Difesa automotive, l'ultimatum dell'assessore lombardo Guidesi per i regolamenti UE
«Serve una modifica radicale del regolamento e della strada intrapresa rispetto al calcolo delle emissioni, serve ridare alla nostra industria la possibilità e l’economicità di poter riprendere a fare le auto più belle al mondo».

L'assessore lombardo Guidesi ha lanciato un ultimatum per cambiare i regolamenti UE per difendere il settore edll'automotive.
Difesa automotive UE: l'ultimatum dell'assessore lombardo Guidesi
I correttivi proposti dal presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, a difesa dell’automotive non sono sufficienti: occorre un significativo cambio di passo.
«Serve una modifica radicale del regolamento e della strada intrapresa rispetto al calcolo delle emissioni, serve ridare alla nostra industria la possibilità e l’economicità di poter riprendere a fare le auto più belle al mondo».
A sostenerlo è l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, intervenuto nei giorni scorsi durante la plenaria del Comitato delle Regioni in qualità di presidente dell’Automotive Regions Alliance: ha sferzato la Commissione Europea e il Parlamento Europeo reiterando l’allarme sul destino di un settore in profonda crisi, che vede attualmente fermo il 75% della capacità produttiva dei costruttori europei e della loro filiera di fornitura, con la drammatica prospettiva, a livello continentale, di perdere mezzo milione di lavoratori da qui ai prossimi anni.
L'intervento in rappresentanza di 36 regioni europee
Guidesi, da gennaio a capo dell’Automotive Regions Alliance (ARA) ovvero l’alleanza tra le più importanti 36 regioni europee del comparto, ha sottolineato le responsabilità dell’Unione Europea rispetto alle politiche che hanno individuato nel motore elettrico l’unica via per attuare la transizione ecologica. Una scelta, ha ribadito l’assessore, che ha rappresentato un assist per i competitori extraeuropei e l’industria cinese in particolare:
«L’automotive é ciò che di meglio dal punto di vista industriale rappresenta l’integrazione europea e le basi su cui si è fondata l’Unione Europea. Non c’è regione in Europa che non ci abbia mai avuto a che fare. Paradossalmente è la stessa Unione Europea, attraverso la Commissione, ad averne determinato la messa in crisi. Da anni i cinesi sviluppano le batterie elettriche e grazie al clamoroso assist europeo hanno trasformato la loro peculiarità in opportunità commerciali, in un settore che fin lì mai avevano affrontato».
La tesi è di puntare sulla neutralità tecnologica
La tesi lombarda, condivisa dai principali stakeholder del comparto e dalle regioni aderenti all’ARA, consiste nel puntare sulla “neutralità tecnologica”, ovvero sulla necessità di raggiungere gli obiettivi ambientali attraverso tutte le opportunità offerte dalla tecnologia, dall’idrogeno ai biocarburanti, dal biometano ai carburanti sintetici, senza limitare le scelte all’elettrico.
«La trasformazione di raffinerie in bioraffinerie per produrre il biocarburante che alimenta un’auto o un veicolo commerciale a motore endotermico – ha detto Guidesi – è un’ottima operazione ambientale che abbassa notevolmente le emissioni. Non si può limitare la ricerca e l’innovazione tecnologica imponendo un’unica strada, così si ferma l’innovazione, così non si raggiungono gli obiettivi ambientali, così l’indotto va ad altri e la nostra industria viene cancellata. A tutto questo si aggiungono i dazi appena confermati dall’amministrazione Usa e i costi energetici, ulteriori fattori che ci danneggiano dal punto di vista della competitività».
L'ARA ribadisce la disponibilità a collaborare
L’assessore ha ribadito la disponibilità da parte delle regioni dell’ARA a collaborare con la Commissione per attuare soluzioni pragmatiche finalizzate a salvare il settore automobilistico, ma ha anche ha lanciato un accorato appello alla Commissione e al Parlamento Ue:
«È’ più che mai necessario e urgente cancellare scadenze insensate e restituire libertà d’azione all’industria rispetto a cosa poter offrire al mercato in piena “neutralità tecnologica”. Dobbiamo dire semplicemente ai cittadini che possono muoversi come ritengono purché non inquinino. E dobbiamo ridare a tutti i cittadini europei la possibilità di potersi permettere un’auto europea».