L'indagine

La pubblica amministrazione nel Nordovest è in ritardo sugli obiettivi dell’Agenda 2030

«La Pubblica Amministrazione italiana - ha affermato il presidente del Cnel, Renato Brunetta - mostra segnali di miglioramento: cresce la consistenza del personale, aumentano gli investimenti in formazione e competenze, si amplia l’uso delle infrastrutture digitali e si moltiplicano le esperienze di innovazione organizzativa. Anche sul fronte dei pagamenti, le amministrazioni locali mostrano progressi rilevanti. Tuttavia, il quadro resta a luci e ombre. Permangono ampi divari territoriali, soprattutto tra Nord e Sud, in settori cruciali come i servizi sociali, l’assistenza all’infanzia e la gestione dei rifiuti. La spesa pro-capite cresce, ma non sempre si traduce in un effettivo miglioramento della qualità percepita dai cittadini. Nel complesso, l’Italia e i suoi territori non hanno ancora compiuto passi avanti decisivi verso gli obiettivi dell’Agenda 2030, anche se la consapevolezza e l’impegno delle amministrazioni appaiono in crescita».

La pubblica amministrazione nel Nordovest è in ritardo sugli obiettivi dell’Agenda 2030

Secondo la relazione annuale predisposta dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro la pubblica amministrazione è in ritardo sugli obiettivi dell’Agenda 2030.

Pubblica amministrazione in ritardo sugli obiettivi dell’Agenda 2030, lo dice il Cnel

Il quadro dei servizi pubblici in Italia restituisce un’immagine complessa e variegata: proseguono i progressi in atto ma permangono divari territoriali e alcune situazioni di ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Un quadro che sollecita la Pubblica Amministrazione non tanto a cambiare la direzione intrapresa, quanto ad accelerare il passo nell’affrontare i nodi ancora irrisolti nell’accesso e nella qualità dei servizi: è quanto evidenzia la Relazione annuale al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini, predisposta dal Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro).

«La Pubblica Amministrazione italiana – ha affermato il presidente del Cnel, Renato Brunetta – mostra segnali di miglioramento: cresce la consistenza del personale, aumentano gli investimenti in formazione e competenze, si amplia l’uso delle infrastrutture digitali e si moltiplicano le esperienze di innovazione organizzativa. Anche sul fronte dei pagamenti, le amministrazioni locali mostrano progressi rilevanti. Tuttavia, il quadro resta a luci e ombre. Permangono ampi divari territoriali, soprattutto tra Nord e Sud, in settori cruciali come i servizi sociali, l’assistenza all’infanzia e la gestione dei rifiuti. La spesa pro-capite cresce, ma non sempre si traduce in un effettivo miglioramento della qualità percepita dai cittadini. Nel complesso, l’Italia e i suoi territori non hanno ancora compiuto passi avanti decisivi verso gli obiettivi dell’Agenda 2030, anche se la consapevolezza e l’impegno delle amministrazioni appaiono in crescita».

Migliora l’economia circolare, ma peggiora tutto il resto

Partendo da uno sguardo più ampio, che riguarda appunto gli obiettivi dell’Agenda 2030, si hanno alcune chiare indicazioni, valide per tutte le regioni rispetto ai dati 2010: un miglioramento per economia circolare e un peggioramento per fame, acqua e servizi igienico sanitari, vita sulla terra e istituzioni.  Nel Nordovest, si ha una sostanziale stabilità per agricoltura, parità di genere, lavoro e economia, imprese, innovazione e infrastrutture, disuguaglianze e città e comunità. In quanto al confronto dei livelli dell’ultimo anno con quello nazionale per agricoltura, parità di genere, imprese, innovazione e infrastrutture e città e comunità la maggior parte delle regioni ha un livello simile a quello nazionale, mentre per disuguaglianza si evidenzia un valore superiore. Un leggero miglioramento caratterizza istruzione che, in quasi tutte le regioni dell’area, si accompagna a un livello superiore a quello dell’Italia. Per economia circolare il lieve miglioramento si associa a un livello simile a quello nazionale. Il quadro, insomma, non risulta incoraggiante perché stabilità significa nessun passo avanti verso il raggiungimento degli obiettivi dopo 10 anni trascorsi e con il 2030 che si avvicina sempre di più, con un divario ancora più marcato tra regioni del Nord e regioni del Sud. L’analisi per regione indica che nel Nordovest il numero medio di obiettivi per cui si registra un allontanamento è pari a sette, mentre il numero medio di obiettivi raggiunti o raggiungibili è pari a otto. Nel Nordest è circa otto sia il numero di obiettivi raggiunti sia quello degli obiettivi in allontanamento. Il Centro è 10 a 7, il Sud 6 a 9.

