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Nel Nordovest aumentano i divorzi e diminuiscono i matrimoni

«In un anno abbiamo circa una trentina di nuove richieste di divorzio, solo il 1º settembre, alla riapertura dello studio, si sono presentate cinque persone - afferma l’avvocato Cinzia Alviani, dello studio Melone e Porzio di Novara, esperta in Diritto di famiglia - C’è chi arriva a titolo informativo, soprattutto donne, con amante e figli piccoli, che forse richiamano dopo 6-7 mesi per procedere, ma sono una rarità. Più spesso si presenta chi ha già ricevuto un ricorso dalla controparte e quindi deve solo capire come divorziare. Oppure ci sono coniugi ormai arrivati alla fine del rapporto che sono d’accordo sul fatto di divorziare ma non sul come: si intavola una trattativa e in quattro mesi si può concludere. I picchi dei nuovi casi sono a luglio e a Natale: perché chi decide di divorziare vuole iniziare a farsi le vacanze tranquillo, magari da solo, con i figli getsiti a turno».

Nel Nordovest aumentano i divorzi e diminuiscono i matrimoni

La Lombardia è al secondo posto come regione più a rischio in termini di divorzi, quinta la Liguria e ottavo il Piemonte.

Più divorzi e meno matrimoni nel Nordovest: i dati dell’Istat

Nel 2023, secondo l’Istat, si sono conclusi 79.875 divorzi, pari a 1,4 ogni mille abitanti. Un dato stabile a livello nazionale, ma che nasconde profonde differenze territoriali. Per fotografare meglio il fenomeno, Casinos.com ha elaborato l’Indice di Fragilità Coniugale: una formula che combina appunto i dati Istat (70%) con le ricerche su Google degli ultimi due anni (15% “avvocato divorzista” e 15% “divorzio”). Il risultato è una classifica nazionale tradotta in quote da bookmaker, che premia non solo chi si lascia, ma anche chi “ci pensa” di più online. Non sono le regioni con più divorzi reali, ma dominano sul web. In Veneto e Lombardia le ricerche su Google toccano i valori più alti d’Italia: 100 e 90 punti rispettivamente per “avvocato divorzista”, 100 e 91 per “divorzio”. Il loro IFC le porta in cima alla lavagna: quota 1.50 per il Veneto, 1.57 per la Lombardia. Nei numeri ufficiali, invece, la palma va al Sud e alle Isole. La Sicilia ha registrato 7.538 divorzi nel 2023 (quasi il 10% del totale nazionale), la Sardegna 2.481 e la Liguria 2.344. Tutte e tre raggiungono il tasso massimo di 1,6‰, ben oltre la media italiana. Ma l’attenzione online più bassa le colloca subito dietro al Nord digitale, con quote tra 1.64 e 1.73. L’IFC mette in evidenza una spaccatura: da una parte l’Italia che divorzia davvero (Sicilia, Sardegna, Liguria, Lazio), dall’altra quella che si prepara al divorzio più che viverlo (Veneto e Lombardia). In mezzo alla classifica si muove un drappello di regioni che non impressionano per i dati reali, ma che non vanno sottovalutate. Piemonte e Toscana, per esempio, oscillano attorno a 1,4‰ ma tengono il passo su Google (73-75 punti): la loro quota, fra 1.99 e 2.04, racconta territori stabili ma pronti a sorprese.

«In un anno abbiamo circa una trentina di nuove richieste di divorzio, solo il 1º settembre, alla riapertura dello studio, si sono presentate cinque persone – afferma l’avvocato Cinzia Alviani, dello studio Melone e Porzio di Novara, esperta in Diritto di famiglia – C’è chi arriva a titolo informativo, soprattutto donne, con amante e figli piccoli, che forse richiamano dopo 6-7 mesi per procedere, ma sono una rarità. Più spesso si presenta chi ha già ricevuto un ricorso dalla controparte e quindi deve solo capire come divorziare. Oppure ci sono coniugi ormai arrivati alla fine del rapporto che sono d’accordo sul fatto di divorziare ma non sul come: si intavola una trattativa e in quattro mesi si può concludere. I picchi dei nuovi casi sono a luglio e a Natale: perché chi decide di divorziare vuole iniziare a farsi le vacanze tranquillo, magari da solo, con i figli getsiti a turno».

I matrimoni

Tornando ai dati Istat, nel 2023 sono stati celebrati in Italia 184.207 matrimoni, il 2,6% in meno rispetto al 2022. Quelli religiosi presentano un calo consistente rispetto all’anno precedente (-8,2%), accentuando una tendenza alla diminuzione già in atto da tempo. Sono state celebrate 29.732 nozze con almeno uno sposo straniero (il 16,1% del totale dei matrimoni), stabili rispetto al 2022. Aumentano anche le unioni civili: il 35,5% è nel Nordovest, seguito dal Centro (24,3%). Tra le regioni, in testa si posiziona la Lombardia con il 23,5%; seguono il Lazio (13,3%) e l’Emilia Romagna (10,4%). A livello nazionale nel 2023 si sono avute 5,1 nuove unioni civili per 100mila residenti, mentre nel Mezzogiorno l’indicatore è all’incirca la metà. La Lombardia e l’Emilia-Romagna si collocano al primo posto a pari merito tra le regioni (7,1 per 100mila) seguite dal Lazio (7) e dal Piemonte (6,9). Emerge con evidenza il ruolo attrattivo dei grandi Comuni: più di un quarto delle unioni si sono costituite nel complesso dei 12 grandi: in testa Roma (con l’8,4%), seguita da Milano (6,8%). Le unioni civili con almeno un partner straniero sono il 17%; nel Centro si attestano al 18,1%, nel Nord al 17,4% mentre nel Mezzogiorno sono il 14,4%. Nei primi otto mesi del 2024 i dati provvisori indicano una nuova diminuzione dei matrimoni (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2023.