In Piemonte la nocciola è da salvare dopo il crollo della produzione dovuto a condizioni meteo e funghi
La Regione Piemonte ha affidato così alla Fondazione Agrion il progetto triennale di ricerca applicata per dare indicazioni nell’immediato e a più lungo termine su come riportare in equilibrio produttivo i pregiati noccioleti del Piemonte, anche intervenendo sulla selezione genetica.

La nocciola piemontese è da salvare: gli interventi per la tonda gentile dopo il crollo della produzione dovuto a condizioni meteo e funghi.
Dopo il crollo della produzione dovuto a condizioni meteo e funghi bisogna salvare la nocciola piemontese
La ricerca applicata per salvare la Nocciola tonda gentile. Un settore strategico con i suoi 28mila ettari di terreni dedicati, quasi 8mila aziende agricole e un fatturato che sfiora gli 80 milioni di euro l’anno: la Nocciola tonda gentile trilobata Igp è riconosciuta in tutto il mondo come una delle grandi eccellenze della produzione agroalimentare made in Piemonte e ha le sue radici storiche in Alta Langa, in provincia di Cuneo, dove ancora oggi rimangono quasi il 50% delle aziende e dei terreni dedicati a produrre nocciole di alta qualità. Negli ultimi anni, la produzione di nocciole in Piemonte ha subito però un significativo calo con un -50% in media nella produzione regionale e punte del 90% in aree dell’Astigiano. Nel 2023, a esempio, si prevedeva un raccolto di oltre 220mila quintali, ma la produzione effettiva è stata di soli 150mila. Le cause principali di questa crisi risiedono in eventi meteorologici estremi, periodi prolungati di siccità, piogge persistenti e temperature elevate, che hanno portato a stress idrico, cascola precoce e aumento di fitopatie come quelle causate da funghi del genere Cytospora.
Il progetto triennale di ricerca applicata della Fondazione Agrion
La Regione Piemonte ha affidato così alla Fondazione Agrion il progetto triennale di ricerca applicata per dare indicazioni nell’immediato e a più lungo termine su come riportare in equilibrio produttivo i pregiati noccioleti del Piemonte, anche intervenendo sulla selezione genetica.
«La Nocciola Tonda è una delle grandi eccellenze del Piemonte, che abbiamo fatto degustare e apprezzare ancora all’ultimo Vinitaly, ma sta vivendo da almeno tre anni una sofferenza senza precedenti, con perdite di produzione medie dal 40 al 50% e il 2024 come “annus horribilis”. Dobbiamo affrontare questa emergenza su due fronti. Il primo, attraverso il settore fitosanitario della Regione, è rendere più flessibile la normativa del disciplinare di difesa integrata per permettere nell’immediato in Piemonte l’uso di agrofarmaci efficaci come nelle altre regioni italiane. Il secondo è avviare questo progetto di ricerca applicata, che abbiamo finanziato con 250mila euro l’anno per un totale di 750mila in tre anni - spiega l’assessore all’Agricoltura, Paolo Bongioanni - La ricerca strategica è indispensabile per la lotta alle specie aliene e ai cambiamenti climatici, anche attraverso il miglioramento genetico. Per questo abbiamo da poco fatto approvare una legge che amplia e innova il perimetro operativo e il mandato di Agrion come fondazione per la ricerca e l’innovazione in agricoltura in Piemonte».
Si lavora quindi sul breve e lungo termine
«Rispetto a mezzo secolo fa, le condizioni climatiche sono completamente cambiate e di conseguenza lo sono anche le operazioni da porre in essere come potatura e gestione del terreno Il primo step in ordine di tempo - spiega il presidente di Fondazione Agrion, Giacomo Ballari – è mettere a disposizione dei coltivatori il vademecum che illustri loro le operazioni da porre in essere già nell’immediato, per i lavori in campo entro fine aprile». La Tonda Gentile, a esempio, rispetto ad altre varietà di nocciola patisce particolarmente la mancanza di freddo invernale, che fa arrivare la pianta alla primavera in condizioni di forte stress. I cambiamenti climatici hanno aperto la strada a parassiti alieni come la cimice asiatica, ed eccessi di umidità come quelli del 2024 hanno scatenato l’attacco da parte di specie fungine come il genere Cytospora con fenomeni di cascolatura e crollo di produzione. «Sul medio termine – prosegue Ballari - bisogna così lavorare per irrobustire il profilo genetico di alcune sensibilità della Trilobata: incrementare la resistenza attraverso incroci naturali e – se la normativa ce lo permetterà – insieme all’Università di Torino lavorare al miglioramento genetico. Per questo auspichiamo che attorno al progetto si possano aggregare altri attori che contribuiscano alla sua piena sostenibilità economica. Con il progetto “Nocciola di qualità” nel precedente triennio abbiamo individuate le cause e fatta la diagnosi. Con questo nuovo progetto “Nocciola Tonda Gentile Produttiva” ora passiamo alla terapia».