"La Nostra Famiglia" di Bosisio Parini ha assistito 23mila bimbi
All'avanguardia nella cura delle disabilità, ha 28 sedi distribuite in 6 Regioni.

Il racconto di quelle che sono le attività dell'associazione:
Quando nei giorni scorsi sono entrato nella hall, la prima persona che ho incrociato è stata una bambina: era su una carrozzina e doveva avere subito un intervento alla testa solo pochi giorni prima. Sorrideva, prima alla mamma che la spingeva e poi a me quando ha incrociato il mio sguardo. Nel grande spazio dell’ingresso ho visto diversi piccoli nella stessa condizione o simile. Ma non si respirava angoscia, bensì un clima che potrei definire di serenità, alimentato anche dai parenti e dai volontari che li stavano accudendo.
La Nostra Famiglia è l'associazione leader in Italia nella cura e nella riabilitazione
Ero a Bosisio Parini, in provincia di Lecco, nella sede principale de La Nostra Famiglia, l’associazione leader in Italia nella cura e nella riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva: come spiega sul suo sito, si prende cura di bambini e ragazzi, sia con quadri patologici di estrema gravità, come gli stati vegetativi e le pluriminorazioni, sia con situazioni meno gravi, a rischio psicopatologico o di svantaggio sociale. Quella di Bosisio è la sede principale, ma è presente in sei regioni italiane con ben 28 sedi (oltre alla Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Campania) e collabora con l'Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale (OVCI) in cinque Paesi del mondo.
Nel solo 2024 con oltre 2mila operatori ha accolto più di 23mila bimbi
I suoi numeri sono impressionanti: nel 2024 La Nostra Famiglia ha accolto, tramite i suoi 2.345 operatori, più di 23mila bambini, di cui 3.813 piccoli e giovani che sono stati ricoverati presso le Unità Operative Cliniche per malattie neurologiche e neuromotorie, per disturbi cognitivi o neuropsicologici, per disturbi emozionali o psicosi infantili, oppure perché hanno perso funzioni e competenze in seguito a traumi cerebrali o a patologie del sistema nervoso centrale. Per non parlare del lavoro dell’IRCCS Eugenio Medea, la sezione scientifica de La Nostra Famiglia che si occupa di ricerca: nel 2024 ha portato avanti 160 progetti, i cui risultati sono stati oggetto di 149 pubblicazioni su riviste scientifiche.
La visita in compagnia del direttore regionale Operations e dell'Ufficio stampa
In compagnia di Ivan Snider, direttore regionale Operations e responsabile del polo di Bosisio, e di Cristina Trombetti, dell’Ufficio stampa, ho attraversato una piccola parte di questa immensa struttura che si sviluppa su un’area di oltre 236 mila metri quadri dove sorgono sette padiglioni che coprono funzioni diverse e complementari, dalla cura alla formazione: la struttura di ricovero ospedaliero con le relative specializzazioni, gli ambulatori diagnostici, i laboratori di clinica e di ricerca, i servizi di supporto, il centro di riabilitazione con i relativi ambulatori e il ciclo diurno continuo integrato con la scuola e i laboratori didattici per la formazione professionale dei ragazzi, le aule per la formazione continua degli operatori e i corsi di laurea universitari.
Diversi gli ambienti che mi hanno colpito: uno su tutti “Astrolab”, il laboratorio di riabilitazione hi-tech dove le attività riabilitanti assumono la forma di un gioco. Qui, grazie a tecnologie all'avanguardia, come la realtà virtuale e la robotica, è possibile proporre ai giovani pazienti esercizi per facilitare il controllo del movimento, l’equilibrio, la postura, il reclutamento muscolare, l’attenzione, la memoria, la coordinazione oculo-motoria, l’organizzazione visuo-spaziale e così via. Comunque, in tutti i corridoi e le stanze che ho attraversato, mi è risultata evidente l’attenzione e la dedizione degli operatori verso questi piccoli.
Non per nulla i questionari proposti ai genitori registrano un elevato grado di soddisfazione circa i servizi offerti (96%) e l’accoglienza ricevuta (97%). Più di tutto dicono le parole di un padre, la cui figlia è stata ricoverata nell’Unità Operativa Clinica di riabilitazione per le cerebrolesioni acquisite di Bosisio Parini:
«Vi abbiamo consegnato, nel lontano dicembre, una ragazza appena uscita dal coma, che non parlava, non mangiava, muoveva a malapena un braccio e una gamba, con un po’ di tubi attaccati. Ci riportiamo a casa la nostra Cate, con il suo bastone e la sua carrozza; traballante, ma connessa, consapevoli di avere davanti a noi un cammino ancora impegnativo, lungo e in salita, ma carichi di speranza per un futuro dignitoso».