L'emigrato spinge il turismo
Gli stranieri con radici italiane diventano ambasciatori
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L'emigrato spinge il turismo delle radici: il progetto di Italea.
Il progetto
Italea è il marchio con cui il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il ministero della Cultura e il ministero del Turismo promuovono il «turismo delle radici» cioè l’opportunità di riconnettere gli oriundi (quindi gli emigrati) o i loro discendenti con l'Italia attraverso la pratica turistica, coniugando così gli aspetti culturali ed emozionali con ricadute economiche importanti.
Il progetto Italea si rivolge sia a coloro che già conoscono le proprie origini italiane e che vogliono organizzare un viaggio per esplorare i luoghi, le tradizioni e la cultura dei propri antenati, sia a chi desidera scoprire la propria discendenza italiana, e che potrà avvalersi di una rete di genealogisti esperti pronti a guidare in questo percorso. Il nome “Italea” trae ispirazione dalla parola “talea”, il processo attraverso il quale una pianta si propaga: tagliando una parte e ripiantandola, si permette alla pianta di rigenerarsi, sviluppando nuove radici. Un parallelo con le migrazioni, dove chi ha lasciato l’Italia ha piantato le proprie radici in nuove terre.
I numeri
Il bacino di utenza degli italo-discendenti si stima essere di circa 80 milioni di persone e l'indotto economico generato è valutato in circa 8 miliardi di euro. Dietro al brand Italea, in ogni regione c'è un ente del Terzo Settore che lavora su aspetti di ricerca genealogica, di comunicazione e di organizzazione e consulenza al viaggio per questo target specifico. Per il Piemonte se ne occupa la cooperativa Radici Piemontesi, per la Lombardia l’associazione di promozione sociale Tracciaminima, per la Liguria l’associazione Sonío Liguria.
Gli ambasciatori
Non si tratta dell’epopea degli emigrati, dell’epopea della fortuna ma incrementare la conoscenza e di avere, per quanto riguarda l’Italia, degli ambasciatori «a costo zero» che possono raccontare ed esportare il «made in Italy» anche grazie a un legame affettivo.
In questo progetto manche l’obiettivo di potenziare la rete dei musei dell’emigrazione italiana, di favorire la digitalizzazione degli archivi delle anagrafi italiane e di creare degli itinerari standard a cui abbinare esperienze personalizzate.
Gli esempi
Ci sono vicende meravigliose, di legami, di scoperte, di amicizie. A Biella, per esempio, esiste un gruppo sardo (e già è storia di migrazione interna all’Italia che si collega a quella nel resto del mondo) formato da 600 persone che hanno preparato i pani rituali sardi e inviati a Genova, dove, con un “passaggio” del veliero Amerigo Vespucci sono giunti a Mar del Plata in Argentina, al circolo Antonio Segni, nato per ospitare i sardi che emigravano. Ci sono Comuni, sempre in Argentina, che hanno il gonfalone di Domodossola (Vco). Fili che resistono al tempo e ai passaggi generazionali e che possono trasformarsi in nuovi fili dal valore sentimentale, culturale ed economico.