La previsione

Nel Nordovest tra 10 anni mancheranno mezzo milione di persone in età da lavoro

Lo studio della Cgia di Mestre prevede anche un rallentamento del Pil: e a farne le spese saranno le Pmi.

Nel Nordovest tra 10 anni mancheranno mezzo milione di persone in età da lavoro
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Mezzo milione di persone in età da lavoro in meno da qui a 10 anni nel Nordovest: la previsione della Cgia di Mestre riguarda anche un rallentamento del Pil.

Tra 10 anni nel Nordovest mancheranno mezzo milione di persone in età da lavoro

Sono decisamente destinati a far discutere i risultati di uno studio condotto dalla Cgia di Mestre sulle previsioni della popolazione in età da lavoro per i prossimi anni. Da qui a 10 anni infatti gli esperti hanno calcolato che nel Nordovest tra 10 anni ci saranno quasi mezzo milione di persone in età da lavoro in meno rispetto a ora (454.279, il 4,5%). La ricerca ha riguardato le persone in età da lavoro, ossia dai 15 ai 64 anni, e si è basata sulle proiezioni demografiche dell’Istat. Nel Nordovest al 2025 la fascia demografica comprende una platea di 10.049.997 unità, al 2035 il dato scenderà a 9.595.718 unità, ma con questi dati è l’area geografica dove tuttavia la situazione sarà migliore. Nel resto della nazione infatti le previsioni sono decisamente peggiori, individuando infatti in quasi 3 milioni di persone il calo in termini assoluti della fascia anagrafica (dai 37 milioni di oggi ai 34 milioni del 2035, un calo del 7,8%).

Il rallentamento del Pil

Il calo della platea di persone in età da lavoro, a lungo andare, comporterà anche un calo del Pil. Le previsioni demografiche in aggiunta all’instabilità geopolitica di questo periodo, in più con la transizione energetica e digitale, rischiano di diventare una bomba a orologeria per le imprese: «La difficoltà, ad esempio, nel reperire giovani lavoratori da inserire nelle aziende artigiane, commerciali o industriali è un problema sentito già oggi, figuriamoci tra un decennio. È importante sottolineare che chi spera in un’inversione del trend demografico rischia di rimanere deluso, poiché non esistono misure efficaci in grado di modificare questa tendenza in tempi ragionevolmente brevi».

A farne le spese saranno le Pmi

Da diverso tempo le imprese denunciano difficoltà nel reperire personale. Nei prossimi anni nel Nord le cose potrebbero peggiorare: «molte aziende, in particolare quelle di piccole dimensioni, saranno costrette a ridurre gli organici a causa dell’impossibilità di procedere ad assunzioni. Per quanto riguarda le medie e grandi imprese, invece, la problematica potrebbe risultare meno rilevante: grazie alla possibilità di offrire salari superiori alla media, orari flessibili, benefit e pacchetti significativi di welfare aziendale, i giovani presenti sul mercato del lavoro tenderanno a preferire le realtà più strutturate piuttosto che le piccole e micro imprese che solo in piccola parte sono in grado di erogare tali benefici».

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