Ambiente

Meteo, in Lombardia è record di eventi estremi

Legambiente, intanto, invita tutti a firmare la petizione on line «Una firma per i ghiacciai» per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema.

Meteo, in Lombardia è record di eventi estremi

Salvare i ghiacciai per salvare le montagne e frenare le conseguenze degli eventi meteo estremi.

E’ la Lombardia a detenere il record di eventi meteo estremi nei primi 7 mesi dell’anno

La Lombardia con 30 eventi meteo estremi, registrati nei primi sette mesi del 2025, risulta essere la regione più colpita, seguita da Veneto (18) e Piemonte (17). Da inizio anno a luglio, infatti, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, sono 83 gli eventi meteo estremi registrati nelle regioni dell’arco alpino: piogge intense e alluvioni i fenomeni che si ripetono con più frequenza, indice di come l’arco alpino sia sempre più sotto scacco della crisi climatica. Non solo, i ghiaccia divengono sempre più fragili. E in Valmalenco, sul ghiacciaio Ventina, ha fatto tappa anche la Carovana dei ghiacciai, la campagna di Legambiente che monitora i ghiacciai alpini in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica della Fondazione Glaciologica Italiana, per toccare con mano gli effetti degli eventi meteo estremi in quota e portare in primo piano il tema dell’instabilità in montagna accentuata dalla crisi climatica in atto. Il ghiacciaio Ventina, osservato e “visitato” lungo il sentiero glaciologico Vittorio Sella, nato nel 1992 per volontà del Servizio Glaciologico Lombardo; il suo monitoraggio è iniziato nel 1895 con i lavori di Marson e proseguito per 130 anni grazie al Comitato Glaciologico Italiano e al Servizio Glaciologico Lombardo, dagli anni ’90.
Il Ventina è un ghiacciaio in forte arretramento e che esprime bene la forte correlazione – causa ed effetto – tra variazione di temperature, precipitazione nevose e spostamento della fronte del ghiacciaio, anche in positivo come nel caso dell’avanzamento evidenziato per gli anni 1973-1988. In particolare, per quanto riguarda i ritiri frontali del ghiacciaio, si segnalano poco meno di 700 metri dal 1990 al 2015 e 400 metri dal 2015 a oggi . Dal punto di vista areale, la superficie del ghiacciaio è passata dai 2,10 km2 del 1957 (Catasto CGI) ai 1,87 km2 del Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani (2015), a 1,38 km2 del 2022. Altro campanello d’allarme è rappresentato dai fenomeni di instabilità. Le osservazioni effettuate durante da tappa della Ventina indicano che nell’area è in atto una forte deglaciazione cui si sovrappongono altri fenomeni di instabilità naturale, quali frane e colate detritico-torrentizie. Queste ultime appaiono legate alle forti precipitazioni piovose che sempre più frequentemente si verificano in alta quota, fenomeni in grado di fluidificare le coltri detritiche e le stesse morene. Preoccupano anche i lembi di ghiaccio morto che rendono instabile la morena laterale destra e rendono pericolosa l’area frontale del ghiacciaio.

«Il ghiacciaio della Ventina – commentano Marco Giardino, vicepresidente Fondazione Glaciologica Italiana e docente Università di Torino e Mattia Gussoni del Servizio Glaciologico Lombardo e meteorologo di Ilmeteo.it – ha avuto un arretramento di 400 metri negli ultimi dieci anni, un tasso di regresso così importante che non ha precedenti dal 1895 a oggi. Ciò conferma l’importanza di questo ghiacciaio come indicatore della trasformazione dell’ambiente alpino glacializzato. Il suo monitoraggio offrirà indicazioni per gestire i problemi connessi alla deglaciazione. Questo regresso accelerato rende impossibile l’applicazione dei metodi tradizionali per la misura dei ghiacciai, e quindi richiede nuove metodologie tecnologiche come la fotogrammetria da drone, aereo, satellite».

In concomitanza allo studio, Legambiente ha organizzato un’attività di pulizia: lungo il sentiero che porta al ghiacciaio sono stati raccolti diversi rifiuti: plastica, tappi, mozziconi di sigaretta, ma soprattutto tanti fazzoletti di carta e persino un catetere, un tubetto di crema solare e dei calzini.
Legambiente, intanto, invita tutti a firmare la petizione on line «Una firma per i ghiacciai» per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema.