Le eccellenze del Nord Ovest premiate a Vinitaly con il riconoscimento dedicato ad Angelo Betti
Ecco quali sono e che storie hanno i vini che hanno ricevuto il riconoscimento dedicato ad Angelo Betti a Verona.

L'edizione conclusasi da poche settimane della fiera dedicata a uno dei prodotti che in assoluto hanno fatto l'Italia grande nel mondo (e continuano a farla) ha visto la consegna di alcuni premi e onoreficenze a livello regionale. Ecco quali sono le cantine premiate di Piemonte, Lombardia e Liguria.
Il riconoscimento per uno dei vini più antichi del mondo, in Lombardia
«Questo premio mi ha stupito molto, è un bel riconoscimento per il consorzio del moscato di Scanzo, oltre a essere un’occasione in più per far conoscere il nostro prodotto».
Francesca Pagnoncelli Folcieri gestisce l’omonima cantina in provincia di Bergamo, che assieme ad altre 18 aziende si è riunita in un consorzio per produrre un vitigno autoctono e storico, coltivato sulle colline ai piedi delle Prealpi Orobiche:
«Il nostro è un vino unico al mondo, come consorzio abbiamo un totale di 30 ettari, e su terreni non semplici con pendenze che arrivano anche al 45%, per cui l’unica lavorazione possibile è a mano. La nostra Docg è la seconda più piccola d’Italia, ma come dico spesso presto diventerà la prima perché in Abruzzo la terra ce l’hanno, a differenza nostra. Io adesso ho in vendita la vendemmia del 2020, ma sono in tutto 550 bottiglie. Tra le aziende del consorzio quello che ne produce di più ne fa 7000».
La scelta dell’assessore Beduschi ha voluto riconoscere l’ostinazione con la quale i produttori vitivinicoli che danno vita al Moscato di Scanzo, con l’ingresso nell’albo d’oro dei benemeriti della vitivinicoltura. Il consorzio è nato qualche decennio fa come associazione di produttori, che si è poi strutturata. Nella provincia bergamasca i produttori con il loro lavoro fanno un’opera di difesa di un vino che è entrato nella storia:
«Le prime testimonianze scritte di questo vitigno – spiega Pagnoncelli Folcieri – risalgono addirittura al 1200. Nei documenti d’archivio si legge anche che nelle battaglie tra Guelfi e Ghibellini, chi vinceva si portava via le bottiglie di Moscato di Scanzo. E’ un vino poi che è stato anche bevuto alla corte degli zar di Russia, da Caterina II perché portatole in dono dall’architetto che costruì la città di San Pietroburgo, architetto che era proprio di qui. Inoltre, ma questa non ho avuto ancora modo di verificarla, pare che questo vino fosse quotato alla borsa di Londra. Il problema è che rischiamo sempre di perdere terra: la produzione totale annua del consorzio è di 35mila bottiglie da mezzo litro».
I premi per i vitivinicoltori liguri
Tra le oltre 85 aziende vinicole liguri presenti quest’anno a Vinitaly, due si trovavano a Verona per una ragione in più: ricevere un premio. Si tratta della Cantina Cinque Terre, alla quale è stato assegnato il Premio Viticoltore Etico, e all’Azienda Agricola Innocenzo Turco di Quiliano, destinataria del Premio Benemeriti della Viticoltura Italiana Angelo Betti. A premiare le due eccellenze è stato il vice presidente della Regione con delega all’Agricoltura Alessandro Piano. La Cantina Cinque Terre è una Società Agricola Cooperativa che copre il comprensorio formato da Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Il prestigioso Premio "Viticoltore Etico" è un riconoscimento all’impegno profuso nel produrre vino di qualità in condizioni quasi eroiche.
«Questo premio – ha detto Piana - non è solo un riconoscimento all’eccellenza enologica, ma anche un tributo all’impegno per la salvaguardia di un paesaggio fragile e unico al mondo. La Cantina Cinque Terre ha saputo coniugare tradizione e innovazione, sostenendo i piccoli vignaioli e preservando un ecosistema che è il cuore pulsante della nostra viticoltura eroica. Fondata per proteggere e promuovere la viticoltura in un territorio di rara bellezza, la Cantina Cinque Terre ha svolto un ruolo fondamentale nel contrastare l’abbandono dei vigneti e nel mantenere viva una tradizione secolare. Il suo lavoro rappresenta un modello di sostenibilità e tutela del paesaggio, contribuendo a preservare l’identità enologica ligure e a garantire un futuro alle produzioni locali. L’assegnazione di questo riconoscimento - ha concluso - rappresenta un motivo di orgoglio per tutta la Regione Liguria, testimoniando come l’amore per la terra e il lavoro di squadra possano diventare strumenti fondamentali per la crescita del settore vitivinicolo».
