Il report

Gestione emergenze sanitarie nel Nordovest, il primato della Liguria

L’indagine dell’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha scattato una fotografia dettagliata dei servizi tramite un questionario al quale le strutture hanno risposto tra il 15 ottobre del 2024 e il febbraio 2025.

Gestione emergenze sanitarie nel Nordovest, il primato della Liguria

Gestione delle emergenze sanitarie da parte della rete ospedaliera: nel Nordovest il primato è in Liguria.

Emergenze sanitarie nel Nordovest, il report di Agenas delle reti tempo dipendenti

Come sta la rete ospedaliera nei nostri territori? Per rispondere a questa domanda si può provare a passare dal rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali “Lo stato dell’arte delle reti tempo dipendenti” che dà un quadro dettagliato delle reti cardiologiche per l’emergenza, della rete ictus, della rete trauma e della rete dell’emergenza-urgenza. L’indagine dell’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha scattato una fotografia dettagliata dei servizi tramite un questionario al quale le strutture hanno risposto tra il 15 ottobre del 2024 e il febbraio 2025. A questa componente Agenas ha affiancato una valutazione oggettiva di esito, tramite degli indicatori di rete. L’analisi individua, a livello generale per ogni rete presa in considerazione l’indice RTD, ossia rete tempo dipendente: tramite i questionari raccolti l’Agenas fornisce un resoconto sui requisiti in possesso di una rete sanitaria regionale (come personale, protocolli da attivare o ancora collegamenti tra ospedali) per gestire le emergenze in modo efficace. Il valore è espresso in una scala da 0 a 1, e maggiore è il risultato e meglio è organizzata la regione.
Per quanto riguarda gli aspetti generali della programmazione delle reti la Liguria è l’unica regione, assieme alla Toscana, ad aver ottenuto un punteggio pieno. La Lombardia è ferma a 0,91, mentre il Piemonte non va oltre 0,45. Il Piemonte si rifà nella governance della rete cardiologica, dove arriva a quota 0,89. Lombardia e Liguria si fermano pari merito a 0,82. Nella rete ictus torna in testa, tra le regioni del Nordovest, la Liguria, con 0,97. Piemonte e Lombardia stanno rispettivamente a 0,86 e 0,84. Nella rete trauma la governance migliore ce l’ha sempre la Liguria (0,89) a pari merito con il Piemonte. La Lombardia è più indietro (0,77). L’indice RTD per la governance della rete di emergenza-urgenza invece torna a pieni voti in Liguria, con Lombardia e Piemonte a pari merito poco indietro (0,86).

La rete di emergenza urgenza

Partendo dal fondo, è interessante vedere come nel Nordovest nel 2023 gli accessi in pronto soccorso siano stati in totale 5.037.741 (538.880 in Liguria, 2.947.029 in Lombardia e 1.551.832 in Piemonte). Di questi quelli in codice rosso, ossia quelli con la massima urgenza, sono stati 88.117 (29.295 in Piemonte, 39.403 in Lombardia e 19.419 in Liguria). In codice arancione 455.464 (174.434 Lombardia, 85.470 Liguria e 195.560 in Piemonte). A ricevere una visita entro il tempo massimo di soglia previsto dal triage infermieristico sono stati 3.351.787 pazienti: 320.536 in Liguria (il 63,8%), 1.997.928 in Lombardia (70,8%) e 1.033.323 in Piemonte (69,7%).

