L'indagine

La Lombardia rimane la regione più innovativa d'Italia nella classifica di 242 regioni europee

L’Italia retrocede di due posizioni rispetto al 2022: male per spesa in istruzione (33°), percentuale di persone con educazione terziaria (34°) e presenza di sviluppatori software (41°) mentre si rivelano eccellenti le performance nella dimensione “efficacia dell’ecosistema innovativo”, in cui si misurano la qualità della ricerca scientifica e l’export, dove entra nella top 10. I due indici sono stati presentati al Technology Forum 2025 organizzato a Stresa da Teha Group.

La Lombardia rimane la regione più innovativa d'Italia nella classifica di 242 regioni europee
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Nella classifica europea delle regioni innovative la Lombardia risulta la prima delle regioni italiane secondo il Teha-Regional Innosystem Index.

La prima regione italiana nella classifica delle regioni innovative europee è la Lombardia

La Lombardia sale al 16° posto, restando la regione più innovativa d’Italia, seguita al 34° posto dal Lazio, mentre il Piemonte è per un pelo nella top 100, collocandosi al 96º posto: Teha-Regional Innosystem Index ha valutato le performance dell’innovazione di 242 regioni europee. Il Teha-Global Innosystem Index 2025 colloca l’Italia nelle retrovie dell’innovazione: 30° posto sui 47 paesi più avanzati al mondo. Sul podio Israele, Singapore e Regno Unito.

L'Italia perde terreno nella classifica

L’Italia retrocede di due posizioni rispetto al 2022: male per spesa in istruzione (33°), percentuale di persone con educazione terziaria (34°) e presenza di sviluppatori software (41°) mentre si rivelano eccellenti le performance nella dimensione “efficacia dell’ecosistema innovativo”, in cui si misurano la qualità della ricerca scientifica e l’export, dove entra nella top 10. I due indici sono stati presentati al Technology Forum 2025 organizzato a Stresa da Teha Group.

«Senza ricerca non c’è innovazione e non c’è futuro. Ormai è provato che le nazioni che investono di più in ricerca e sviluppo sono quelle che crescono di più, rispetto ai loro competitor. Il nostro Paese sconta una storica arretratezza sul fronte degli investimenti in istruzione e ricerca – spiega Valerio De Molli, managing partner & Ceo - Nel confronto con gli altri paesi dell’Innosystem Index si vede come l’Italia investa nell’istruzione poco più della metà (in termini percentuali rispetto al Pil) di quello che fa la Svezia, al primo posto: il 4,2% contro il 7,6%. In Corea del Sud quasi 7 persone su 10 sono laureate, mentre in Italia sono poco più di 3 su 10. Tutto questo si traduce in una mancanza di talenti e di risorse che non consente di supportare l’innovazione e il sistema imprenditoriale e di competere alla pari con i paesi più avanzati. Tuttavia, ci sono ambiti di eccellenza su cui possiamo e dobbiamo puntare. La nostra ricerca scientifica è tra le più produttive a livello globale, siamo uno dei mercati che più esporta nel mondo e siamo anche la terza nazione al mondo per capacità computazionale. Abbiamo tutte le carte in regola per poter invertire la tendenza e tornare ad essere tra i protagonisti dell’innovazione. Sapendo che è proprio questo ambito che può creare crescita industriale ed occupazionale».

Rimane però un fortissimo potenziale

L’Italia ha accumulato un forte ritardo sul fronte dell’innovazione, ma ci sono azioni concrete che potrebbero far scalare al nostro paese molte posizioni. Secondo lo studio elaborato da Teha, l’Italia potrebbe passare dal 30° al 18° posto e registrerebbe una crescita del Pil pari al +20,6% (+475,3 miliardi di dollari) nell’arco di 15 anni. Sul fronte degli investimenti in istruzione, l’Italia dovrebbe aumentare la spesa del 36% (stanziando 35 miliardi di dollari aggiuntivi), portandola a 132,2 miliardi di dollari e passando dal 4,2% al 5,75% di Pil dedicato. La popolazione italiana con educazione terziaria, inoltre, dovrebbe crescere del 74%, toccando quota 31,3 milioni. Tra le proposte: definire una strategia nazionale Stem per colmare il divario di competenze in Italia, attrarre talenti globali ad alto potenziale attraverso un “talent”, creare un ente coordinatore unico per la gestione delle richieste di sperimentazione tecnologica, rafforzare la collaborazione tra industria e accademia e aumentare la retribuzione dei ricercatori, offrire stabilità e certezza di lungo periodo alle imprese che investono in Italia, semplificare la burocrazia e favorire gli investimenti per rafforzare le startup.

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