Intelligenza artificiale e turismo, gli ingredienti di una rivoluzione
«La tecnologia agevola l’utilizzo dei servizi ed è importantissimo quello che l’Intelligenza Artificiale potrà fare in questo campo», ha detto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica Alessio Butti.

E' il tema su cui si è svolto un convegno organizzato dall'associazione Altero Matteoli a Como nelle scorse settimane, dal titolo "Trasformazione digitale e turismo".
Intelligenza artificiale e turismo, gli ingredienti della rivoluzione del futuro
Una risorsa da cui il nostro Paese non può prescindere. Non soltanto dal punto di vista economico (anche se vale più del 10% del Pil), ma anche da quello culturale. Perché quando si parla di Italia una delle prime cose che viene in mente è il turismo. Un turismo che, però, non si può più basare “solo” sulle straordinarie bellezze architettoniche e naturali del Bel Paese, ma che richiede un costante aggiornamento per stare al passo coi tempi, per fronteggiare una concorrenza straniera che magari non può contare sulle stesse bellezze, ma che si è dimostrata più veloce nel soddisfare le nuove esigenze. Grazie anche all’uso del digitale. E “Trasformazione digitale e turismo” è stato il titolo del convegno organizzato dall’Associazione Altero Matteoli (in onore dell’ex ministro venuto a mancare nel 2017) e svoltosi a Como, in cui sono emersi tutti i punti di forza, ma anche quelli deboli o migliorabili, del turismo italiano.
«Il turismo non è solo una risorsa economica fondamentale per il Paese, ma incarna anche la nostra tradizione e cultura - ha esordito Federico Matteoli, vicepresidente dell’associazione - È una fonte fondamentale per l’occupazione e contribuisce in modo determinante al Prodotto interno lordo. Ma è necessaria anche un’analisi del settore, perché sono diversi i punti critici. Il primo che viene in mente sono le concessioni balnearie per le quali è necessaria una revisione che agevoli la concorrenza. Poi una riforma dei contratti stagionali o la necessità di infrastrutture moderne. E non tralasciamo il problema dell’overtourism che snatura l’esperienza dei viaggiatori e l’espansione incontrollata degli affitti brevi che ha creato una concorrenza sleale verso le strutture alberghiere ed espulso i residenti dal centro città. Per questo serve riscoprire i piccoli borghi e in questo processo la digitalizzazione è fondamentale. Se vogliamo che il turismo sia il motore per l’Italia deve essere un laboratorio per l’innovazione».
Un “assist” per il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica Alessio Butti.
«La tecnologia agevola l’utilizzo dei servizi ed è importantissimo quello che l’Intelligenza Artificiale potrà fare in questo campo - ha esordito - È fondamentale conciliare politiche sul turismo con politiche di protezione del patrimonio artistico e culturale del Paese. Credo molto nell’Intelligenza Artificiale applicata alle politiche del turismo e, in particolare, vogliamo che l’IA parli italiano, come Colosseum o Vitruvian. Di questa IA ha bisogno l’Italia e non di quella che parla inglese. Ci vuole un salto di qualità che parta dalla valorizzazione delle esperienze degli ospiti al fine di personalizzare il servizio. Diversi operatori hanno iniziato a usare ChatGPT al fine di destinare le risorse umane in ambiti diversi e più stimolanti; e la strada è segnata. Recentemente ho incontrato i vertici di IBM che mi hanno detto come ChatGPT possa rispondere all’80% delle richieste in ambito turistico e con minor tempo. Basta questo dato per farci capire che siamo di fronte a grandi opportunità, gli operatori possono individuare nuove nicchie di mercato».
Inevitabile un riferimento ai recenti corti circuiti turistici come quello di Roccaraso.
«Attraverso un uso sapiente dei dati si può “dire” a un turista di andare in un certo luogo una giornata piuttosto che un’altra, a una determinata ora - ha chiosato Butti - L’IA serve proprio a calcolare e a gestire i picchi di prenotazioni: l’Italia ha ospitato oltre 250 milioni di turisti nel 2024 e non possiamo permetterci di non gestire in modo attento i dati».