Nel Nord Ovest le edicole chiuse sono state il 4% nel 2024
L'intervista a Piero Aiello, vice presidente nazionale Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai (Snag).

Nel 2024 le edicole chiuse nel Nord Ovest sono state il 4% del totale: la situazione migliora rispetto al 2023, quando le chiusure erano state l'8%.
Edicole chiuse nel Nord Ovest, nel 2024 sono state il 4% del totale
«Quando si chiude un’edicola si spegne una luce»: Piero Aiello, vice presidente nazionale Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai (Snag) ed edicolante da 32 anni crede nell’importanza di mantenere accesa quella luce e lavora per il futuro.
«Nel Nordovest la percentuale di chiusura nel 2023 è stata pari all’8% mentre lo scorso anno è scesa al 4% - spiega - vuoi perchè alcuni aiuti e interventi hanno funzionato, vuoi perché il mercato si sta assestando. Indubbiamente il fenomeno delle chiusure è legato al cambiamento del mercato ma i dati ci dicono che gli abbonamenti online non pareggiano la perdita delle vendite cartacee. Occorre un prodotto appetibile e faccio un esempio: Topolino è passato da vendere 4 copie a edicola a venderne 40 con la storia scritta in piemontese, lombardo, siciliano... numeri stratosferici legati a un’idea brillante. Chi ama leggere cerca un buon contenuto, cerca la qualità ed è disposto anche a spendere. Certo, i giovani sono restii a leggere. Senza dimenticare come la crisi si ripercuota su tutta la catena, dai giornalisti ai distributori, agli edicolanti, appunto, che pagano un prezzo alto: i numeri prima riempivano il cassetto e permettevano a una famiglia di pagare l’Inps, oggi non è più così anche per i caro affitti e le tasse, ma due persone sono indispensabili per questa tipologia di attività. Si chiude con dispiacere: anche quando un’edicola funziona, mancano gli acquirenti».
E' un'attività sacrificante, ma le speranze non mancano
Aiello sottolinea come sia un’attività sacrificante, come vengano richieste garanzie iniziali altissime ma le speranze non mancano:
«Un giovane di 28 anni mi ha confidato di voler acquistare un’edicola, gli ho proposto di stare con me per capire meglio il lavoro e poi decidere: ebbene, ha proseguito con il suo progetto, a dicembre ha inaugurato la sua gestione a Torino, ora è felice, ha già recuperato l’investimento e ama stare in mezzo alle persone».
Le edicole sono luoghi di scambio e confronto
L’edicola è luogo di relazioni, è un piccolo mondo dove tutti si parlano e si confrontano: «Dal senzatetto al miliardario, dal lettore di estrema destra a uno di estrema sinistra, tutti si trovano qui. L’edicola - precisa Aiello - è uno spaccato di vita e stiamo combattendo una campagna pessimistica che svaluta la figura dell’edicolante e la professione». Proprio per questo, il sindacato sta lavorando per organizzare corsi di formazione allo scopo di modernizzare, digitalizzare, incrementare i servi offerti: «L’edicolante con carta e penna è anacronistico - continua il vice presidente nazionale - e chi si è aggiornato ha ottenuto benefici».
E le riconversioni con la vendita di altro? «Siamo contrari perché amiamo i giornali, la carta e crediamo ci sia ancora futuro, anzi, un ritorno possibile. Bisogna puntare sulla qualità, investire sulle persone. Certo capiamo anche le esigenze dei Comuni e degli edicolanti stessi e per questo il dialogo è aperto e si può arrivare a un compromesso: oggi si chiede il 49% di altri prodotti e il 51% di editoria (non come venduto ma come merce esposta) e questo può aiutare».
A febbraio il colloquio con il sottosegretario Alberto Barachini ha definito aiuti per 14 milioni di euro, «ma bisogna trasformarlo in aiuti strutturali perché le edicole sono presidi sociali. I politici - conclude Aiello - sono molto sensibili alla tematica e ci stiamo impegnando per traghettare le edicole verso il futuro».