L'inchiesta

La Dop economy nel 2024 è record nelle regioni del Nordovest

Nel 2024 la Dop economy, infatti, mostra valori in crescita in 14 regioni italiane su 20 secondo i dati del 23º Rapporto Ismea-Qualivita, con la Lombardia terza in Italia per impatto economico e quarto il Piemonte (primo il Veneto, seconda l’Emilia Romagna).

La Dop economy nel 2024 è record nelle regioni del Nordovest

Il cibo e il vino italiani, si sa, piacciono e sono apprezzati in tutto il mondo. Questo, però, non rappresenta solo un vanto nazionale collegato al gusto e all’estetica, ma genera profitto, muove l’economia e sostiene gli operatori di filiera.

Record del Nordovest per la Dop economy

Nel 2024 la Dop economy, infatti, mostra valori in crescita in 14 regioni italiane su 20 secondo i dati del 23º Rapporto Ismea-Qualivita, con la Lombardia terza in Italia per impatto economico e quarto il Piemonte (primo il Veneto, seconda l’Emilia Romagna).
Se le quattro regioni del Nordest si confermano “motore pulsante” con un valore aggregato di 11,24 miliardi, con il Veneto che sfiora i 5 miliardi di valore, Emilia-Romagna (+3%) e Friuli-Venezia Giulia (+8,1%) che rafforzano ulteriormente il risultato dell’area, procede molto bene nel complesso il Nordovest (+7,1%), trainato per il secondo anno di fila proprio dalla Lombardia, che raggiunge i 2,9 miliardi di euro e con +13,1% cresce per il quarto anno consecutivo ponendosi come terza regione per impatto; ha 8.188 operatori nelle filiere Igp e 75 prodotti Dop, Igp, Stg. Frena il Piemonte (-2,8%) che comunque raggiunge 1,564 miliardi di euro con 12.862 operatori e 84 prodotti, mentre registrano un incremento rispetto al 2023 sia la Liguria (+18,8%) che si posiziona 17ª con 57 milioni di euro di valore economico, 1.872 operatori e 18 prodotti, sia la Valle d’Aosta (+3,5%) con 62 milioni, 1.013 operatori e 5 prodotti.
Entrando ancora di più nel dettaglio, in Lombardia Brescia “pesa” per 1,028 milioni (35%) grazie soprattutto ai formaggi, segue Mantova con 700 milioni (24%), Cremona con 350 milioni (12%) e Sondrio 293 milioni (10%). In Piemonte, guida Cuneo con 923 milioni (59%) soprattutto per il vino (sul vino il Piemonte è secondo per incidenza economica), poi Asti con 272 milioni (17%), Alessandria con 205 milioni (13%) e Novara con 108 (75),
L’area Sud e Isole aumenta del +3,4% su base annua, trainata da Campania (+3,1%), Puglia (+12,2%) e Sicilia (+4%), ma anche per Abruzzo (+4,1%) e Calabria (+8,2%) la variazione su base annua è positiva. Il Centro, dopo la flessione del 2023, segna un ulteriore -0,9%, malgrado il lieve recupero della Toscana (+0,5%) e la crescita dell’Umbria (+3,4%).
Fra le prime venti province per valore, i risultati migliori del 2024 in termini assoluti sono quelli di Mantova (+121 mln di euro), Modena (+65 mln), Treviso (+64 mln) e Brescia (+63 mln). In calo, rispetto al 2023, Parma (-4,3%), Verona (-2%), Cuneo (-3,4%), Trento (-4,7%) e Caserta (-3,8%).

Quello dei cibi e dei vini è un settore che vale oltre 20 miliardi di euro, in Italia

A livello nazionale, il settore della Dop economy raggiunge 20,7 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2024 (+3,5% su base annua), registrando una crescita del +25% rispetto al 2020 e contribuendo per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare nazionale. Prosegue per il quarto anno consecutivo l’aumento del comparto del cibo che con un +7,7% supera i 9,6 miliardi, mentre il vino imbottigliato si conferma stabile a 11 miliardi. Ottimi i risultati dell’export dei prodotti Dop Igp, che nel 2024 raggiunge i 12,3 miliardi (+8,2%) grazie al “doppio record” del settore cibo (per la prima volta sopra i 5 miliardi) e del settore vino (prima volta oltre 7 miliardi). Cresce nell’anno anche il numero di Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura: 328 realtà attive in tutta Italia che coordinano il lavoro di 184mila operatori dei comparti cibo, vino e bevande spiritose generando lavoro per oltre 864mila occupati.
Le esportazioni del comparto Dop Igp raggiungono 12,3 miliardi, in crescita del +8,2% sul 2023 e del +24% rispetto al 2020. Crescita più consistente per il settore cibo che sale a 5,15 miliardi (+12,7% in un anno), evidenziando un incremento a doppia cifra per formaggi, ortofrutticoli e cereali, oli di oliva. Bene anche il vino che con un +5,2% su base annua raggiunge 7,19 miliardi, rappresentando l’88% dell’export vinicolo italiano. Per cibo e vino, l’export cresce sia nei Paesi UE (+5,9%) che nei Paesi Extra-UE (+10,4%), con gli USA primo mercato di destinazione con oltre un quinto (22%) delle esportazioni italiane Dop Igp. Un focus realizzato con Origin Italia evidenzia che, a ottobre 2025, il 48% delle filiere avverte gli effetti negativi dei dazi statunitensi e il 61% dei Consorzi ha avviato strategie di diversificazione dei mercati, sebbene solo uno su tre preveda un impatto significativo dei dazi nel lungo periodo.

«Sono risultati di un lavoro di squadra capace di contrastare l’incertezza e l’instabilità geopolitica, grazie all’impegno dei Consorzi di tutela e delle migliaia di operatori che custodiscono un patrimonio unico, irriproducibile e non delocalizzabile – commenta Livio Proietti, presidente Ismea – La recente riforma europea inoltre rafforza ulteriormente il ruolo delle IG come beni culturali e strumenti di sviluppo del territorio, la tutela dell’integrità del sistema e la sua transizione verso la completa sostenibilità sono sostenute con vigore dal governo con azioni mirate e di lungo respiro, come dimostrano i fondi messi a disposizione dal Pnrr e gli interventi previsti nell’ambito dei contratti di filiera. Tutto ciò contribuisce a definire un patrimonio culturale identitario che si distingue e si riconosce agli occhi dei consumatori».
Per il ministro Francesco Lollobrigida si tratta di un modello da sostenere con forza anche nei contesti internazionali: «I risultati della Dop economy confermano, ancora una volta, la forza e l’unicità del nostro sistema agroalimentare e continueremo a supportarlo».