Povertà alimentare in Lombardia nel 2023 sono state almeno 700mila le persone che hanno risparmiato sul cibo
Si chiama "Fragili equilibri" e mostra in modo sconcertante quali siano i confini del problema, molto più diffuso di quanto si immagini.

In Lombardia nel 2023 sono state almeno 700mila le persone coinvolte dal problema della povertà alimentare.
Povertà alimentare i numeri del Nordovest nel report Fragili equilibri di ActionAid
Il dato emerge dall’ultimo rapporto di ActionAid sulla materia, il report “Fragili equilibri”. Tra le regioni del Nordovest la Lombardia è quella dove la questione della povertà alimentare, ossia il non nutrirsi in modo adeguato, risparmiando su quello che si mette in tavola (anche sul piano sociale, per ciò che il cibo rappresenta) tra il 2022 e il 2023 aumenta. Secondo il rapporto di ActionAid infatti nel 2022 in Lombardia le persone interessate dalla questione erano state quasi 470mila: quindi c’è stato un incremento decisamente notevole. In Piemonte e in Liguria invece la tendenza è opposta: tra il 2022 e il 2023 i numeri sono diminuiti.
«La deprivazione alimentare colpisce in modo diseguale e segue linee di fragilità socio-demografica ben definite. I profili più esposti sono adulti tra i 35 e i 44 anni, persone con basso livello di istruzione, disoccupati e lavoratori precari, nuclei familiari monogenitoriali o numerosi, individui di origine straniera e chi vive in affitto sul mercato privato. Tra i migranti extra-europei il tasso di deprivazione supera il 23%, il doppio rispetto ai nati in Italia. Anche la condizione abitativa gioca un ruolo cruciale: vivere in affitto a prezzi di mercato aumenta sensibilmente il rischio di rinunce legate al cibo».
La questione non riguarda solo le persone sotto la soglia di povertà
È importante specificare come la questione riguardi persone che non siano necessariamente al di sotto della soglia di povertà. I numeri sono stati raccolti usando i dati MFR rilasciati dall’Istat per gli anni dal 2019 al 2023 e dalle rilevazioni i EU-SILC (European Union Statistics on Income and Living Conditions) per il campione italiano, e dall’indagine “Spese delle famiglie” per gli anni 2019– 2023.
L’indice di insicurezza alimentare
Le cose però cambiano se si analizza l’indice di insicurezza alimentare, ossia un parametro introdotto dall’Istat nel 2022, proprio volto alla creazione di un quadro sull’insicurezza alimentare di individui e famiglie, distinguendo insicurezza alimentare moderata (fare compromessi su qualità e varietà degli alimenti, ridurre la quantità di cibo o saltare direttamente i pasti) e insicurezza alimentare grave (restare senza cibo per un giorno o più). Al Nord il Piemonte è la regione con la percentuale più elevata di individui in condizioni di insicurezza alimentare (4,27%), seguiti dalla Valle d’Aosta con circa il 3%. Le discrepanze che si rivelano sovrapponendo i due parametri (l’indice di insicurezza alimentare e la deprivazione alimentare), come ad esempio la situazione lombarda e la differenza – decisamente notevole – dei numeri tra il tasso di insicurezza alimentare e quello della deprivazione alimentare, suggeriscono la necessità di continuare a lavorare per raggiungere una metodologia univoca di lavoro, con la quale si possa davvero cogliere la totalità delle situazioni nel Paese.