Occorre pensare a un amministratore di condominio e nello stesso tempo a un amministratore di azienda. Ecco. Il condominio e l’azienda, però, sono la Camera dei Deputati. E l’amministratore si chiama Questore. Un paragone che Alessandro Manuel Benvenuto, onorevole in quota Lega, utilizza per spiegare il ruolo che ricopre a Roma in questa Legislatura.
Quali compiti ha, dunque, un Questore della Camera?
«Sovrintende alla sicurezza della Camera e si occupa di tutto ciò che concerne i sette palazzi di cui è composta. Siamo in tre e come Collegio dei Questori siamo una sorta di consiglio d’amministrazione. Curiamo tutti gli aspetti dunque relativi alla parte amministrativa dal personale agli appalti, alla comunicazione. Siamo dunque una parte più tecnica e meno politica. Non dipendono da noi i lavori dell’Aula che invece spettano ai capogruppo né la gestione dell’ordine. Se emergono delle problematiche, però, il presidente della Camera ci chiede di verificare le immagini e di conseguenza erogare sanzioni come lettere di richiamo o giorni di “squalifica” cioè giorni in cui un deputato non può partecipare alle sedute».
Classe 1986, è in politica da oltre vent’anni. Ha iniziato giovanissimo, come si è avvicinato? Quale il suo percorso?
«Passeggiavo per la mia città, Venaria in Piemonte, era il 2004, e mi sono avvicinato a un gazebo della Lega che seguivo attraverso giornali e tv, perché allora non esistevano ancora i social. Da lì è iniziato tutto, con i primi anni di militanza quindi la cosiddetta gavetta, poi ho gestito il movimento giovani provinciale, nel 2007 sono diventato il segretario della sezione di Venaria, nel 2011 e per 11 anni ho gestito la segreteria provinciale di Torino, poi sono stato eletto consigliere regionale e infine parlamentare».
Lo avrebbe mai immaginato quel giorno al gazebo?
«No, assolutamente e devo ringraziare il partito che mi ha permesso di compiere un percorso di crescita e la squadra che ho avuto accanto. So che esistono posizioni importanti assegnate dall’alto: non è stato il mio caso e non ho mai riscontrato questa modalità del mio ambiente».
In politica, cosa conta?
«Importante è costruire una squadra e lavorare per il gruppo, per rafforzare il proprio partito. Occorre lavorare. Il vero problema sono i social: oggi chiunque abbia una tessera di un partito, o magari nemmeno quella, si sente titolato a parlare come fosse un leader politico, ma magari non ha le competenze o l’esperienza o il ruolo. E questo non fa del bene alla politica, non avvicina i cittadini. La libertà di espressione personale è garantita dalla democrazia, ma non ci si può assurgere a portavoce di qualcosa sulle piattaforme, altrimenti si creano dei “mostri”. Per far crescere la politica serve il lavoro. I like non si trasformano in voti e i fuochi di paglia di alcune figure lo dimostrano. La politica non è immagine, è impegno».
Venaria e Roma sono due mondi diversi?
«Già sono due mondi diversi il Consiglio regionale del Piemonte e la Camera… figuriamoci Venaria! A Roma si vive l’esperienza della politica pura, quella che sognavo nel 2004. I cittadini sentono forse vicino il Consiglio comunale ma le leggi che li riguardano e che modificano la vita di tutti i giorni vengono proposte e votate in Regione e soprattutto a Roma».
Quali i suoi obiettivi immediati?
«Rafforzare il partito e replicare il successo alle prossime elezioni comunali di Venaria e Moncalieri. Come Questore, avvicinare sempre più le persone alla Camera, continuando iniziative come “Porte aperte” alla domenica mattina, e i tirocini. Questo per evitare un sentimento di “anti politica”. Sono già moltissime le scuole che vengono a visitare la Camera: si tratta di un’esperienza formativa che permette di capire come non sia un’aula per pochi privilegiati ma un museo con sale bellissime e opera d’arte di grandissimo pregio. Chi la visita si stupisce per la bellezza».
Un’iniziativa di cui è soddisfatto?
«Come Collegio dei Questori abbiamo deciso di internalizzare i servizi in scadenza come ristorazione, facchinaggio, pulizie: non più affidati a cooperative ma a una società, la CDA Servizi. Questo permette di stabilizzare 500 lavoratori, offrendo condizioni salariali migliori. Un’operazione costruita sul tema della correttezza, che sta dando i suoi frutti anche a livello di bilancio e di risparmio complessivo».
L’incontro più particolare in questi anni a Roma?
«Uno al di fuori della prassi: quello con re Carlo d’Inghilterra. Ospite alla Camera ha mostrato interesse per i meccanismi e i ruoli delle nostre istituzioni. Una persona affabile e curiosa, diversa da ciò che la sua immagine poteva forse far pensare».
Il voto per lei più importante al quale ha partecipato?
«Dopo una lunga notte trascorsa in aula, il voto all’alba sull’Autonomia. Quello non si dimentica facilmente».