I 9 Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, patrimonio mondiale Unesco
«I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e di altri elementi architettonici eretti fra la fine del XV e l'inizio del XVIII secolo, dedicati a vari aspetti della fede cattolica. Oltre al loro significato simbolico spirituale, questi complessi offrono uno splendido esempio di integrazione degli elementi architettonici nei paesaggi circostanti, disseminati di colline, foreste e laghi; inoltre racchiudono un notevole patrimonio artistico in forma di scultura e affreschi»: è proprio con questa motivazione che l’Unesco ha iscritto il sito «Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia» nella lista del patrimonio mondiale.

Sono patrimonio mondiale dell'Unesco i 9 Sacri Monti tra Piemonte e Lombardia che legano arte, storia, spirituralità e cultura.
I 9 Sacri Monti tra Piemonte e Lombardia, patrimonio mondiale Unesco
Sono patrimonio mondiale Unesco e legano architettura, storia, cultura e spiritualità e rappresentano una meta particolare magari da scoprire proprio in queste settimane primaverili di festività: sono i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia. «I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e di altri elementi architettonici eretti fra la fine del XV e l'inizio del XVIII secolo, dedicati a vari aspetti della fede cattolica. Oltre al loro significato simbolico spirituale, questi complessi offrono uno splendido esempio di integrazione degli elementi architettonici nei paesaggi circostanti, disseminati di colline, foreste e laghi; inoltre racchiudono un notevole patrimonio artistico in forma di scultura e affreschi»: è proprio con questa motivazione che l’Unesco ha iscritto il sito «Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia» nella lista del patrimonio mondiale.
Il primo è quello di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli
Il sacro monte di Varallo (Vercelli) fu progettato sul finire del XV secolo dal frate francescano Bernardino Caimi come una piccola Terra Santa; oggi può essere considerato un parco-giardino, una grande via crucis campestre che si snoda sul pendio di una collina, ma ha anche l’aspetto di una città fortificata costruita su una ripida parete rocciosa, con la sua cinta di mura, la monumentale porta d'ingresso, le due piazze, quella civile e quella religiosa, che emulano quelle dell'antica città di Gerusalemme, palazzi porticati e teorie di colonne, veri palazzi e vere piazze. Non si tratta tuttavia di una città abitata da persone, ma da dipinti e statue, oltre 800.
Segue quello di Orta San Giulio (Novara)
E questo sacro monte fu l’ispirazione per realizzare quello di Orta (Novara) a partire dal 1590. Le statue e i dipinti compongono scene di grande realismo, dove le atmosfere intime e naturali tipiche dell'arte lombarda di primo Seicento si combinano con la vivace teatralità barocca di fine secolo; il percorso di visita termina all'interno della chiesa di San Nicolao che imita la basilica inferiore di Assisi.
Il restauro di quello di Crea, nel Monferrato
Nel cuore del Monferrato, sulla sommità di una collina circondata da viti, sorge invece il sacro monte di Crea, fondato nel 1589 su iniziativa di Costantino Massino, priore lateranense. In stato di abbandono tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800, è stato poi oggetto di sistematico restauro, completato nel 1920, con la costruzione di edifici ex novo.
La via sacra di Varese
La via sacra di Varese fu edificata fra il 1604 e il 1698 per rinnovare e arricchire la sacralità del preesistente santuario mariano: nel 1983 Renato Guttuso dipinse sulla parete esterna della cappella della Natività una versione contemporanea della Fuga in Egitto. Vi è la possibilità di salire anche con la funicolare.
A 1200 metri sul livello del mare c'è quello di Oropa
A circa 1200 metri di altitudine, in una conca ai piedi di una scenografica quinta di monti si dispone il grande complesso del santuario di Oropa, con le due basiliche, quella Antica e quella Superiore. Salendo da Biella, poco prima di raggiungere il complesso, sulla sinistra si parte il percorso devozionale del sacro monte: le dodici cappelle, costruite a partire dal 1620, raccontano all’interno la vita di Maria. L’origine del santuario si vuole legata, come per il santuario della Madonna di Crea, alla presenza di sant’Eusebio, evangelizzatore del Piemonte orientale e primo vescovo di Vercelli, che nella seconda metà del IV secolo collocò in una caverna, al riparo dalle incursioni ariane, una statua in legno della Madonna, che aveva portato dalla Palestina, scolpita da san Luca. La nota Madonna Nera, in realtà è opera di uno scultore valdostano del tardo Duecento.
Ossuccio sul lago di Como
Sulla sponda occidentale del lago di Como vi è il sacro monte di Ossuccio: dedicato ai misteri del Rosario, fu realizzato presumibilmente per volontà dei Francescani e delle famiglie nobili locali a partire dalla metà del Seicento per concludersi nel 1710; conta 14 cappelle e 230 statue.
In Piemonte il più piccolo è a Ghiffa
Il più piccolo dei sacri monti piemontesi è quello di Ghiffa e comprende tre cappelle dedicate all'Incoronata, a san Giovanni Battista e ad Abramo. Con i boschi di castagno e l'antico percorso archeologico, è uno dei più affascinanti dal punto di vista paesaggistico.
Quello di Domodossola
Da Domodossola fino al colle di Mattarella si snoda il sacro monte di Domodossola; intrapreso nel 1656 dai padri cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho per riprodurre la passione e morte di Cristo in immagini a grandezza naturale, si fermò a causa delle soppressioni napoleoniche degli ordini monastici, per poi riprendere con la realizzazione di nuove cappelle fino al primo Novecento.
Il più recente è quello di Belmonte
Il più recente tra i sacri monti è quello di Belmonte, affacciato sul vasto panorama della pianura torinese e sugli scorci alpini del Canavese, ispirato a quello di Varallo. Le prime otto cappelle furono costruite in meno di dieci anni, altre quattro tra il 1759 e il 1781, mentre l’ultima fu iniziata solo nel 1825: illustrano la passione e morte di Cristo, con statue a grandezza naturale e dipinti.