Nel Nordovest il trasporto pubblico è poco green
I risultati del report "Ambiente urbano" stilato annualmente dall'Istat.

Nella rete del Trasporto pubblico locale solo un veicolo su 3 tra quelli circolanti nel Nordovest è ad alimentazioni alternative al gasolio.
Trasporto pubblico nel Nordovest poco green
La quota complessiva di veicoli a basse emissioni (contando i mezzi elettrici, ibridi e ad idrogeno) ammonta solo al 36,4% del totale: i nostri territori sono al di sotto della media nazionale, che si attesta al 41% secondo il rapporto dell’Istat sull’ambiente urbano relativo al 2023. Nonostante questo dato poco incoraggiante, le nostre regioni – e in special modo la città di Milano – rimangono tra le realtà dove la domanda di trasporto pubblico locale rimane molto elevata. Nel capoluogo lombardo infatti il 2023 ha visto il record come città metropolitana con la domanda più alta in assoluto di trasporto pubblico locale, espressa in 16.310 posti-km per abitante. La media, nelle città del Nord (in diminuzione rispetto al passato) è di 5.976 posti-km per abitante. Aumentano però i servizi di car sharing (nel Nordovest più che altrove, con un’offerta di 11,1 veicoli ogni 10mila abitanti, con dato record a Milano, dove sono 26,5 veicoli ogni 10mila abitanti), mentre se prima erano molto richiesti diminuiscono quelli di bike sharing, «Dopo tre anni consecutivi di forte crescita, il numero complessivo delle biciclette disponibili – scrivono dall’Istat - diminuisce del 22,4%, e del 35,7% per i servizi a flusso libero, che gestiscono le flotte più numerose, concentrate nelle grandi città».
«Le flotte del bike sharing si riducono soprattutto dove l’offerta era più alta: nei capoluoghi metropolitani (-28,5%) e nelle città del Nord (-18%) e del Centro (-40,9%), mentre continuano a crescere nei capoluoghi di provincia (+6,7%) e nelle città del Mezzogiorno (+34%). Resta molto marcato, comunque, il gradiente territoriale dell’offerta: 35,8 biciclette/10mila abitanti nel Nord, 20,7 nel Centro e solo 8 nel Mezzogiorno. Le città con l’offerta più ampia di bike sharing sono Milano (109,4 biciclette/10mila abitanti), Padova (85,3) e Firenze (82,7)».
Le aree verdi
Un altro aspetto preso in considerazione dal report Ambiente urbano è quello relativo alle aree accessibili del verde pubblico. «La tutela e il potenziamento delle aree verdi nelle città – così dall’Istat - sono sempre più sostenute a livello europeo. Infatti, la recente legge dedicata al ripristino degli habitat naturali (Nature Restoration Law) richiede di garantire per il 2030 nessuna perdita netta di spazi verdi urbani oltre al loro incremento sul 2021». In 12 anni, dal 2011 al 2023, il verde pro capite è salito da 31,9 a 33,3 m2 (+1,4 m2 per abitante). Le differenze si ampliano molto però a livello di territori: se per esempio Imperia e Savona sono nell’elenco dei 10 capoluoghi dove non si raggiunge il minimo standard previsto per legge di 9 metri quadri per abitante, mentre Verbania e Sondrio sono tra le più virtuose del Paese, con una dotazione che supera i 100 metri quadri per abitante.
Esiste ancora il problema delle polveri sottili, anche se in misura minore
Nel 2023 i valori medi di PM2.5, monitorate in 90 dei 109 Comuni capoluogo da oltre 170 stazioni, risultano inferiori a quelle registrate nell’anno precedente nel 62% dei casi (ovvero in 56 città su 90) e invariate nel 28%, mentre nel restante 10% si registra un peggioramento. Analogamente, i valori medi del PM10, monitorati in 95 capoluoghi da oltre 260 stazioni, risultano in calo nel 72% dei casi, invariati nel 18% e in aumento nel 10% rispetto all’anno precedente. Il problema è più grave al Nord come ripartizione geografica, e in tutti i capoluoghi metropolitani, dove le soglie sono sistematicamente superate. Nei capoluoghi di provincia del Nordovest invece le situazioni più critiche sono a Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona.
L’ozono, il dato positivo del Nord
Nel Nord si è registrata la maggior diminuzione dei giorni di superamento dei livelli di ozono, sostanza prodotta in atmosfera tramite reazioni fotochimiche di altri inquinanti. La media dei giorni di superamento dell’obiettivo scende da 62, nel 2022, a 48, nel 2023. Rispetto a questo miglioramento nel Nord fanno eccezione Asti, Savona, La Spezia, Como, Pavia, Lodi, e tra i capoluoghi metropolitani Genova (da 44 a 88) e Milano (da 79 a 83).
I piani di urbanizzazione e la riduzione delle cubature
Negli ultimi anni si iniziano a osservare anche dei miglioramenti per quanto riguarda la pianificazione urbanistica dei capoluoghi. Nei capoluoghi metropolitani del Nordovest sono stati adottati dei piani e dei dispositivi volti alla riduzione delle cubature previste o delle aree edificabili: al Nord la quota delle città attente a questo tema è del 36,2%, mentre al Centro scende al 31,8%.
«Meno positivamente, invece, un quarto dei capoluoghi ha introdotto anche un aumento delle previsioni, sempre in maggioranza nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno, per contro, tre quarti dei capoluoghi non hanno introdotto modifiche».