I pazienti che abbandonano durante l’attesa

A fronte di questa situazione sono molti anche gli utenti che abbandonano il pronto soccorso o prima del triage oppure dopo, mentre sono in attesa di essere visitati, o comunque prima della chiusura della cartella clinica. Nel Nordovest, sempre sul 2023, sono stati 183.993. Nel dettaglio sono stati 41.170 in Piemonte (il 2,65% degli accessi totali), 112.511 (il 3,81% del totale) in Lombardia e 30.312 in Liguria (il 5,62% del totale degli accessi). La percentuale media nazionale di abbandono dei pronto soccorso è del 6,3%, nei territori del Nordovest siamo ampiamente sotto questa soglia. «L’indicatore % di abbandono del Pronto soccorso – si legge nel rapporto di Agenas – rappresenta un altro segno di inappropriatezza; quindi, l’abbandono elevato non è direttamente un indice di una disfunzionalità organizzativa del PS ma di un probabile accesso inappropriato». La media del tempo passato tra l’arrivo in pronto soccorso e la dimissione nelle nostre regioni è di quasi 5 ore. Nello specifico di 4 ore e 50 minuti (5 ore e mezzo in Liguria, 4 ore e 10 minuti in Lombardia e poco più di 5 ore in Piemonte). Contando i soli codici rossi, in Piemonte sono 599 minuti (quasi 10 ore), in Liguria 577 minuti (9 ore e mezzo) e 6 ore e mezzo in Lombardia (386 minuti).

La rete cardiologica

Lo studio Agenas conta anche quanti sono stati i ricoveri per attacco di cuore grave (con occlusione totale di un’arteria coronarica) e quante sono state le angioplastiche coronariche eseguite entro 90 minuti dal ricovero: in Lombardia su 5.850 episodi di attacchi le angioplastiche sono state 3.278 (il 56%), in Piemonte 1.710 su 2675 (64,4%) e in Liguria 504 su 1156 (43,6%). Il tasso nazionale è fermo a 56,1% (19033 angioplastiche coronariche su 33.903 attacchi di cuore). «La proporzione di pazienti con infarto miocardico acuto STEMI trattati con angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) entro 90 minuti dal ricovero è un indicatore chiave di tempestività nell’assistenza. Il DM 70/2015 prevede il raggiungimento minimo del 60%, mentre secondo i dati ESC (società cardiologica europea) e del Registro GISE (società italiana di cardiologia interventistica), occorrerebbe superare il 65% dei casi. In Italia, la media si attesta al 56,1%, avvicinandosi alla soglia minima del 60% stabilita dal DM 70/2015. Solo alcune Regioni raggiungono regolarmente la soglia».

La mortalità a 30 giorni dal ricovero per attacco di cuore

Nel 2023 in Lombardia su 12.240 casi totali di attacchi di cuore, sono stati 843 i pazienti morti entro 30 giorni dal ricovero (il 6,9%). In Piemonte sono stati 441 su 5.960 (il 7,4%) e in Liguria 191 su 2.427 (il 7,9%). I dati del Nordovest rispecchiano la media nazionale (7,1%). «La mortalità a 30 giorni dal ricovero per Infarto Miocardico Acuto (IMA) è un indicatore chiave della qualità dell’assistenza cardiologica e varia in base a diversi fattori, tra cui la tempestività della diagnosi e del trattamento, l’età del paziente, le comorbidità e la tipologia dell’infarto».

Le capacità di risposta per gli ictus

Nella seconda fascia degli elementi considerati dall’indagine, quella degli Ictus, il rapporto evidenzia come nel Nordovest la media dei pazienti deceduti nei primi 30 giorni dal primo ricovero con diagnosi principale di ictus ischemico è di 8,27% in Lombardia (708 deceduti su 8.561 ricoveri), 9,94% in Piemonte (417 su 4.196 ricoveri) e 11,36% in Liguria (215 decessi su 1.893 ricoveri). La media nazionale è 9,40%. Diverso è il caso degli ictus emorragici: 17,12% in Lombardia sono i decessi a 30 giorni dal primo ricovero (444 su 2.594 ricoveri), in Piemonte il dato sale al 18,61% (233 su 1.252 ricoveri) e addirittura supera il 20% (20,53%) in Liguria, con 108 decessi su 526 ricoveri. Il dato nazionale è del 18,32%.

La rete trauma

Per i cosiddetti traumi maggiori con degenza ospedaliera di almeno 30 giorni, nel Nordovest il tasso di pazienti deceduti nei primi 7 giorni dal primo ricovero è nei limiti nazionali per Lombardia e Piemonte, mentre la Liguria è messa peggio. In Lombardia è infatti al 14,4%%, con 479 decessi su 3.316 ricoveri. In Piemonte è al 13,8% con 232 decessi su 1.681 ricoveri, e in Liguria il dato si alza al 18%, con 118 pazienti deceduti su 657 ricoveri.