Sono 139mila le assunzioni previste nel Nordovest a ottobre.
Nei territori del Nordovest a ottobre sono previste 139mila assunzioni
Circa 30.270 i contratti programmati dalle imprese piemontesi pari al 21,8% del totale dell’area, valore che sale a 77.600 se si considera l’intero trimestre ottobre-dicembre 2025. Il trend appare negativo sia a livello mensile (-2.290 entrate rispetto a ottobre 2024, per una variazione tendenziale del -7%), sia su base trimestrale (-6.950 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. A livello nazionale i contratti di assunzione programmati dalle imprese dei settori industria, servizi e primario a ottobre sono circa 520mila (-11mila pari al -2,61%) rispetto a ottobre 2024 e -29mila nel confronto con il trimestre ottobre-dicembre 2024.
Il rilievo del Piemonte su scala nazionale
Su scala nazionale, il peso del Piemonte si conferma rilevante, le entrate previste in regione equivalgono al 5,8% delle 520mila assunzioni stimate in tutta Italia per lo stesso periodo.
Si assume di più nelle micro e piccole aziende e solo nel 27% dei casi si tratterà di entrate stabili. Considerando i dati di ottobre a livello settoriale emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda con 20.440 entrate, il 67,5% del totale (circa 1.300 unità in meno). L’industria prevede 8.750 entrate, generando il 28,9% della domanda totale e segnando un calo pari a circa 1.340. Il settore primario, con circa 1.080 assunzioni nel mese di ottobre (+350 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), pesa il 3,6%.
Il comparto dei servizi che assorbirà più personale è quello del turismo
Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 30.270 entrate previste nel mese di ottobre 2025 è quello del turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 4.830 ingressi (16,0% del totale), seguito dal commercio, settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 4.480 assunzioni (il 14,8%) e dai servizi alle persone con 4.180 entrate nel mese e una quota del 13,8% del totale. All’interno del comparto industriale si distinguono le costruzioni con una quota pari all’8,6%. Il 27% sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, un altro 30% riguarderà gli operai specializzati e conduttori di impianti. Il 20% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici e solo il 7% sarà rappresentato da impiegati. Poco più di un’assunzione su tre (34,6%) interesserà giovani con meno di 30 anni.
Le professionalità più difficili da reperire
Quali le professioni difficili da reperire? Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (58,6%); tra i dirigenti, le professioni con elevata specializzazione e i tecnici (50,4%). All’interno del primo gruppo il mismatch tra domanda e offerta risulta particolarmente elevato per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (76,3%) e meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (73,6%), mentre nel secondo appare particolarmente gravosa la ricerca di tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (63,9%) e di tecnici della salute (60,3%). L’analisi delle difficoltà di reperimento per livello di studio evidenzia problematiche superiori alla media nella ricerca di profili in possesso di un titolo di istruzione tecnologica superiore (ITS, 63,8%) e universitario (48,4%). All’interno di quest’ultimo gruppo sono gli indirizzi medico e odontoiatrico (84,0%) e chimico-farmaceutico (72,6%) i più difficili da reperire sul mercato del lavoro.