Il Premio “Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana – Premio Angelo Betti” per la Regione Liguria – istituito oltre 50 anni fa - è stato invece conferito a Lorenzo Turco, titolare e fondatore dell’azienda Innocenzo Turco con sede a Quiliano, in provincia di Savona.
«L’assegnazione del Premio a Lorenzo Turco rappresenta un importante riconoscimento per la Liguria, testimoniando come la passione per la terra e il lavoro di squadra possano diventare un motore di crescita per l’intero territorio .E’ un tributo al grande lavoro di chi ha dedicato quasi trent’anni alla viticoltura, riuscendo a coniugare tradizione e innovazione con passione e determinazione. Il recupero e la valorizzazione della Granaccia di Quiliano, il suo impegno nella produzione di vini di qualità e la capacità di fare rete con altre aziende del territorio sono un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile e di promozione del nostro straordinario patrimonio enogastronomico», ha concluso Piana. Fondatore dell’Azienda Agricola Innocenzo Turco, Lorenzo si è distinto non solo per la qualità della sua produzione vinicola, ma anche per il contributo alla promozione del settore. La sua partecipazione attiva alla rete di imprese “Vite in Riviera” ha favorito la crescita e la promozione del comparto vitivinicolo e olivicolo regionale. Angelo Betti, al quale è intitolato il premio, è l’ideatore di Vinitaly. Il Premio “Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana” è assegnato ai grandi interpreti del mondo enologico italiano.
E il riconoscimento a quelli della tradizione piemontese
«È stato per me un grande onore e un’emozione profonda ricevere il Premio Angelo Betti, che considero un premio non solo personale, ma per tutto il Consorzio Alta Langa e per tutti i viticoltori e produttori che ne fanno parte».
La presidente del consorzio Alta Langa Docg Mariacristina Castelletta commenta così il riconoscimento ottenuto a Verona:
«Lavorare per il nostro territorio e i nostri vini è una responsabilità e un privilegio. L’Alta Langa è una storia di impegno, passione e visione, è la massima espressione dell’orgoglio piemontese fatta di produttori straordinari che ogni giorno danno il meglio per raccontare, attraverso ogni bottiglia, la storia delle alte terre di Langhe e Monferrato. È stato un momento significativo, sicuramente di soddisfazione per il lavoro che, come Consorzio, portiamo avanti da anni con serietà e visione. Un riconoscimento che appartiene a tutta la filiera dell’Alta Langa, ai viticoltori, ai produttori, ai tecnici, alle aziende che hanno creduto in un progetto collettivo, partito in silenzio e cresciuto con coerenza».
Le origini dell’Alta Langa sono da ricercarsi nella storia dei territori in cui viene prodotto, e che sono al centro della sua narrazione:
«L’Alta Langa DOCG - così Castelletta - è una denominazione relativamente giovane ma con origini antiche: le Alte Bollicine Piemontesi portano avanti l’eredità storica del primo spumante metodo classico d’Italia, nato appunto in Piemonte verso la metà dell’Ottocento. Abbiamo caratteristiche uniche nel panorama delle bollicine, sia a livello nazionale che internazionale. Per esempio, un tempo di affinamento sui lieviti così lungo, minimo 30 mesi da disciplinare: ciò permette al prodotto di raggiungere una grande eleganza e raffinatezza, preservando una sorprendente freschezza. Oppure l’obbligo del millesimo espresso in etichetta, un elemento distintivo che ci lega indissolubilmente all’espressione di una determinata annata. Nel nostro Consorzio tutti, viticoltori e produttori, sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti sono legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto dei vigneti, e che per questo deve necessariamente essere importante. Il fatto che per il 2025 l’Alta Langa DOCG sia stato scelto come Vino dell’Anno dalla Regione Piemonte è una conferma della sua identità forte e riconoscibile, e dell’orgoglio che sa suscitare».