Performance dei servizi comunali: in Piemonte e Liguria costano di più

Entrando nel dettaglio delle spese, invece, la relazione analizza le performance dei servizi comunali. Per quanto riguarda l’Amministrazione, la spesa media sale a 172 euro pro capite (162 nel 2021, +6%): sopra la media in Piemonte con 194 euro e in Liguria con 199, appena sotto in Lombardia con 171 euro; l’incremento è però inferiore al tasso di inflazione; quindi, si è in presenza di un calo in termini reali. Aumenti più elevati dell’indice di inflazione si riscontrano per i comuni fra i 3mila e i 20mila abitanti; per quanto riguarda il Nordovest fra i 3mila e 4.999 abitanti (+19%).  A livello provinciale, i valori massimi si registrano a Savona (323 euro), L’Aquila (321 euro, che aumenta più di ogni altro territorio, +35%) e Imperia (261 euro, in lieve diminuzione). Fra le grandi città metropolitane, Genova detiene il terzo posto dopo Roma e Reggio Calabria con 178 euro; tra le aree metropolitane si confermano valori bassi anche a Milano con 143 euro. Per la Polizia locale si spendono mediamente 54,7 euro pro capite (in crescita dell’1%, ma cifra inferiore rispetto al tasso di inflazione), con punte di 89,6 euro in Liguria (sono 56,3 euro in Piemonte e 54,2 in Lombardia); la spesa media del Norovest (apri a 58,2 euro) è seconda solo a quella del Centro (68,3 euro).

A livello di Viabilità, l’attività è più marcata in alcune regioni del Centro-Nord e in parte del Sud: il Piemonte ottiene 0,61 sui progetti, 0,70 per direzioni lavori; Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna emergono soprattutto per concessioni suolo (6,51 e 5,96 per 1.000 abitanti), la Liguria anche per permessi di sosta della persone con disabilità e accesso Ztl (42,81 ogni 1.000 abitanti).
Il servizio Rifiuti costituisce uno dei principali settori di azione delle amministrazioni comunali, occupandosi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti prodotti sul territorio comunale e, in generale, dell’igiene urbana: la spesa media è stata di 395 euro per tonnellata (+2%); i valori minimi si confermano in Lombardia (307 euro, +6% rispetto al 2021) mentre il massimo rimane in Liguria (520 euro, +2%); il Piemonte spende 372 euro. La raccolta differenziata al 66,3% si attesta oltre gli obiettivi dell’Unione Europea al 2035, quindi in anticipo di tredici anni, ed è in crescita rispetto al 65,4% precedente. La Liguria resta sotto la media con un 57,4% (comunque sopra l’obiettivo UE al 2025 del 55%) con un’oscillazione che va dal 51% di Genova al 76% di La Spezia; nel complesso presenta le performance finanziarie e di raccolta differenziata decisamente più deboli dell’intero Nord. La produzione di rifiuti continua a essere in calo (-2%), con picchi in Lombardia (-4%) e nelle città fra 60mila e 99.999 abitanti del Nordovest (-7%).