In Piemonte la produzione industriale nell'ultimo trimestre del 2024 ha perso ancora un punto percentuale
Il risultato rappresenta la sintesi di flessioni, seppur di modesta entità, manifestate in tutti e quattro i trimestri del 2024. Alle variazioni del -0,4% e -1,1% del I e II trimestre, fanno seguito nel periodo luglio-settembre una contrazione pari a mezzo punto percentuale e una diminuzione del -1,0% nel trimestre conclusivo dell’anno.

Perde ancora un punto percentuale la produzione industriale piemontese nell'ultimo trimestre del 2024.
La produzione industriale piemontese nell'ultimo trimestre del '24 ha perso ancora un punto percentuale
La produzione industriale piemontese cala ancora di un punto percentuale nell’ultimo trimestre 2024.
«E’ necessario sostenere i settori in crisi, stimolare la domanda interna, potenziare l'export, semplificare la burocrazia e investire nella formazione professionale. L'obiettivo è rilanciare l'economia piemontese, lavorando in sinergia con imprese e istituzioni, per superare le difficoltà attuali e costruire un futuro di benessere e sviluppo sostenibile» commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.
Presentata la 213ª indagine congiunturale nell’ambito della collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit.
La rilevazione tra gennaio e febbraio 2025 su 1839 imprese industriali
La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2025 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2024 e ha coinvolto 1.839 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.604 addetti e un valore pari a circa 61,5 miliardi di euro di fatturato. Una congiunturale che si inserisce nel contesto internazionale noto: l’economia globale del 2024 è stata segnata da sfide significative; con un +0,7% in media d’anno, la crescita del Pil In Italia è stata, infatti, inferiore alle previsioni e gli ultimi trimestri hanno visto un’allarmante battuta d'arresto. Il tessuto industriale regionale ha continuato quindi a mostrare segni di sofferenza: la contrazione media della produzione manifatturiera per l’intero 2024 è stata pari al -0,8%, segnando un cambio di rotta rispetto al trend positivo registrato negli anni precedenti (nel 2023 e nel 2022 la crescita media annua era stata, rispettivamente, pari al +1,5% e +3,4%).
Il risultato è la sintesi di flessioni su tutto l'anno
Il risultato rappresenta la sintesi di flessioni, seppur di modesta entità, manifestate in tutti e quattro i trimestri del 2024. Alle variazioni del -0,4% e -1,1% del I e II trimestre, fanno seguito nel periodo luglio-settembre una contrazione pari a mezzo punto percentuale e una diminuzione del -1,0% nel trimestre conclusivo dell’anno.
«Ci troviamo in un contesto di mercato che mostra una domanda moderata di prestiti per nuovi investimenti - commenta la regional manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti - Le imprese e le pmi, in particolare, sono al centro della nostra strategia di crescita. Nel Nord Ovest, abbiamo erogato oltre 1, 6 miliardi di euro, di cui 1,51 alle imprese nel 2024, di cui oltre il 50% alle pmi. Abbiamo un dialogo costante con gli imprenditori e li supportiamo nei loro piani di crescita e di consolidamento nei mercati in cui operano».
Da Intesa San Paolo 2 miliardi e mezzo di euro per imprese e famiglie
Nel 2024, Intesa Sanpaolo ha erogato in Piemonte 2,5 miliardi di euro a imprese e famiglie. In particolare i progetti Esg (in ottica sociale e ambientale) hanno beneficiato di 660 milioni di euro:
«Il quadro delineato dalla congiunturale coerente con quanto emerge dal dialogo quotidiano con le nostre 96mila imprese clienti piemontesi e con il riscontro dei nostri gestori di relazione, che rimarcano come alcuni settori più di altri siano alle prese con una profonda ristrutturazione, e come molte filiere saranno obbligate a ripensarsi - ha affermato Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo - Facendo rete, incoraggiamo le imprese a puntare su sostenibilità, indipendenza energetica, innovazione e ricerca, digitale, anche grazie ai 200 miliardi di euro messi a disposizione dal nuovo accordo siglato con Confindustria».
Stabili gli ordinativi totali
Gli ordinativi totali sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,1%), grazie alla tenuta del mercato estero (+1,7%) che ha compensato il calo della domanda interna ma il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 64,7% del quarto trimestre 2023 al 62,9% del periodo ottobre-dicembre 2024. Il risultato peggiore, dunque, appartiene ai mezzi di trasporto che subiscono una flessione del 9,2% con le auto che calata di oltre 46 punti percentuali. Le industrie elettriche ed elettroniche segnano una contrazione del 4,4% seguite dalle aziende della meccanica, in difficoltà anche tessile e metallurgia. Al di sopra della media regionale, con +5%, il comparto alimentare e delle bevande. Il settore del legno e del mobile, con un +1,3%, ha mostrato una buona capacità di tenuta, grazie anche alla ripresa del mercato immobiliare. Le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche, infine, pur con una crescita più contenuta (+0,9%), confermano la loro importanza nel panorama industriale piemontese.
I risultati, provincia per provincia
Come sempre, le province mostrano differenze di risultati, fortemente influenzati dalle specializzazioni settoriali locali: Cuneo si distingue con un incremento del 1,5%, risultato collegato alla forte presenza del settore alimentare. Anche Alessandria (+1,1%) segna un aumento, seppur di minor entità. In questo caso, le specializzazioni settoriali sono diversificate, con un contributo significativo dell'industria chimica, delle materie plastiche e del settore orafo. Il tessuto produttivo del Vco mostra una crescita leggermente più marcata (+1,7%), sostenuta da una performance positiva delle industrie metalmeccaniche locali, in controtendenza con quanto il settore ha performato a livello medio regionale. A Vercelli la crescita si ferma al +0,5%, frutto della sintesi dell’andamento positivo dell’alimentare, della chimica e dell’abbigliamento e di una contrazione produttiva delle aziende della metalmeccanica. Passando ai dati negativi, flessione più accentuata nella provincia di Biella (-2,4%), dato strettamente collegato alla crisi del settore tessile. Anche la provincia di Torino ha registrato una flessione (-2,7%): in questo caso legata alla contrazione della produzione automobilistica, accompagnata da cali importanti anche della meccanica, dell’elettricità ed elettronica e dei metalli. Ad Asti, dove la produzione in crescita delle bevande non riesce a controbilanciare il forte calo della metalmeccanica, si registra una flessione dell’1,9%. Novara, infine, a causa di andamenti eterogenei a livello settoriale mostra una contrazione produttiva di lieve entità (-0,4%).
Prosegue, di conseguenza, il deterioramento del clima di fiducia delle imprese manifatturiere piemontesi: solo il 30,8% ha effettuato investimenti nel 2024 e il 34,6% delle imprese ha introdotto innovazioni, per lo più di prodotto e organizzative. Intervistate sul futuro di breve periodo hanno evidenziato un peggioramento nelle previsioni di produzione, ordini e fatturato.