L'indagine

E' il Piemonte la regione dove il fisco pesa di più secondo uno studio della Uil

«Occorre una riforma della fiscalità locale che introduca criteri di maggiore equità e progressività, con una protezione per le persone fragili, così come l’Italia si è impegnata a fare nel Pnrr - ha sottolineato il segretario confederale Santo Biondo - nazionale. La giustizia fiscale è il primo pilastro per costruire la coesione sociale di una comunità in cui si riconosca il valore del lavoro, si proteggano i più deboli e si rafforzi il patto sociale tra cittadini e istituzioni, anche e soprattutto a livello territoriale».

E' il Piemonte la regione dove il fisco pesa di più secondo uno studio della Uil
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Quanto pesa la fiscalità? Cittadine e cittadini con il medesimo reddito, pagano addizionali Irpef, comunali e regionali, nettamente diverse, a seconda del territorio in cui abitano.

Tra le regioni del Nordovest è in Piemonte dove il fisco pesa di più

E’ quanto evidenziato dallo studio, realizzato dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione della UIL.
Con un reddito pari a 20mila euro, il totale delle addizionali comunali e regionali varia dai 263 euro di Milano (città metropolitana più economica) ai 446 di Genova, ai 509 di Torino; la più salata è Napoli che arriva a toccare i 607 euro.  Se il reddito sale a 40mila euro, a Milano si arriva a pagare 916 euro, a Genova 1.138, a Torino 1.206. La meno cara è Cagliari con 778, la più costosa Roma con 1.452 di addizionali totali.

Nessun capoluogo di provincia del Nordovest rientra nella classifica dei 10 più onerosi

L’addizionale regionale più alta si paga in Piemonte: 349 per i redditi di 20mila euro e 850 per quelli da 40mila. L’addizionale comunale più elevata è, invece, fissata a Genova con 200 euro per chi ha il reddito di 20mila e 412 euro per chi supera i 40mila.  Da notare come i cittadini con un reddito pari a 20mila euro che risiedono a Mantova, Milano, Bolzano, Trento, Firenze ed Enna hanno un’addizionale comunale pari a zero e pagano dunque solo quella regionale. Se il reddito sale a 40mila, hanno questo trattamento solo i cittadini di Trento e Bolzano.

«Occorre una riforma della fiscalità locale che introduca criteri di maggiore equità e progressività, con una protezione per le persone fragili, così come l’Italia si è impegnata a fare nel Pnrr - ha sottolineato il segretario confederale Santo Biondo - nazionale. La giustizia fiscale è il primo pilastro per costruire la coesione sociale di una comunità in cui si riconosca il valore del lavoro, si proteggano i più deboli e si rafforzi il patto sociale tra cittadini e istituzioni, anche e soprattutto a livello territoriale».