Italia. Diversa è la situazione della Valle d’Aosta, che partiva da valori più elevati (14,1% nel 2021) ma che negli ultimi anni ha mostrato segnali di miglioramento significativi, con una riduzione fino al 10,4% nel 2023, in linea con la media nazionale.
Il quadro dei progetti attivi contro la povertà educativa in Piemonte e Val d’Aosta, secondo una mappatura condotta da ASVAPP per la Consulta delle Fondazioni, mostra un insieme di 339 interventi tra l’ottobre 2023 e l’aprile del 2024. In questo contesto, la Fondazione Crt si conferma un attore cardine: tra il 2016 e il 2025 ha destinato oltre 57 milioni di euro al “Fondo Nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile” che attraverso l’impresa sociale “Con i Bambini” ha sostenuto 56 progetti nelle due regioni.