Economia

In Piemonte l'economia ristagna e il Pil cresce solo dello 0,1% annuo

La stima del Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino è impietosa e preoccupante.

In Piemonte l'economia ristagna e il Pil cresce solo dello 0,1% annuo
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Il Pil del Piemonte cresce di un +0,1% su base annua (rispetto al primo trimestre 2024) e +0,2% sul trimestre precedente.

L'economia piemontese ristagna e il Pil annuo cresce solo dello 0,1%

Questi valori sono però inferiori sia alla media nazionale (+0,6 e +0,3%) sia a quella della Unione Europea (+1,4% su base annua), che sta crescendo senza l’apporto della Germania. Insomma un’economia in stagnazione quella del Piemonte. E’ la stima che il Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino fa attraverso il PILNOW, il superindice che fornisce indicazioni tempestive e affidabili rispetto a quelle sul Pil annuale regionale diffuse dall’Istat 12 mesi dopo. La recessione in Germania ha avuto un impatto negativo sulle esportazioni piemontesi, calate del 9% verso il suo principale partner commerciale. Il Piemonte, che esportava il 40% del proprio Pil, ha visto così la propensione all’export scendere al 37%, con un calo da 64 a 60 milioni di euro su base annua.

Il boom del turismo non compensa il calo manifatturiero

Il settore più colpito è l’automotive, trainato dalla debole domanda tedesca, mentre non sono ancora visibili i segni dei dazi, per ragioni temporali. Il boom del turismo internazionale (1,1 milioni di presenze aggiuntive annualizzate, per circa 300 milioni di euro spesa aggiuntiva) non compensa il calo di export manifatturiero. Il mercato del lavoro appare d’altra parte resiliente (occupazione +1%), ma le difficoltà ci sono sul versante della congiuntura, come si vede dall’aumento da 3 a 8 milioni di ore mensili nell’uso della Cig da parte delle imprese. Otto milioni di ore di Cig mensili significano 0,54 punti percentuali di Pil svaniti a causa della congiuntura della domanda.

Risale l'inflazione ed è sopra la media

L’inflazione è risalita all’1,8%, con aumenti sopra la media per l’inflazione turistica (+4,7%), dei servizi per la casa e le bollette (+4,5%) e dei generi alimentari (+3,2%). Tutto questo frena la domanda interna con consumi che stimiamo in calo, in volume, dello 0,1%. Il valore dei prestiti all’economia è solo stabile, cresce del 3,7% il credito al consumo, segnale di acquisti, ma anche di attenzione alla liquidità. Il Pil piemontese si attesta così a 135 miliardi di euro a prezzi costanti (2015) e 163 miliardi a prezzi correnti (2025), con un Pil pro capite di 38.308 euro, superiore di poco alla media italiana (37.227 di euro).

«Il Piemonte cresce - commenta il Presidente del Comitato di Torino Finanza, Vladimiro Rambaldi – ma molto meno dell’Europa che deve essere il suo riferimento. Abbiamo l’esigenza di riorientare l’economia, ma vediamo che il turismo, che va forte, non basta. Prima della crisi dell’auto e dei dazi, Germania e Stati Uniti rappresentavano il nostro primo e terzo sbocco. Questa è la ragione dello stallo odierno. Servono, perciò, politiche industriali più aggressive per conquistare altri mercati esteri e sostenere l’innovazione».

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