Economia

Crisi automotive, l'assessore lombardo Guido Guidesi: "L'Ue ascolti i territori"

«Avere un coordinamento tra le nostre tre Regioni aiuta a fare massa critica e favorisce il gioco di squadra  rispetto ad alcuni settori strategici: automotive, microelettronica, aerospazio, logistica e industria energetica».

Crisi automotive, l'assessore lombardo Guido Guidesi: "L'Ue ascolti i territori"
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"L'Ue ascolti i territori": l'intervento dell'assessore lombardo Guido Guidesi sulla crisi dell'automotive.

Crisi automotive, l'assessore Guidesi: "L'Ue ascolti i territori"

Fare squadra per convincere la Commissione Europea ad ascoltare le sollecitazioni che arrivano dai territori, dagli stakeholder e dalle istituzioni. A partire dal tema dell’automotive che sta mettendo fortemente a rischio una filiera strategica sulla quale negli ultimi decenni è stato costruito il benessere di molti Paesi. Italia e Lombardia compresi. Guido Guidesi, 45 anni, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, già Sottosegretario di Stato per i Rapporti con il Parlamento, ha fatto della salvaguardia dell’automotive uno dei suoi cavalli di battaglia e venerdì pomeriggio, 7 marzo, all’interno di Futura Expo a Brescia 2025, la Fiera internazionale dedicata alla transizione ecologica, si è confrontato con gli omologhi di Piemonte e Liguria, l’assessore regionale Andrea Tronzano e il consigliere delegato regionale Alessio Piana, proprio su questo tema. Un incontro promosso dalla “Cabina Economica del Nord Ovest” costituita  nel luglio 2023 tra le tre Regioni del cosiddetto triangolo industriale: Lombardia, Piemonte e Liguria.

«A Brescia ci siamo trovati con le rappresentanze dei distretti dell’automotive delle nostre tre Regioni e renderemo conto del percorso fatto fino ad oggi e rinnoveremo il patto per proseguire la battaglia come istituzioni del Nord Ovest – ha esordito Guidesi – La Cabina Economica ha rappresentato un primo e importante momento di collaborazione insieme all’Ara (Automotive Regions Alliance) di cui sono presidente da tre mesi. Lavorando insieme vogliamo anche dare un altro segnale chiaro e forte ai costruttori di auto: fate la macchina che volete ma per fare un prodotto di qualità dal punto di vista della componentistica e delle forniture dove affidarvi alle nostre imprese».

Concretamente cosa avete ottenuto?

«Beh, abbiamo riaperto il dibattito quando ormai tutti erano rassegnati al solo elettrico. Non era una cosa per nulla scontata… Siamo stati i primi a sollevare i rischi del Green Deal voluto dall’Europa, poi, quando tutti si sono accorti che un’intera filiera stava rischiando di sparire, quando la crisi dell’automotive è esplosa, sono emersi i primi dubbi e hanno timidamente iniziato a darci ascolto. Come Cabina Economica e come Ara siamo riusciti a interloquire direttamente con la Commissione Europea, abbiamo presentato proposte concrete e portato contributi reali. A Brescia, tra i diversi argomenti, discuteremo anche del Piano sull’automotive europeo che verrà presentato dalla Commissione Europea il 5 marzo. Sarà difficile, molto difficile, ma noi speriamo in un cambio radicale di Bruxelles che vada oltre la paventata flessibilità rispetto alle precedenti regole, al congelamento delle multe per le case automobilistiche e confidiamo che le proposte che abbiamo presentate trovino la giusta attenzione. Abbiamo interloquito direttamente con il Commissario europeo ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas e con tutte le istituzioni europee che si occupano di questa delicatissima partita. Adesso ci aspettiamo qualche segnale concreto».

Insomma bisogna passare dalle parole ai fatti. Dopo tutto questo pressing qualche osservatore ipotizza che lo stop per le auto termiche del 2035 possa slittare e soprattutto che l’elettrico non sia l’unica modalità, aprendo pure all’ibrido.

