L'osservatorio

Le attività economica delle aziende genovesi sono in moderata espansione, secondo Confindustria

Dal punto di vista dell’occupazione si continua a osservare il riallineamento della crescita degli organici delle aziende all’effettivo andamento economico dei settori.

Le attività economica delle aziende genovesi sono in moderata espansione, secondo Confindustria
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Nei primi sei mesi del 2025 si è assistito a una moderata espansione dell’attività economica delle aziende genovesi, anche se con qualche distinguo tra comparti e settori.

Le aziende genovesi attive nei servizi hanno ottenuto risultati migliori dell'industria

I servizi hanno ottenuto risultati migliori dell’industria: la crescita complessiva del fatturato domestico è dovuta infatti alla performance delle aziende del terziario avanzato, logistica/distribuzione e sanità privata. Al contrario il mercato italiano ha riservato risultati negativi alle imprese manifatturiere, sia in termini di fatturato che di ordini raccolti. La produzione industriale nel complesso si è quindi contratta. Nell’industria però tiene l’export, grazie agli ordini raccolti nella cantieristica navale e tra le grandi aziende e al “gioco d’anticipo” delle vendite verso gli Stati Uniti, in attesa delle decisioni sui dazi americani. È il quadro tratteggiato da Confindustria Genova dei primi 6 mesi del 2025 sugli indicatori economici.
Uno degli esempi più lampanti per il settore dei trasporti e della logistica è il porto di Genova: nei primi 3 mesi dell’anno il tonnellaggio delle merci containerizzate è aumentato dell’1,5% rispetto all’anno precedente, il che – per quanto sia un dato ancora parziale – conferma il buon andamento economico degli operatori. Sul fronte del turismo, invece, riprende la crescita di quello straniero, anche se rispetto al 2024 l’espansione rimane moderata.

Continuano a preoccupare i dazi di Trump

Oltre a giocare d’anticipo, come s’è detto, sulle esportazioni, in Liguria la preoccupazione per l’esposizione della produzione ai dazi americani è giustificata anche dalla volatilità del dato delle esportazioni verso gli Usa dei prodotti liguri: nell’ultimo rapporto dell’economia ligure della Banca d’Italia infatti è chiaro come la quota di export verso gli Stati Uniti dalla Liguria sia fortemente oscillata negli ultimi anni: inferiore al 4% nel 2014, nel 2023 ha raggiunto un picco del 32% per tornare al 9% nel 2024. La media dell’ultimo triennio però è superiore al dato nazionale di ben 10 punti.

Permangono le difficoltà sul fronte dell’occupazione

Dal punto di vista dell’occupazione si continua a osservare il riallineamento della crescita degli organici delle aziende all’effettivo andamento economico dei settori. Dal 2022 infatti l’aumento occupazionale registrato in Liguria è stato particolarmente elevato, e non in linea con quello che viene definito come il «declinante andamento dell’attività economica». Per il primo semestre del 2025, il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e del Ministero del lavoro indica una stima in entrata di 40.750 lavoratori, dei quali 31mila nei settori dei servizi (8.600 nella ristorazione-ricezione e 5.000 nel commercio), e 10.000 nell’industria. «Le difficoltà di reperimento continuano a riguardare (media stimata) il 50% delle posizioni aperte con picchi del 60-70 per cento per le figure di operai specializzati e tecnici in campo ingegneristico ed ingegneri».

Le previsioni per il 2° semestre 2025

Per i prossimi 6 mesi le previsioni delle aziende liguri sono di crescita del fatturato e degli ordini, anche se rimane come una spada di Damocle sulla testa di tutti l’evoluzione dei negoziati tra l’Europa e gli Stati Uniti per quanto riguarda le tariffe protezionistiche americane. «Al momento della rilevazione (giugno) le aziende del campione hanno indicato esportazioni invariate, ma il risultato consuntivo dipenderà dalle decisioni che il Governo Americano prenderà entro il primo agosto (data indicata per l’introduzione dei dazi al 30% nei confronti dell’UE)».
Oltre al tema dei dazi però è da aggiungere, per un’analisi corretta dell’export ligure, anche la svalutazione del dollaro americano. Svalutazione già in corso, che ha determinato alcuni impatti sull’economia europea. Svalutazione che è stata registrata in concomitanza con gli annunci di Trump dei dazi: il dollaro è passato a valere 1,04 euro a gennaio a 1,16 euro in giugno. Questione, questa, che potrebbe avere un effetto a catena anche sugli altri mercati verso i quali l’economia ligure esporta le proprie merci.