Pensionamenti (la stragrande maggioranza), perdita di lavoro o emigrazione all’estero: sono alcuni dei motivi per i quali, da qui al 2029, il Nordovest sarà chiamato a sostituire oltre 900mila lavoratori.
Secondo la Cgia in 4 anni 900mila lavoratori nel Nordovest saranno da sostituire
E’ quanto viene annunciato da uno studio della Cgia di Mestre, che cerca di capire come sarà l’evoluzione del mondo del lavoro nel prossimo futuro in Italia. Il record del fenomeno, com’è intuibile, si avrà in Lombardia. La regione più popolosa del Paese è – per statistica – quella dove è più alta la fascia demografica dell’età giusta per la pensione. Così, dei 913mila lavoratori che da qui al 2029 lasceranno fabbriche e uffici nel Nordovest, 567mila e 700 sono solo quelli lombardi. E il distacco con la seconda in classifica è considerevole: segue infatti il Lazio, che sarà chiamato a sostituire da qui a 4 anni circa 300mila lavoratori. Per restare nei nostri territori, troviamo il Piemonte assieme alla Valle d’Aosta in 5ª posizione, con 252mila lavoratori che timbreranno il cartellino. La Liguria infine è 10ª in classifica, con 93.300 lavoratori sulla strada della pensione.
In tutta Italia il fenomeno interessa 3 milioni di persone
A livello nazionale si parla di 3 milioni di addetti interessati dal fenomeno. Addetti che per la maggioranza, il 72,5%, sono appartenenti al settore dei servizi. Il 23,8% invece fa parte del settore dell’industria, mentre il 3,6% appartiene al mondo dell’agricoltura. Sulla situazione incide anche l’andamento dell’indice di anzianità: l’uscita dal lavoro per raggiunti limiti di età fa registrare – ovviamente – il progressivo invecchiamento dei dipendenti privati nel Paese. Ogni 100 dipendenti sotto i 35 anni ce ne sono 65 che di anni ne hanno oltre 55.
«Nel giro di qualche anno assisteremo a una vera e propria “fuga” da scrivanie e catene di montaggio. Un “esodo” mai visto fino a ora, con milioni di persone che passeranno dal mondo del lavoro all’inattività in pochissimo tempo con conseguenze sociali, economiche ed occupazionali di portata storica per il nostro Paese». «Tra qualche anno, quando milioni di lavoratori con elevata esperienza e professionalità dovranno essere sostituiti, gli imprenditori, non trovandoli sul mercato, non avranno alternativa. Dovranno contendersi i migliori dipendenti dei concorrenti, offrendo a questi ultimi incrementi salariali significativi. Dando luogo a forme più o meno simili al ricatto, dove i titolari d’azienda e i dipendenti più ricercati cercheranno di prevalere per ottenere il massimo vantaggio personale, spesso in modo poco onorevole».