L'indagine

Pensionamenti nel Nordovest quest'anno ci sono meno pratiche rispetto al 2024, ma sono più ricche

Un rapporto dell'Inps fa il quadro della situazione dei pensionamenti nei nostri territori.

Pensionamenti nel Nordovest quest'anno ci sono meno pratiche rispetto al 2024, ma sono più ricche
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Pensionamenti nel Nordovest un'indagine dell'Inps rivela come quest'anno le pratiche siano meno rispetto al 2024, ma sono più ricche.

Meno pratiche, ma più ricche: il quadro dei pensionamenti nel Nordovest 2025

Pensionamenti nel Nordovest: il trend dell’anno in corso vede meno pratiche rispetto al 2024, ma gli importi mensili sono più alti. L’Osservatorio predisposto dall’Inps sui trattamenti pensionistici per ogni categoria parla chiaro: nei territori del Nordovest (che in questa indagine comprendono anche la Valle d’Aosta, ndr) a fare la parte del leone, per le pensioni, sono ancora i lavoratori dipendenti. Nel 2024 sono stati infatti oltre 104mila i dipendenti che hanno raggiunto il meritato riposo. Il rapporto dell’Inps analizza anche il trend dei primi 3 mesi del 2025, confrontando i dati con i primi 3 mesi del 2024, per avere un’idea del trend il più aggiornata possibile: dalla comparazione emerge che quest’anno si sono registrati meno pensionamenti rispetto all’anno passato. Il fenomeno si registra in tutte le categorie di gestione, ed è spiegabile con il fatto che i dati siano stati raccolti il 2 aprile del 2025, ma riguardano solamente le pratiche concluse. Non tengono conto delle pratiche il cui iter è stato già avviato ma non concluso. Complessivamente, il totale delle gestioni pensionistiche vede poco più della metà delle liquidazioni effettuate nel Nord Italia, e questo trend si mantiene in linea con l’anno scorso (51% nel 2024 e 52% nel primo trimestre 2025).

Le differenze di genere

Il rapporto esprime una abissale disparità di trattamento per genere: se una lavoratrice dipendente andata in pensione nel 2024 ha percepito un emolumento di 1.065 euro, un lavoratore dipendente maschio pensionato l’anno scorso ha ottenuto una busta ben più sostanziosa, di 1.616 euro. E il discorso vale anche per gli autonomi: se un artigiano che ha smesso l’attività nel 2024 ha potuto contare su un emolumento di 1.169 euro, per la stessa situazione in chiave femminile però l’importo scende vertiginosamente a 811 euro. La frattura si registra anche per numero di liquidazioni: «la percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili – scrivono dall’ufficio studi dell’Inps - presenta nel primo trimestre 2025 diminuisce di 9 punti percentuali rispetto all'anno 2024, attestandosi al 104%».

Il caso opzione donna

L’Opzione donna è una misura che permette alle donne di usufruire del pensionamento anticipato con determinate condizioni, quali ad esempio il dover assistere un parente con handicap grave. L’indagine dell’Inps rileva che, se mentre nel 2024 in tutta Italia sono state in totale 3.573 le lavoratrici a usufruirne in tutto l’arco dell’anno, quest’anno (al 2 aprile) le pratiche evase per questa particolare possibilità sono state 592. Entrando più nel dettaglio, quelle evase per lavoratrici fino a 59 anni di età nel 2024 sono state 178 (delle quali 92 con un importo fino a 999 euro e 6 con un importo superiore ai 2.000 euro), mentre per quest’anno ancora non ce n’è stata nessuna. La fascia d’età più frequente per questa opzione rimane quella dei 60/61 anni: nel 2024 sono state infatti 1.538 le pratiche evase in questa classe anagrafica, con importi fino a 1.500 euro (164 sono stati gli importi tra 1.500 e 1.999,99 euro, mentre gli importi mensili oltre le 2.000 euro sono stati 106). Nel 2025 invece, la fascia d’età più frequente rimane quella dei 62/63 anni. Sono infatti 265 le pensioni liquidate in questa forbice d’età, con importi mensili che vanno dai fino a 999 euro (95) ai 1.500 euro (101 le pratiche tra 1.000 e 1.499,99 euro).

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