Le mamme del Nordovest sono sempre più equilibriste secondo l'analisi di Save the Children
Nel rapporto di Save the children, tra quelle del Nordovest, la regione più amica è la Lombardia.

Nel Nordovest le mamme sono sempre più equilibriste secondo un rapporto di Save the Children.
Un rapporto di Save the Children spiega come le madri siano sempre più equilibriste
Equilibriste: così devono essere le madri oggi, per riuscire a rimanere in piedi tra lavoro, figli, obblighi, pregiudizi, ostacoli. Così le definisce il rapporto di Save the children, giunto alla 10ª edizione, che indaga le ripercussioni sul lavoro a causa dello sbilanciamento tra carichi di cura e vita professionale, i sistemi di sostegno alla genitorialità e la fragilità delle mamme single e di quelle che per lavorare in Italia lasciano i figli nel Paese di origine. Lo studio «Le Equilibriste - La maternità in Italia 2025» include anche l’Indice delle Madri, elaborato dall’Istat per Save the Children: una classifica delle regioni italiane dove per le mamme è più facile o difficile vivere.
Nel 2024 un nuovo record negativo delle nascite
In Italia, il 2024 ha registrato un nuovo record negativo delle nascite con soli 370mila nuovi nati, una flessione del 2,6% rispetto all'anno precedente; l’età media delle madri al parto ha raggiunto i 32,6 anni e il tasso di fecondità totale ha subito un'ulteriore contrazione, attestandosi a 1,18 figli per donna, inferiore anche al minimo storico dell’1,19 registrato nel 1995. In generale il Sud e le Isole hanno registrato i cali più significativi di nuove nascite.
In presenza di figli aumentano i divari salariali di genere
D’altra parte, un figlio è definito una “penalità”: i dati sul divario salariale a sfavore delle donne aumentano infatti quando queste decidono di mettere al mondo un figlio e il 20% delle donne smette di lavorare dopo essere diventata madre. Al Nord, il tasso di occupazione maschile è dell’87% per gli uomini senza figli e 96,3% per quelli con almeno un figlio minore, mentre per le donne si attesta all’80,2% per le donne senza figli, e al 74,2% per quelle con almeno un figlio minore. E per le madri single la situazione peggiora, anche se al Nord nel 2024 il tasso di occupazione delle mamme single tra i 25 e i 54 anni supera l’83% (nel Mezzogiorno non va oltre il 45,2%).
L’Indice delle madri per regione
L'analisi si basa su 7 dimensioni per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale. Il valore di riferimento è pari a 100 e rappresenta il valore dell’indice per l’Italia nel 2022; di conseguenza, i valori superiori rappresentano un territorio più favorevole per le mamme. Nell’Indice generale, per quanto riguarda le regioni del Nordovest, la Lombardia è 5ª (107,118), la Liguria 11ª (101,716), il Piemonte ricopre la 12° posizione (100,704). Per quanto riguarda l’area della Demografia, Lombardia 8ª con 99,143, poi Liguria 10ª con 96,571 il Piemonte si posiziona al 12° posto (94,857) appena sotto l’11° posto dello scorso anno, con un tasso di fecondità inferiore alla media nazionale (1,14 figli per donna). Nella dimensione Lavoro solo 5 regioni risultano al di sopra della media Italia e tra queste il Piemonte (101,510) che conferma il 2° posto per il terzo anno consecutivo, con un tasso di occupazione delle madri con figli minorenni del 74,5% in linea con la media del Nord, così la Liguria (100,517); la Lombardia (99,389) invece guadagna una posizione conquistando il 6° posto. Nell’area della Rappresentanza, bene la Lombardia al 9º posto con 110,450, la Liguria è 12ª con 94,775, il Piemonte come l’anno scorso ricopre solo la 16° posizione (88,108), con una quota di rappresentanti donne negli organi politici locali del 15,7%. Salute: il Piemonte scivola di due posizioni passando dal 7° al 9° posto (104,505) ma resta inferiore alla media il suo quoziente di mortalità infantile (2,08 per ogni 1000 nati vivi); la Liguria è 12ª e la Lombardia 17ª con 98,212.
Meglio nella dimensione dei servizi
Per la dimensione dei Servizi, il Piemonte guadagna una posizione passando dal 10° al 9° posto (112,191), a metà classifica, ma occorre sottolineare che la quota di alunni che fruiscono della mensa scolastica alla primaria è molto superiore alla media nazionale (82,4% rispetto al 57,5%), la Lombardia è sopra di una posizione, la Liguria invece è 10ª. Sulla Soddisfazione oggettiva, il Piemonte scivola di due posizioni, dal 4° posto al 6° di questa edizione (110,957); la Liguria (103,021) guadagna 6 posizioni passando dal 16° al 10° posto; la Lombardia fa un passo indietro e si colloca 8ª. Sulla Violenza, male il Piemonte che perde una posizione arrivando terzultimo al 19° posto (97,280), con soltanto 1,69 centri antiviolenza ogni 100mila donne sopra i 14 anni (media italiana 2,69), la Liguria è 12ª, bene la Lombardia che arriva al 4º posto, risalendone uno.
«Ancora oggi, le diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro ma non solo, lo sbilanciamento dei carichi di cura a sfavore delle donne, l’insufficienza o l’assenza completa di servizi per la prima infanzia condizionano la vita e il benessere delle madri. Servono politiche strutturali, integrate e durature che garantiscano risorse e strumenti per sostenere le famiglie nella cura dei figli e nella conciliazione tra vita privata e professionale. E’ fondamentale, a esempio, garantire a tutti i bambini e le bambine l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia, ampliando l’offerta in tutti i territori e assicurandone la sostenibilità nel lungo periodo, ed estendere la durata dei congedi di paternità, incentivandone l’utilizzo e riconoscendo il valore sociale della cura anche per i padri, in una logica di corresponsabilità. Solo così potremo costruire un futuro in cui la genitorialità, il lavoro e la vita privata non siano in conflitto, ma possano coesistere come parte di un progetto di benessere individuale e collettivo» ha affermato Giorgia D’Errico, direttrice Affari pubblici e relazioni istituzionali di Save the Children.