Credito alle imprese nel Nordovest da parte delle banche: si sta notando una timida ripresa dei finanziamenti, ma la situazione è ancora critica.
Nel Nordovest le banche stanno riaprendo le linee di credito alle imprese
Credito alle imprese dalle banche: si nota una timida ripresa dei versamenti ma in molti territori del Nordovest la situazione è ancora critica. A svelare la situazione è un’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre: dopo 28 mesi di caduta libera, i prestiti alle imprese da parte delle banche sono tornati a registrare un’inversione di tendenza dall’inizio dell’estate appena trascorsa.
«I prestiti – così gli esperti – sono tornati ad aumentare e, rispetto all’inizio di quest’anno, lo stock erogato alle attività economiche è cresciuto di quasi 5,5 miliardi di euro, raggiungendo in termini complessivi la quota di 647 miliardi; ben 5,5 miliardi in più del dato riferito al 31 dicembre 2024».
Non è tutto oro quello che luccica
L’analisi dell’Ufficio Studi Cgia evidenzia, però, come la questione non sia così idilliaca: tornano a respirare, infatti, le imprese con più di 20 addetti (l’1,5% in più, pari a circa 8,2 miliardi di euro), a discapito di quelle con meno di 20 addetti, che vedono nel capitolo dei prestiti bancari dei loro bilanci persistere il segno negativo, e non di poco. E’ a -2,8% (pari a 2,7 miliardi in meno) il buco con cui le imprese più piccole si trovano a dover fare i conti.
«Se ai più la cosa può sembrare insignificante, ricordiamo che in realtà non lo è per niente. Nel nostro Paese, infatti, le aziende con meno di 20 addetti costituiscono il 98 per cento del totale e vi trova lavoro, al netto dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, quasi il 55 per cento degli italiani. Purtroppo da qualche anno molte banche hanno deciso di “sacrificare” i prestiti più complicati: ovvero quelli da erogare alle piccolissime imprese che, rispetto alle realtà di dimensione maggiore, presentano costi di istruttoria relativamente più elevati e una gestione amministrativa molto più complessa».
La situazione nelle province del Nordovest
L’analisi della Cgia di Mestre riporta, provincia per provincia, la situazione dei prestiti bancari alle imprese e il suo andamento tra il 31 dicembre 2024 e il 31 luglio 2025. Nei 7 mesi presi in considerazione quasi la metà delle province italiane non ha ancora visto quell’inversione di tendenza che ha iniziato a fare il suo corso a partire dal mese di giugno. Il Nordovest primeggia con Aosta, che guida la classifica nazionale con la bellezza di un aumento del 18,3% (pari a 284,6 milioni di euro). Al secondo posto troviamo il Novarese, con un aumento del 4% nei 7 mesi (da 2,89 miliardi a 3,01 miliardi di euro), in terza posizione il Biellese, che è passato da 1,37 miliardi a 1,42 miliardi (3,6% in più). Di contro le situazioni peggiori sono nel Savonese (94ª nella classifica delle 107 province italiane), dove i trasferimenti sono diminuiti da 1,52 miliardi di euro a 1,47 miliardi (-3%), seguita da Asti (98ª tra le province, con una diminuzione del 3,5%), Imperia (104ª provincia con il 5,6% in meno) e Vercelli, 106ª provincia, con il 5,7% in meno di trasferimenti dalle banche.
Quello delle banche continua a essere un ruolo di forte sostegno per le economie dei territori
Le contrazioni degli ultimi 20 anni delle economie locali e non solo locali, con le aggregazioni che si sono viste dei sistemi bancari che in qualche caso hanno determinato alcune preoccupazioni sulla continuità del sostegno finanziario soprattutto per le piccole imprese, non hanno modificato però questa ultima caratteristica. Le banche continuano ad essere decisive per le realtà imprenditoriali:
«Tale scenario – spiegano dall’Ufficio Studi Cgia – è attribuibile al fatto che le fusioni hanno provocato un’eccessiva concentrazione del rischio creditizio, determinando conseguentemente una contrazione dell’erogazione del credito. Nonostante queste criticità, nessuno può affermare che le banche non rivestono più un ruolo fondamentale nel panorama economico del nostro Paese. Anzi. Continuano a svolgere una funzione essenziale nel supportare il nostro tessuto produttivo, che ha bisogno di liquidità per crescere e prosperare. Il loro contributo è fondamentale, soprattutto per il futuro di tanti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori, i quali solo con un adeguato accesso al credito possono continuare a far vivere le proprie attività, creare nuovi posti di lavoro e valorizzare ulteriormente i prodotti del nostro Made in Italy. Noti nel mondo per la loro eccellenza, qualità, design e tradizione. E se dallo scorso mese di giugno gli istituti di credito hanno ricominciato a dare liquidità al sistema delle imprese, tornando così a rischiare assieme a loro, vuol dire che si sono create le condizioni di stabilità e di fiducia che negli ultimi anni erano venute meno. Evidenziamo, ad esempio, che le sofferenze bancarie sono in forte calo e la riduzione del tasso di interesse praticato dalla Banca Centrale Europea ha creato un quadro generale più “favorevole” per i debitori».