Il tema del diritto a un’abitazione dignitosa è un tema cruciale per chiunque agisca in ambito sociale.
Case e affitti accessibili in Lombardia sono sempre più un problema
Le possibili strategie per affrontare il fenomeno sono state al centro di un convegno promosso dalla Delegazione lombarda Caritas, il 17 ottobre, Giornata mondiale di lotta alla povertà, nella sede milanese di Caritas Ambrosiana: presentato il rapporto “Dare casa alla speranza”.
«Le Caritas hanno la responsabilità di segnalare e coinvolgere – ha detto monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente della Conferenza episcopale lombarda – Tanto più in relazione a un tema delicato come quello del diritto alla casa, rispetto al quale si registra anche un tasso di egoismo e avidità, che impedisce di trovare soluzioni facili e immediate. Allora occorre spingere sulle istituzioni, perché si facciano carico di questo tema delicato e complesso».
La mancanza di una casa è il prinicipale problema registrato nei centri d’ascolto
Tra i problemi abitativi registrati da centri d’ascolto e servizi diocesani, il principale è la mancanza di casa, con un’incidenza maggiore rispetto al livello nazionale (38,9% in Lombardia, 32% in Italia). In Lombardia appare più alta anche l’incidenza di abitazioni precarie e inadeguate (14,7%, contro 11,7% in Italia), incluse quelle ottenute in affitto da privati. Più elevato anche il tasso di sfratti o di situazioni di morosità (7,8% contro 4,9%) e quello di sovraffollamento (7,5% contro 2,5%). Più diffusa, in Lombardia rispetto ai dati Caritas in Italia, anche la condizione di chi vive appoggiandosi a persone conosciute.
L’indagine dell’osservatoario regionale sulle povertà della Caritas
La Delegazione regionale ha realizzato, nel 2025, un’indagine qualitativa tramite interviste somministrate, dall’Osservatorio regionale sulle povertà e le risorse, a 97 beneficiari dei centri d’ascolto e dei servizi che abitano in affitto (la modalità “casa in locazione”, infatti, è risultata essere la più diffusa, 51,2%, tra coloro che si rivolgono a Caritas). Nel campione, molti vivono in famiglie monoreddito, con lavori precari e bassi redditi. Più della metà ha difficoltà a trovare casa, spesso per motivi economici o discriminazioni (soprattutto contro stranieri). Più del 40% ha un’occupazione, a riprova del fatto che un reddito da lavoro non basta più, in molti casi, a garantire serene condizioni di vita; altri sono disoccupati o sottoccupati. Le abitazioni risultano spesso sovraffollate, degradate o poco sicure, ma nonostante ciò gli inquilini a volte temono di lamentarsi per paura di perdere la casa. In generale, dato in controtendenza rispetto alla percezione comune, i rapporti con i proprietari sono buoni, anche se esistono criticità.
La maggioranza tra gli intervistati ha contratti a canone libero; alcuni non hanno contratto o sono in situazioni poco chiare. Poche sono le situazioni di canone concordato, pochi anche i casi di residenza in alloggi pubblici. Molti, infatti, faticano a ottenere la cosiddetta “casa popolare”, avendo Isee troppo basso o troppo alto, oppure rifiutano per inadeguatezza dell’alloggio assegnato o paura del contesto in cui è inserito. Inoltre le assegnazioni sono rare e lente.
Per quasi la metà degli intervistati l’affitto assorbe oltre il 40% del reddito
Tornando agli affitti da proprietari privati, spesso i contratti durano oltre 4 anni. Per il 42% degli intervistati il costo dell’affitto assorbe più del 40% del reddito, superando la soglia di sostenibilità (fissata convenzionalmente al 30%). Di conseguenza, molti hanno difficoltà a pagare l’affitto, ma anche le utenze. Quanto alle condizioni abitative, benché la qualità percepita sia “media” per molti intervistati, le case sono spesso piccole (soprattutto bilocali) e manifestano problemi strutturali e di degrado (impianti vecchi, mancanza di ascensori, ma anche umidità, muffe, ecc).
Tra i 97 intervistati, la maggior parte indica di ottenere gli aiuti principalmente da Caritas; seguono i servizi sociali e le reti familiari. Per molte situazioni si rende necessaria un’azione combinata.
Il rapporto giunge ad alcune conclusioni, illustrate durante il convegno da don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana di Bergamo e delegato regionale Caritas: in particolare, si evidenzia la necessità di rafforzare il quadro normativo e organizzativo atto a favorire le esperienze, tra cui alcune di matrice Caritas, di mediazione tra proprietari e affittuari, affidate a soggetti terzi e neutrali rispetto alle parti, ai quali affidare compiti di monitoraggio e accompagnamento sociale, al fine di prevenire situazioni di morosità e conflitto.
Le Caritas lombarde, inoltre, puntano a studiare e poi concretizzare un’iniziativa regionale all’insegna dello slogan “Muovere gli immobili”: contribuire al recupero di alloggi inutilizzati e degradati, di proprietà pubblica e privata, per ampliare lo spettro delle possibilità di affitto sostenibile. «Muovere gli immobili ma anche muovere le coscienze e le riflessioni per un abitare dignitoso e che sia garanzia di diritti, e muovere le politiche, per dare maggiore spazio negli ordinamenti regionali e locali a chi vive condizioni di fragilità» ha sintetizzato don Trussardi.