Nel Nordovest il fenomeno dei Neet è più diffuso che altrove
La media nazionale è del 15,2%, e il dato è in diminuzione rispetto al passato, ma tra Lombardia, Piemonte e Liguria le cose sono decisamente peggiori.

Non studiano, non lavorano e non cercano un impiego. Sono i giovani definiti dalle statistiche sociologiche “Neet”, acronimo inglese che sostanzialmente è la descrizione riportata all’inizio di questo articolo.
Nel Nordovest i Neet sono più della media nazionale
La portata del fenomeno nelle regioni del Nordovest è ampiamente al di sopra della media nazionale: la fondazione OpenPolis ha infatti raccolto i dati raccolti e pubblicati dall’Istat, analizzandoli. La media nazionale è del 15,2%, e il dato è in diminuzione rispetto al passato, ma tra Lombardia, Piemonte e Liguria le cose sono decisamente peggiori. Se è vero che il dato aumenta nelle aree più densamente popolate infatti tra i capoluoghi di provincia dei nostri territori il dato più elevato è quello di Como, dove la quota della popolazione tra i 15 e i 29 anni che non studia né lavora è quasi il 30%. Segue, ma già a una certa distanza, l’area urbana di Varese, dove il dato è del 27,4%, e solo in terza posizione troviamo la città di Milano, che è la più densamente popolata. In Piemonte il record appartiene ad Alessandria (26,4%), seguita da Biella e Torino (24,3%), segno che la questione è non solamente relativa alla densità abitativa ma dipende anche da altri fattori.
«I divari educativi presenti nel Paese - spiegano da OpenPolis - possono incidere sulla futura condizione di Neet da due punti di vista, spesso sovrapposti. In primo luogo, un basso livello di istruzione, o comunque il raggiungimento di un titolo che non corrisponde alle competenze effettive (la cosiddetta dispersione implicita), spesso comporta il non trovare sbocchi né all’interno del sistema educativo, ad esempio con l’accesso all’istruzione terziaria, né in quello occupazionale. A maggior ragione in un contesto produttivo dove le competenze tecnologiche e digitali sono sempre più richieste per aver accesso a possibilità di lavoro stabili e ben retribuite. Nel nostro paese in molti casi anche il raggiungimento del diploma delle superiori non sembra essere sufficiente per contenere il rischio Neet. Mentre a livello europeo la quota di Neet tra i diplomati (11,3%) è in linea con la media generale (11% circa), in Italia tra i giovani con diploma la percentuale di quelli che non studiano e non lavorano si avvicina al 18%. Quasi 3 punti in più della media nazionale (15,2%). Tra i laureati in Italia, scende invece all’11,8%. Paradossalmente l’incidenza dei Neet è superiore tra i giovani diplomati rispetto a quelli con al massimo la licenza media (13,3%). Segnale da un lato significativo rispetto alla struttura del mercato del lavoro nel nostro paese. Dall’altro della capacità del sistema di istr uzione di formare adeguatamente anche chi conclude la scuola secondaria di secondo grado».