«Come dicevo prima noi auspichiamo un cambio radicale: i prossimi saranno giorni decisivi per capire cosa farà l’Europa. In gioco ci sono una filiera strategica e ben 440.000 posti di lavoro. Nei giorni scorsi, come presidente di Ara, sono stato a Valencia dove ho visitato anche lo stabilimento spagnolo di Ford e ho raccolto l’ennesimo grido di allarme.  Siamo sempre più convinti che il futuro dell’automobile sostenibile debba avvenire in piena neutralità, non attraverso l’unica strada dell’elettrico; il motore endotermico, grazie alle nuove tecnologie, può tranquillamente essere alimentato con biocarburanti, favorendo tra l’altro la riconversione della filiera dell’industria petrolifera in una filiera più concentrata sui biocarburanti».

Torniamo alla “Cabina Economica del Nord Ovest”. Qual è il suo obiettivo?

«Avere un coordinamento tra le nostre tre Regioni aiuta a fare massa critica e favorisce il gioco di squadra  rispetto ad alcuni settori strategici: automotive, microelettronica, aerospazio, logistica e industria energetica. L’obiettivo è quello di sfruttare tutti i ruoli europei delle tre Regioni per fare sinergie e proposte facendoci portavoce delle istanze di cambiamento che abbiamo raccolto tra gli stakeholder, come abbiamo ben fatto sul tema automotive. La Cabina Economica rappresenta un momento di grande collaborazione ed ha già ottenuto risultati concreti. Questa modalità ci ha suggerito di confrontarci prima rispetto a quando dobbiamo prendere provvedimenti regionali,  rapportarci con il Governo, e in particolare con i vari Ministeri, e le Istituzioni Europee. Sta nascendo una lobby trasversale che sta portando buoni frutti. Questa condivisione non è ristretta alle sole istituzioni: abbiamo promosso diversi tavoli di lavoro per raccogliere problemi, proposte e idee a livello economico e strategico da trasferire al nostro interno, ma anche al Governo e in Europa. E poi stiamo intensificando la ricerca mettendo a frutto le sinergie ed evitando inutili doppioni che generano anche costii».

In questi primi 18 mesi questa alleanza dove ha conseguito i maggiori risultati?

«Il settore che ha avuto maggiore impulso, oltre all’automotive, è stato quello della microelettronica dove vogliamo colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. Poi – a livello europeo - vogliamo rispondere alla sfida Chips Act e contribuire alla crescita dell’industria dei semiconduttori. Con il Piemonte – che ha assunto anche la responsabilità della presidenza per il 2025 - facciamo già parte dell’ESRA (European Semiconductor Regions Alliance). Un settore strategico che in aprile vedrà tutte e tre le Regioni impegnate in un summit a Torino. Contemporaneamente abbiamo fatto molti passi in avanti anche nel settore dell’industria energetica».

Cioè?

«Stiamo facendo un lavoro di filiera, che sta già guardando anche al nucleare con l’obiettivo ambizioso di diventare autonomi dal punto di vista energetico, raccogliendo molta attenzione da parte delle imprese. Grazie ai rapporti con il consigliere delegato ligure Alessio Piana abbiamo visitato l’Ansaldo, partner determinante per affrontare nel migliore dei modi queste nuove sfide. Dopo l’incontro di Brescia sull’automotive e di Torino sulla microelettronica, il successivo appuntamento verrà promosso proprio a Genova sul tema dell’industria energetica. Poi non dimentichiamo che per noi Genova è attualmente il porto della Lombardia».

Un’alleanza forte e che funziona, quindi?

«Sì, funziona perché si ragiona su cose concrete, ci si confronta con le imprese e tutti gli stakeholder delle nostre tre Regioni, ma anche perché abbiamo costruito un rapporto tra me, Andrea e Alessio basato su concretezza, fiducia e stima reciproca».

Piemonte e Liguria - su sua sollecitazione - sono recentemente entrati a far parte dell’ECRM (European Chemistry Regions Network). Qual è l’intento di questa nuova collaborazione?

«Fare rete anche su una partita importante come la chimica. Tutte e tre saremo protagonisti all’assemblea di Anversa dove cercheremo di metterci in gioco su alcune proposte legate alla ricerca e all’innovazione per far lavorare insieme alle imprese, università e centri di ricerca. Crediamo che questo organismo possa produrre frutti interessanti per le imprese rispetto alla diretta interlocuzione con la Commissione Europea, visto anche i già annunciati cambiamenti regolamentari nel settore chimica».