Il lascito solidale è nelle intenzioni di 3 persone su 10 tra i 25 e i 34 anni
«In un paese, come l'Italia - dice Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d'Oro – ancora in parte restio a pensare alla fine della vita, ma in cui più di mezzo milione di individui ha già previsto un lascito nel proprio testamento, ci auguriamo che sempre più italiani, a partire dai più giovani, possano abbracciare questa visione, che parla di vita molto più che di morte».

I risultati della ricerca commissionata dal Comitato Testamento Solidale stupiscono: a pensare al lascito solidale sono 3 persone su 10 tra i 25 e i 34 anni.
3 giovani su 10 pensano al lascito solidale
Tre su 10 pensano a un lascito solidale per consegnare il ricordo di sé, dei propri valori, dopo la morte: sono i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, una fascia di età che finora le ricerche sul tema non avevano ancora intercettato, e che la percentuale è inaspettatamente superiore alla media nazionale (24,4%). Il dato è emerso dall'indagine condotta, su un campione di oltre mille italiani tra i 25 e i 70 anni, da AstraRicerche per il Comitato Testamento Solidale, che con questa "fotografia” alla mano lancia la sua nuova campagna "Lascia che le cose belle continuino per sempre”, realizzata dall'agenzia Komma, con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.
Secondo Maura Gancitano, scrittrice, filosofa e fondatrice del progetto Tlon, l’indagine svela uno scorcio che apre a nuove frontiere:
«Sembra sorprendente che proprio tra i più giovani si apra una nuova prospettiva sul post mortem: non più legata al ricordo personale o alla discendenza di sangue, ma alla possibilità di generare conseguenze reali. Per molti under 35, il lascito solidale è un modo per continuare ad agire anche nell’assenza, trasformando la fine in un atto di responsabilità collettiva. Una forma di pensiero lungo che rompe con l'idea di una morte vuota e restituisce senso alla continuità, scegliendo di lasciare non a chi ci appartiene, ma a ciò in cui crediamo».
La volontà di lasciare la speranza per un domani migliore
L’analisi dei dati mostra che sempre 3 su 10 vorrebbero tramandare alle generazioni future la speranza per un domani migliore, la generosità, l’altruismo, l’impegno per il prossimo; desiderano più di ogni altra cosa un mondo più giusto, in cui gli uomini sappiano fare tesoro degli errori del passato. E quasi 1 su 2 (46%) menziona l’empatia come uno degli aspetti della propria vita che si vorrebbe durassero per sempre, ben oltre la media nazionale (che è del 37,6%).
«Quello dei giovani adulti è un territorio ancora per molti versi inesplorato per chi si occupa di lasciti solidali – spiega Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d'Oro – Le comunicazioni delle organizzazioni tradizionalmente si concentrano su un pubblico più maturo, ma sappiamo anche che sono sempre di più quelle che iniziano a cercare il dialogo con il target di popolazione più giovane, consapevoli che il domani si prepara a partire da oggi. In un paese, come l'Italia, ancora in parte restio a pensare alla fine della vita, ma in cui più di mezzo milione di individui ha già previsto un lascito nel proprio testamento, ci auguriamo che sempre più italiani, a partire dai più giovani, possano abbracciare questa visione, che parla di vita molto più che di morte».