Quella del Nordovest è l’area geografica del Paese dove le stime dell’economia non osservata (ossia il sommerso economico del valore aggiunto sotto dichiarato e dell’impiego di lavoro irregolare) incide meno.
Nei nostri territori le stime dell’economia sommersa incidono meno che altrove, secondo il ministero
Lo rende noto una relazione sull’argomento dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale stilata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, relativa al 2022. Nei nostri territori la stima di quanto non viene dichiarato è pari all’8,9% del valore aggiunto complessivo. Assieme al Nordest (9,4%) il dato è al di sotto della media nazionale, oltre a essere l’esatta metà della quota a cui si attestano le regioni del Mezzogiorno, 16,5%. Il Centro Italia invece ha una quota dell’11,7%. La media nazionale si attesta all’11,3%.
Il dettaglio delle regioni
Dei nostri territori di riferimento, solo quello ligure è al di sopra della media nazionale. E’ infatti a una quota del 12% che si attesta il livello di economia non osservata per la regione rivierasca. L’economia del Piemonte si attesta a un punto percentuale al di sotto della media nazionale (10,3%), mentre la Lombardia è in cima alla classifica: con l’8,1% di economia non osservata è seconda solamente alla Provincia autonomia di Bolzano (7,7%).
La questione del lavoro irregolare
L’analisi del ministero, che si basa sui dati dell’Istat oltre che delle dichiarazioni finanziarie, è in grado anche di stabilire nella quota di economia non osservata il peso della componente del lavoro irregolare, che a livello nazionale si attesta al 3,9%. Per l’area geografica del Nordovest la quota di lavoratori irregolari, che quindi generano un ammanco del valore aggiunto del territorio, è del 2,9%. Scendendo nel dettaglio delle nostre regioni rimane in testa la Liguria, con il 3,7% di lavoratori irregolari, seguita dal Piemonte (3,3%) e dalla Lombardia (2,7%), che in questa specifica supera anche la Provincia autonoma di Bolzano (2,8%). Relazionando il dato invece al totale del lavoro irregolare in Italia e non nelle singole quote territoriali la situazione cambia: la Lombardia, che ha il dato relativo più basso del Paese, assorbe la quota più alta in termini assoluti (15,8%). Il Piemonte è al 6,3%, mentre la Liguria si ferma al 2,6%. La questione è spiegabile facilmente con i numeri: la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia. Infatti il comparto geografico con il dato più elevato rimane comunque quello del Mezzogiorno.
«Per fornire una rappresentazione completa dell’incidenza dell’economia sommersa sull’economia complessiva – si legge nel rapporto del ministero – è opportuno considerare non solo la quota del sommerso rispetto al valore aggiunto di ciascuna regione, ma anche il contributo che ciascuna regione apporta al totale nazionale del sommerso. Accanto all’indicatore di incidenza regionale, che esprime la “propensione” al sommerso, è quindi utile affiancare un secondo indicatore, definibile come “impatto”, che misura il peso percentuale del sommerso regionale sul totale del sommerso nazionale. L’impatto è influenzato dalla dimensione dell’economia locale e, pertanto, non può essere interpretato a sé stante ma va analizzato congiuntamente alla propensione, per comprendere appieno la diffusione e la rilevanza territoriale del fenomeno».
Il record dell’Iva nel Nordovest
Il report analizza anche le stime di quanto viene a mancare nel mondo dei lavoratori autonomi. In questo ambito il dato più alto d’Italia è relativo al Nordovest: è qui infatti che il gap dell’Iva è più alto, anche se in diminuzione rispetto agli anni passati. Ammonta a infatti a 7 miliardi e 848 milioni di euro in termini assoluti il gap dell’Iva nel Nordovest, il 31,75% del totale nazionale.